Costiera Amalfitana Positano

Positano, come racconta il mito, è la città creata e modellata dal Dio del mare Poseidone come dono d’amore alla ninfa Pasitea.

Positano

Positano sana di tutto, ti apre la mente sui dolori passati e ti illumina su quelli presenti, spesso ti salva dal cadere in errore.

Il paese verticale della Costiera è un luogo simbolo, con le sue case arroccate sulla collina, la chiesa con la cupola in maioliche, le buganvillee, le scale e la spiaggia con le geometrie di ombrelloni.

Positano

'Scoperta' nell'Ottocento, Positano era fino alla seconda guerra mondiale stazione di soggiorno primaverile, con 500- 600 persone, mentre oggi è meta sia di un turismo d'élite, che di un movimento pendolare, quotidiano settimanale... La presenza di affermati artisti dello spettacolo, e di manifestazioni collegate con il mondo della rappresentazione visiva, richiamano a Positano frotte di persone.

John Steinbeck, l’autore di “Uomini e topi” la visitò, su consiglio di Alberto Moravia, ne restò estasiato e scrisse un articolo per Harper’s Bazaar, nel maggio 1953, che contribuì ad aumentare la fama della Costiera negli Stati Uniti. 

Positano meta del jet set, dei grandi alberghi, su tutti Le Sirenuse, dei maestri artigiani che confezionano su misura i famosissimi sandali flat. Proprio a Positano nasce la moda mare, o meglio lo Stile Positano, che non conosce crisi dagli anni Sessanta in poi: uno stile unico inizialmente molto semplice fatto di camicioni in lino, le cosiddette  pezze, poi arricchiti con ricami e merletti.

Positano

Il piccolo paese è sempre stato precursore nella moda e nello stile di vita rilassato; uno degli aneddoti più famosi riguarda il bikini: nell’estate del 1959 lo scandaloso costume si andava diffondendo nel Belpaese e a Positano un’ordinanza lo vietava. Gli agenti si aggiravano sulla spiaggia di Fornillo e alla vista di una donna in bikini intimavano: “Non può stare in due pezzi! Il costume deve essere un pezzo solo!” Nella risposta della donna, c’è tutto lo stile di Positano : “Certo, quale pezzo preferite che tolga?”.

La Buca di Bacco, le gallerie d'arte

La Buca di Bacco, uno dei locali più celebri della Costiera .

... la veranda della Buca di Bacco a quell'ora piena di folla per l'aperitivo...

La Buca di Bacco

Le gallerie d’arte, i pittori di strada, i negozi di pezze e  di ceramica. 

Positano

Positano è terribilmente pittoresca. Se non fosse Positano sarebbe stucchevole. Ma è Positano, un piccolo grande classico che fa innamorare di sé esteti e sognatori. Come quel Essad Bey, che presentandosi come un principe arabo, si ritirò qui all'inizio della seconda guerra mondiale, dopo aver vissuto in Germania dove si era fatto una fama di come autori di best seller.
Aveva modi raffinati ed era povero in canna, tanto che per mangiare si affidava la benevolenza delle donne del paese. Indossava con grazia le "pezze" che gli regalavano. I Positanesi lo battezzarono affettuosamente "o' Musulmano" e quando morì si tassarono per dargli una sepoltura, rivolta alla Mecca con una lapide sormontata da un turbante scolpito nella pietra. Soltanto tre anni fa, quando un giornalista del New York Times si è preso la briga di ricostruire la sua storia per scriverne la biografia, si è scoperto che in realtà Essad Bey si chiamava Lev Nussimbaum ed era un ebreo di origine ucraina, sfuggito ai nazisti. Questa è una delle più classiche "Positanerie".

Positano

Spirito senza tempo, o meglio, con un tempo diverso da quello che regola il resto del mondo, scandito, invece che dalle ore, dalle emozioni primarie del nostro corpo che, come risvegliato dall'esercizio di tutte quelle scalinate, dal silenzio, dai colori e gli odori, prende il sopravvento sui pensieri sistematici.

Positano

Goliarda Sapienza, attrice teatrale e scrittrice si innamora di Positano negli anni Cinquanta e dopo alcuni anni di frequentazioni racconta il dramma del turismo che era ben lontano dall’essere quello di massa dei giorni nostri, ma i tratti sono comuni:

.... Per non vedere i mutamenti piuttosto atroci che anche la costiera amalfitana ha subito negli ultimi anni. Nelle stradine, prima silenziose linde, un brulicare assordante di voci e di arti sgraziati rallenta, impaccia quel loro passo assolutamente positanese -a piedi nudi- che dava la sensazione di volare. Dopo la curva, come in un rivolo di fonte lambiva Palazzo Murat, al posto dei pochi dipinti e dei rari venditori di fiori, sosta un mosaico di quadri osceni e di finti pittori naïf per le file oscure di turisti che faticosamente marciano sudando e urlando per la fretta. Hanno solo poche ore per quella Positano ormai entrata a far parte dei luoghi da vedere per obbligo come la Grotta Azzurra a Capri, il Colosseo, la Torre di Pisa…
La piccola baia è così piena di ombrelloni da sembrare di essere piombati a Viareggio.

La Villa Romana di Positano

La Villa Romana di Positano

Grazie alla Villa Romana di Positano, distante circa quaranta chilometri da Pompei, è possibile vedere gli effetti della catastrofica eruzione del Vesuvio che distrusse la famosa cittadina nel 79 a.C. 

Dal 2004 sono iniziati gli scavi per portare alla luce questa straordinaria testimonianza del passato, grande vanto per la città.

Come racconta Giovenale, la villa era certamente una gigantesca villa d’ozio in una zona prestigiosa ed isolata, di proprietà del liberto Posides Claudi Caesaris,  dal cui nome deriverebbe il toponimo Positano.

Nella sala principale della domus un importante affresco quasi del tutto integro, oltre ai pavimenti in mosaico.

La Villa Romana di Positano

La datazione è l’unica informazione certa oltre al fatto che i gli abitanti della  Villa siano riusciti a scappare perché al suo interno non sono stati ritrovati dei corpi. 

L’altra ipotesi plausibile, supportata dal fatto gli oggetti in legno erano regolamento stipati negli armadi è che la Villa fosse chiusa, non frequentata dal suo proprietario in quel momento. 

La Cripta e i colatoi

La Villa Romana di Positano

L’esistenza della Domus erano nota a Weber, l’architetto, archeologo  che si occupò delle prime esplorazioni di Pompei ed Ercolano, tanto che fece costruire un tunnel nel 1758, poi dimenticato.

La villa si estende sotto la chiesa di Santa Maria Assunta e sono presenti 69 sedili per la colatura dei morti, oltre alla cripta medievale il cui uso risulta incerto.  

Sono presenti infine, nell’ipogeo, i reperti rinvenuti durante lo scavo.

La Villa Romana è fruibile solo con visite guidate https://marpositano.it

Li Galli

Il piccolo arcipelago di Li Galli, appartenente al comune di Positano, formato da tre isolotti ha una storia affascinante e antichissima: 

Quei tre scogli dovevano costituire un preciso punto di riferimento per i naviganti, ma il gioco delle correnti e dei vortici trascinava spesso inesorabilmente le imbarcazioni contro le rocce. Ecco allora che Omero, nel dodicesimo libro dell'Odissea, pose a vivere lì le sirene, il cui canto ammagliava i marinai in transito e portava le loro navi a schiantarsi sugli scogli. Le sirene della Grecia antica non erano le creature a metà tra la donna e il pesce care alla fantasia popolare di oggi, ma mostri con il corpo di uccello e il capo di fanciulla. Da qui il nome (Li Galli). La leggenda, che verrà ripresa da Virgilio nell'Eneide, al libro quinto, nel quale la nave dell'eroe troiano sfiora i rischiosi scogli delle sirene.

Li Galli cento anni fa appartenevano ad una facoltosa famiglia di Positano i Parlato. Poi la proprietà passa nelle mani di intellettuali  russi, tra cui tra cui Léonide Massine che affida il progetto  della ristrutturazione della grande villa a Le Corbusier. 

Ancora nel 1989  Rudolf Nureyev acquista le tre  isolette, e, alla morte del ballerino, Li Galli furono acquistati da una cordata di imprenditori guidati da Giovanni Russo magnate alberghiero di Sorrento.

Consigli di lettura

Appuntamento a Positano di Goliarda Sapienza negli anni Cinquanta Goliarda Sapienza grazie al suo lavoro cinematografico scopre Positano, è amore a prima vista. 

Storia del turismo italiano. La costiera Amalfitana di Pasquale Natella Da Vietri sul Mare a Sorrento il ricambio da un’economia debole rurale al boom turistico iniziato nell’Ottocento raccontato dagli scrittori dipinto dagli artisti e mitizzato dai viaggiatori del Grand Tour.

Meridiani Costiera Amalfitana e Cilento Amalfi, Positano, Ravello una Campania Felix sapientemente descritta e raccontato una pubblicazione simbolo.

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