Costiera Amalfitana Vietri sul Mare e Cetara

Vietri sul Mare è la città della ceramica per eccellenza in Costiera.  

Per chi arriva dal mare lo spettacolo delle maioliche della cupola della Chiesa di San Giovanni Battista è il primo impatto con quest’arte antica che pervade la vita e le attività artigianali del borgo. 

La splendida cupola del Settecento, alta trentasei metri, è completamente ricoperta da queste coloratissime ceramiche. 

Vietri sul Mare

Con la sistemazione del manto stradale della costiera nel '33, i viaggi di villeggiatura verso Amalfi e Positano divennero molto più facili. Il treno portava i viaggiatori fino alla stazione di Vietri, vicinissima la cupola di maioliche verdi e gialle della chiesa di San Giovanni e affacciata sul golfo azzurro che prometteva meraviglie.
Dalla stazione i viaggiatori proseguivano su carrozzelle che si inoltravano sulla strada costiera fino a Positano dopo aver attraversato Cetara, Minori, Atrani, Amalfi e Praiano. Molti però, soprattutto i signori residenti a Napoli in Campania, sceglievano la villeggiatura a Marina di Vietri, dove lo stabilimento balneare il Risorgimento con le sue duecento cabine montate da maggio ottobre assicurava comfort e modalità.

Vietri sul Mare

Già dai primi anni dell XI secolo sono presenti a Vietri personaggi riconducibili alla ceramica. Proprio in paese si costruiscono gli impianti grazie alla presenza del torrente Bonea che permetteva di azionare facilmente i mulini necessari alla lavorazione della creta e alla macina dei colori.  

Così oggi Vietri sul Mare ha l’aspetto di uno straordinario museo en plein air: le botteghe non hanno insegne, ma targhe in ceramica e la storia del paese è narrata sulle piastrelle. 

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La ceramica di Vietri una storia antica

Nella baia di Marina, una laboriosa concentrazione delle materie prime e la disponibilità degli strumenti e il trasporto marittimo avevano creato, a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, le condizioni per la nascita di uno dei centri più produttivi del Sud, capace di sostenere un mercato meridionale ampio seppur molto popolare...

Vietri sul Mare

Gli oggetti fabbricati hanno, all’inizio, solo scopi funzionali come contenere olio e salsa di pomodoro.

Ancora, si producevano solide mattonelle per i pavimenti e ceramica devozionale, ovvero pannelli in ceramica, al posto dei classici dipinti che raccontavano le vite dei Santi. 

Solo nel Novecento le fabbriche iniziano una proficua collaborazione con artisti provenienti da ambiti differenti: pittori, scultori, grafici così la ceramica vietriese oltrepassa la sua funzione primaria trasformandosi in una vera che propria espressione artistica.

Capiscuola sono stati Giovanni Carrano detto Giovannino e il maestro Antonio Franchini. 

La Ceramica Solimene

La Ceramica Solimene

Sono presenti in paese circa una settantina di botteghe artigiane, oltre alla famosa Ceramica Solimene, il cui edificio interamente ricoperto di ceramica è uno splendido esempio di architettura industriale realizzato nel 1963 da Paolo Soleri. 

La Villa Comunale di Vietri su Mare

La Villa Comunale di Vietri su Mare

La Villa Comunale di Vietri su Mare, un giardino a picco sul mare interamente decorato con le ceramiche vietresi. 

Il suo aspetto ricorda vagamente Parc Guell di Gaudì a Barcellona. 

La Villa Comunale di Vietri su Mare

La ceramica sugli scogli

La ceramica sugli scogli di Antonio Forcellino uno splendido libro che racconta non solo, la storia di Vietri sul Mare e della ceramica, ma anche una vicenda storica molto importante e dimenticata: gli ebrei in Costiera amalfitana durante la Seconda guerra mondiale. 

Una storia imprescindibile per comprendere Vietri: la vicenda personale e professionale dei coniugi Max e Flora Melamerson. 

Nel 1926 i coniugi Melamerson riparano in Costiera da Berlino, fuggendo dall’avanzare dell’antisemitismo nazista. Sono persone estremamente benestanti con un background sociale e culturale importante. Flora ha uno spiccato senso artistico e Max decide di dare vita a un’attività commerciale la ICS Industria Ceramica Salernitana

Nel giro di soli due anni, le ceramiche della ICS conquistano l'attenzione della critica del mercato italiano e, in breve tempo, si affermano presso i mercati stranieri. Max prende contatti con esportatori europei e americani e con la Rinascente di Milano che ha un centro di vendita di arredamenti d'avanguardia la Domus Nova diretta da Giò Ponti…
Nel maggio 1929, le ceramiche della ICS di Marina di Vietri fanno la loro comparsa sulla rivista "Domus", il mensile di arredamento di maggior prestigio d'Italia.

I Melamerson si integrano nella piccola realtà locale di Vietri, creano posti di lavoro e aiutano le persone, sono benvoluti da tutti. Ironia della sorte ottengono e portano a termine la commessa per il rifacimento dei pavimenti di Palazzo Venezia a Roma, la residenza del Duce. 

I pavimenti realizzati  dalla ICS sono tutt’oggi visibili nel Palazzo.  

Arrivano però gli anni del fascismo e della guerra, i Melamerson vengono internati nei campi di concentramento italiani e la ICS confiscata, Flora e Max vivono anni terribili senza perdere la speranza di tornare a Vietri, fino all’arrivo degli alleati:

L'esercito che stava liberando l'Europa era fatto anche dagli ebrei che erano stati cacciati dalle proprie case e che tornavano a riprendersi la propria dignità, come Ralph, il figlio di Flora, che sbarcò a Vietri in quei giorni con la Marina americana, e sfilò nel corso tra gli occhi increduli dei vietresi ai quali non poteva sfuggire il suo profilo robusto e l'aria malinconica.

Quando la guerra finisce i Melamerson tornano a Vietri ma tutto è stato rubato: saccheggiata la fabbrica e la loro casa. Flora è costretta a ricomprare quello che le è stato sottratto.  

Il 17 luglio 1954 Flora e Max lasciano per sempre l’Italia a favore dell’America. 

Visitando Vietri sul Mare è possibile vedere nel cortile della Ceramica Pinto 

Ceramica Pinto

... un panello ceramico inventato negli anni Trenta che può senza enfasi ritenersi il testamento in immagine di Flora, piantato sui muri nel cuore di Vietri, un pannello di due metri per uno che rappresenta due uomini in costume biblico che portano sulle spalle un enorme grappolo d'uva… Quella scena racchiude significati antichissimi ben conosciuti dagli ebrei. La scena illustra la scoperta della terra promessa da parte di Joshua e Caleb le due guide inviate da Mosè in esplorazione nella futura terra d'Israele.
Per mostrare al profeta la ricchezza della futura patria, le guide riportarono indietro questo grappolo gigantesco, salutati con gioia dal popolo in attesa....
Il pannello fu realizzato da Giovannino ma certamente su un disegno di Flora, perché è escluso che potesse essere Giovannino o qualsiasi altro ceramista vietrese a ideare questo soggetto.
Nel periodo dell'ultima collaborazione alla fabbrica Pinto, Flora e il suo più vecchio e fedele collaboratore ripresero una vecchia composizione biblica, e la murarono nel cortile della fabbrica. Qui, dimenticata e ignorata nei suoi significati fino ad oggi, diventa di nuovo capace, da sola, di testimoniare la presenza della colonia ebraica a Vietri, come presenza della fonte più fertile per la sua ceramica.

Il pannello di flora Melamerson a Vietri

Cetara

Cetara ai piedi del Monte Falerio da sempre un borgo di pescatori lo stesso nome potrebbe derivare dal latino settaria, tonnara.

Cetara

Un’antica tradizione  vedeva gli uomini partire in primavera per il Marocco e tornare in autunno.

A quel tempo risalgono anche le ricette tipiche della gastronomia locale a base di tonno e soprattutto quella degli spaghetti con la colatura di alici ossia il ricavato della fermentazione delle acciughe marinate negli orci, il garum degli antichi romani.

Subito dopo la stagione delle conserve arrivava un po' di pioggia e con essa l'odore del vino pressato nei tini e po della colatura d'alici, una salsa preparata mettendo sono sale le alici pescate a settembre in un coccio chiuso da un coperchio di legno sul quale una pesante pietra le spingeva e le comprimeva. Dal fondo del coccio un piccolo buco tappata dal sughero lasciava scorrere dopo un mese la salsa ancora liquida. Una volta in bottigliata, questa salsa scura si lasciava il sole in un luogo asciutto con il collo della bottiglia tappato da rametti di origano.a intervalli regolari, si trapassava la salsa passandolo attraverso una garza, fino a che raggiungeva un accettabile trasparenza ed era pronta per condire gli spaghetti nel periodo che andava dalla festa dell'Immacolata a Natale.

spaghetti con colatura di alici

Oggi la colatura di alici di Cetara è presidio slow food e DOP, al fine di tutelare una tradizione antichissima e unica nel suo genere. 

https://www.colaturadialici.itv

Consigli di lettura

La ceramica sugli scogli di Antonio Forcellino la  storia di Max e Flora Melamerson ebrei tedeschi che, in fuga dalla Germania nazista, riparano a Vietri sul Mare. Un testo consigliassimo.  

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