Il viaggiatore consapevole

Il viaggiatore consapevole

Il viaggiatore consapevole sa che il mondo cambia sempre più rapidamente, la pandemia ha rotto tutti gli equilibri precedenti e le certezze che ognuno di noi dava per acquisite. 

Ci sarà per sempre un prima  e un dopo, le conseguenze sulla salute fisica e mentale sono evidenti, il concetto stesso del viaggiare è cambiato. Qui una selezione di libri sulle sfide e i cambiamenti che l’umanità deve necessariamente accettare.  

Non ha senso viaggiare fino alla fine del mondo se si rimane la stessa persona che è partita, non ha senso viaggiare se si portano con  tutti i pregiudizi e le errate convinzioni che spingono a ritenersi  superiori ad altri uomini, culture e animali. 

Per tale motivo è necessario  non credere a tutto, ma avere il desiderio scomodo di informarsi  e non di cercare in rete conferme ad idee strampalate.  Viviamo  nell’era della post verità, delle fake news, dell’utilizzo distorto dei social media.

Il complotto al potere di Donatella Di Cesare

Il complotto al potere di Donatella Di Cesare l’approccio filosofico alle narrazioni del  complotto, quello che sembra essere un male della nostra epoca, oggi amplificato dalla rete, ha radici antiche tanto quanto l’uomo. 

Un piccolo testo denso di contenuti, non solo racconta complotti antichi e presenti, ma analizza le cause e le motivazioni della loro diffusione. 

Quando è divenuto complotto-il complotto è divenuto mondo. Il complotto è la forma in cui oggi intendiamo il mondo e lo abitiamo....

Il complottismo è la reazione immediata alla complessità. È la scorciatoia, la via più semplice e rapida, per venire a capo di un mondo ormai illeggibile. Chi ricorre al complotto non sopporta l'inquietudine, la domanda aperta. Non tollera di abitare in un paesaggio mutevole instabile, non accetta l'estraneità. Si mostra incapace di riconoscersi, insieme agli altri, esposto e vulnerabile, privo di protezione, ma perciò più libero e responsabile.  

Spillover di David Quammen

Spillover di David Quammen un libro diventato di culto, un libro predittivo, pubblicato in tempi non sospetti nel 2012. Un testo illuminante che spiega scientificamente l’origine dei virus  dimostrando così la follia delle teorie del complotto. 

Qualche Cassandra bene informata parla addirittura del Next Big One, il prossimo grande evento, come di un fatto inevitabile... Sarà causato da un virus? Si manifesterà nella foresta pluviale o in un mercato cittadino della Cina meridionale?

Quammen parte dal concetto di zoonosi ovvero ogni infezione animale trasmissibile all’uomo, quando questo si verifica c’e lo spillover, il salto di specie. L’aids, la peste bubbonica, l’ebola, la spagnola e le influenze stagionali e il Covid sono zoonosi. Questo dimostra come l’uomo, benché se ne dimentichi, sia un animale in rapporto con altri animali e l’aumento delle zoonosi fino alla pandemia ne è la prova. 

Ecco a cosa sono utili le zoonosi: ci ricordano, come versioni moderne di San Francesco, che in quanto esseri umani siamo parte della natura, e che la stessa idea di un mondo naturale distinto da noi è sbagliata e artificiale, e ne fa parte anche il prossimo virus killer che ci colpirà quello che non abbiamo ancora scoperto.

Il rispetto della natura: la terra non è solo la nostra casa

I movimenti e le proteste ambientaliste sono spesso criticati e bollati come aspetti di poca importanza. Sarebbe fantastico pensare che il global warming sia un’invenzione di una certo gruppo di persone e che il nostro stile di vita non impatti sulla Terra, ma purtroppo così non è. Dobbiamo ripensare il nostro rapporto con il pianeta e con gli animali, la terra non è solo la nostra casa, ma anche la loro. 

Che senso durante un viaggio  cavalcare un elefante? o farsi una foto un animale selvaggio tenuto in cattività e spesso drogato? 

 

Al di là delle parole di Carl Safina

Al di là delle parole di Carl Safina un viaggio straordinario tra gli animali: elefanti, lupi, scimpanzé, orche. Gli animali sono simili a noi, ma non è questo il presupposto da cui parte Safina: 

... il compito più difficile è capire chi sono gli animali a prescindere dal fatto che siano o meno simili a noi. Parliamo di "esseri umani e animali" , come se tutti i viventi ricadessero in due sole categorie: noi e tutti gli altri. Eppure abbiamo addestrato gli elefanti a trascinare i tronchi d'albero fuori dalla foresta; nei laboratori abbiamo fatto percorrere labirinti ai ratti, per studiare l'apprendimento; e i piccioni ci hanno insegnato i rudimenti della psicologia beccando i bersagli che gli mostravamo. Studiamo i moscerini per imparare come funziona il nostro DNA, e infettiamo le scimmie per mettere appunto cure da usare negli esseri umani; nelle nostre case e nelle nostre città i cani proteggono e guidano persone che possono vedere solo grazie agli occhi dei loro compagni a quattro zampe.
...L'idea diffusa, secondo cui soltanto gli esseri umani sperimenterebbero la coscienza, è superata.

Carl Safina, professore universitario con un dottorato di ricerca in Ecologia,  ci conduce alla scoperta degli animali in quanto tali con le loro caratteristiche uniche.

Mondi inaspettati e forme di intelligenza non convenzionali, coscienza e capacità  di relazioni rendono obsoleta la visione dell’uomo come misura di tutte le cose. Per creare un’etica basata sul rispetto di ogni forma di vita, cancellando la presunta superiorità che porta solo alla violenza e allo sfruttamento. 

Se negassimo la possibilità che gli altri animali abbiano dei sentimenti, e in realtà li avessero, commetteremmo un errore, e io credo che abbiamo sbagliato proprio in questo senso. Non sto dicendo che gli esseri umani e gli elefanti condividano tutte le emozioni. Tanto per citarne una pare che il disprezzo di sé sia un'esclusiva umana… …Invece di attribuire erroneamente agli animali emozioni che esse non sperimentano, abbiamo commesso un errore ancor più grave, rifiutando di riconoscere quelle che sperimentano davvero.

L'ombra dell'uomo di Jane Goodall

L’ombra dell’uomo di Jane Goodall L’autrice, classe 1934, è una delle figure di spicco a livello mondiale per l’etologia e la salvaguardia del pianeta e degli animali. La sua ricerca sugli scimpanzé inizia nel 1960 nella Riserva di Gombe in Tanzania. La giovane Jane utilizza l’osservazione dei primati e dà loro un nome, con il tempo sarà accettata, dopo un anno,  come parte del gruppo, La Goodall va contro tutti i principali scientifici dell’epoca e stravolgendo quanto scoperto fino ad allora sui primati. L’ombra dell’uomo racconta questo straordinario viaggio nella natura. 

... non ero neppure andata all'università, mi fu offerta l'opportunità di vivere non solo con degli animali, ma addirittura con degli scimpanzé, parenti più prossimi dell'uomo... Molti dei loro atteggiamenti e gesti, che appartengono la comunicazione non verbale, non solo ricordano quelli degli uomini, ma vengono in situazioni assai simili e hanno più o meno lo stesso valore: baciare, abbracciare, tenersi per mano, fare il solletico, pavoneggiarsi, agitare i pugni, lanciare i sassi e brandire i bastoni. Descrivo, inoltre, come il mio rapporto personale con alcuni scimpanzé e gradualmente passato dalla paura (da parte loro) a una fiducia reciproca, E come le mie iniziali supposizioni, perlopiù basate sull'intuito, hanno trovato conferma in anni di attente osservazioni e analisi del loro comportamento....
Gli anni descritti in questo libro, sono stati, forse, i più felici della mia vita, perché ho vissuto immersa nella natura come sognavo da bambina.

Jane Goodall, con il suo Jane Goodall Institute, fondato nel 1977, è una scienziata che ogni giorno si impegna per il mondo e per gli animali minaccianti dalla violenza e dall’avidità umana. Le sue leggendarie conferenze sono sold out in ogni angolo del globo e lei, nonostante la sua età, si prodiga continuamente per trasmettere l’insegnamento fondante che l’uomo sembra non aver ancora compreso: il rispetto della vita in ogni sua forma. 

Un cambiamento necessario

Durante ogni viaggio ci sono questioni etiche e morali che è giusto porsi: cosa aggiunge al mio viaggio mangiare carne di canguro, coccodrillo, cane? (La stessa domanda dovremmo potercela a casa con gli animali che riteniamo cibo) questo è ricerca dell’esotico oppure è desiderio  stupire?

Io penso che gli uomini saranno uccisi e torturati fino a quando gli animali saranno uccisi e torturati e che fino allora ci saranno guerre, poiché l’addestramento e il perfezionamento dell’uccidere deve essere fatto moralmente e tecnicamente su esseri piccoli. Penso che ci saranno prigioni finché gli animali saranno tenuti in gabbia. Poiché per tenere in gabbia i prigionieri bisogna addestrarsi e perfezionarsi moralmente e tecnicamente su piccoli esseri.

Se niente importa di Jonathan Safran Foer

Se niente importa di Jonathan Safran Foer il titolo di questo reportage si deve ad un fatto realmente accaduto alla nonna ebrea dell’autore durante la seconda guerra mondiale. 

"Il peggio arrivò verso la fine. Moltissime persone morirono proprio alla fine, io non sapevo se avrei resistito un altro giorno. Un contadino, un russo, Dio lo benedica, vide in che stato ero, entrò in casa e ne uscì con un pezzo di carne per me".
"Ti salvò la vita".
" Non lo mangiai. Era maiale. Non ero disposta mangiare maiale. "
"Come? perche non era kosher?"
"Certo."
"Ma neppure per salvarti la vita?"
"Se niente importa, non c'e niente da salvare."

Questo dialogo vale il libro. Un testo che affronta tematiche importanti sul cibo e invita alla riflessione che ogni persona civile deve fare: è giusto, etico, corretto magiare animali? 

Siamo consapevoli che gli allevamenti intensivi sono luoghi atroci in cui vengono inflitte sofferenze indicibili ad essere senzienti e capaci di emozioni come i nostri amati animali domestici? Oppure vogliamo fingere che la fetta di carne nel nostro piatto sia solamente cibo? Se davvero questo non riesce a scuotere le coscienze dovremmo chiederci per quanto il pianeta possa ancora reggere la pressione degli allevamenti intensivi.  

Sì oltretutto il mondo non ha nessun bisogno di produrre tutti gli animali che attualmente produce. L'allevamento intensivo non è nato e non è progredito perché c'era l'esigenza di produrre più cibo, ma per produrlo in modo che fosse redditizio per le grandi aziende agroalimentari. L'allevamento intensivo è solo una questione di soldi.

Il dilemma dell'onnivoro di Michael Pollan

Il dilemma dell’onnivoro di Michael Pollan l’autore si addentra dei meandri dei sistemi alimentari, documentando con dovizia di particolari, non può non sconvolgere un lettore attento, un viaggiare compassionevole, perché è sicuramente molto lodevole apprezzare altre culture viaggiando, ma non è altrettanto lodevole mangiare  animali credendo di essere nel giusto.  Oltre al fatto scientifico  assodato che mangiare la carne di allevamenti intensivi  è tutto tranne che sano.  

"Ai tempi di mio nonno" diceva Rich "si macellava a quattro-cinque anni. Negli anni Cinquanta, quando c'era mio padre, si era scesi a due-tre. Oggi arriviamo a quattordici- sedici mesi." Fast-food, in ogni senso. Per portare un manzo da quaranta a cinquecento e passa chili in quattordici mesi ci vuole una quantità spaventosa di mais, integrato con supplementi di proteine grassi, nonché un moderno arsenale farmaceutico.

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Ciao, sono Paola, lettrice da sempre e viaggiatrice da molto. Libri e viaggi, più che passioni per me sono due vere ossessioni.

I miei articoli pubblicati su riviste e online.

 

 

Una valigia piena di libri

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