La letteratura di viaggio è un tema vasto se non addirittura smisurato, in fondo tutta la letteratura può essere definita di viaggio, raccontare una storia significa compiere un viaggio, a volte fisico, a volte metaforico, di certo spirituale.
La letteratura di viaggio, come racconto di scoperta di paesi, terre e civiltà sconosciute, nasce con l’uomo con il suo desiderio di spingersi oltre, di conoscere l’ignoto.
La letteratura di viaggio come racconto di scoperta di paesi terre e civiltà sconosciute nasce con l’uomo con il suo desiderio di spingersi oltre di conoscere l’ignoto.
Odissea di Omero il racconto di viaggio per eccellenza: Ulisse nel suo lunghissimo peregrinare per ritornare a Itaca, affronta il mare, i pericoli, i nemici e soprattutto se stesso.
Ma è un viaggio anche quello di Dante ne La Divina Commedia egli esplora Inferno, Purgatorio e Paradiso ne conosce i luoghi e ancor di più gli abitanti, i dannati e i beati, raccontano la loro vita terrena a Dante.
Il primo grande racconto di viaggio simile a quelli della nostra epoca è senza dubbio Il Milione di Marco Polo, il viaggiatore e mercante veneziano sul finire del 1200 intraprende un epico viaggio in Asia con destinazione finale Cina, dove Marco Polo si trattiene per oltre diciassette anni. Le sue descrizioni contribuiscono alla creazione di carte geografiche, politiche e scientifiche della sconosciuta Asia.
Allo stesso tempo sono letteratura di viaggio anche i diari dei grandi esploratori come Cristoforo Colombo e Ferdinando Magellano.
Jules Verne con i suoi Il giro del mondo in ottanta giorni e Ventimila leghe sotto i mari racconta di grandi esplorazioni seppur fantastiche.
Il Gran Tour, a partire dal XVII secolo, vede impegnati i ricchi aristocratici europei a raggiungere l’Italia al fine di perfezionare la loro cultura, esplorando Roma, Venezia, Napoli, il lago di Como, la Sicilia. Ognuno creava una personale mappa dell’Italia e lo stesso valeva per il tempo a disposizione, come si racconta in Viaggio in Italia di Johann Wolfgang von Goethe.
Negli anni Cinquanta del secolo scorso, il viaggio diviene forma di ribellione ad una società moralista. Sulla strada di Jack Kerouac, un romanzo autobiografico del 1951 racconta un viaggio in autostop negli Stati Uniti; è il manifesto della beat generation.
Così come Le Porte della Percezione di Aldous Huxley, figlio degli stessi anni, racconta dei viaggi fatti da Huxley con la mescalina. Gli allucinogeni, largamente usati negli Sessanta e Settanta, mescalina, peyote e lsd garantivano un viaggio, trip appunto, nella coscienza.
Infine, nel 1973 un ex ingegnere della Chrysler, Tony Wheeler, con sua moglie Maureen, racconta nel libro Across Asia on the Cheap un viaggio in auto da Londra in Asia con un budget ridottissimo. Il libro divenne un bestseller. Erano nate le guide Lonely Planet.
« Ho fatto solo una cosa nella vita, viaggiare. E anche questo che descrivo è solo un viaggio. I cinesi hanno un modo di dire: guardare i fiori da un cavallo in corsa. Così riassumerei questa esperienza. Mi piace cogliere la fortuna, il caso che ti porta fuori dal tuo solito punto di osservazione e ti trascina proprio lì e in quel momento... allora ti tocca fare il testimone. »
Tiziano Terzani
Qui tutti i libri del grande viaggiatore fiorentino.
Ryszard Kapuścinski è uno dei giornalisti, più importanti del Novecento la sua ricca produzione ha affrontato moltissime tematiche importanti del secolo scorso, il reporter polacco, classe 1932, ha davvero conosciuto il corso della storia e l’ha saputo raccontare con un piglio giornalistico nel senso più alto della parola, merce rara per i nostri tempi.
Personalmente trovo che Kapuścinski, per certi tratti, si avvicini a Terzani. I due non si sono mai incontrati di persona, ma si stimavano e si scrivevano.
Tra i sui numerosi reportage poi divenuti libri, questa è una personale selezione.
Autoritratto di un reporter di Ryszard Kapuścinski l’autoritratto di un uomo al quale la vita non ha risparmiato nulla: la durissima infanzia fra fame e freddo poi la scoperta della scrittura e la sua straordinaria capacità di raccontare non solo i fatti ma gli uomini.
Quello che, secondo me, sono riuscito a fare, o almeno spero, è di aver introdotto nella nostra letteratura degli spazi nuovi, nuove culture, nuove civiltà finora non osservate o trattate in modo marginale e non programmatico.
Ryszard Kapuścinski
Ed ecco il tema del viaggio
Il reporter funziona come un accumulatore: quando raccoglie e immagazzina la realtà, non hai il tempo di scrivere. Il paradosso della mia professione è che la letteratura scaturisce dal viaggio, e il viaggio impedisce di scrivere. Quelli passati in viaggio sono momenti troppo preziosi, situazioni troppo rare perché si possa sprecarli scrivendo.
Ryszard Kapuścinski
Lapidarium di Ryszard Kapuścinski frammenti, scritti brevissimi, riflessioni dense di significato, istantanee di storia contemporanea.
Il mondo: tutto è già stato detto di tutto. Il pensiero umanistico si è esaurito? Ci rimangono solo le scoperte tecnologiche?
Ryszard Kapuścinski
In viaggio in Erodoto di Ryszard Kapuścinski il giornalista polacco racconta i retroscena più personali della sua vita: dalla povertà alla laurea, i primi incarichi come inviato, senza nessuna esperienza, in India e Cina e poi la scoperta dell’Africa.
L’ammirazione per Erodoto, con il suo libro Storie, il primo storico del mondo, il testo per Kapuścinski diventa un vero e proprio libro di culto che lo accompagnerà nei suoi viaggi e nella stesura dei suoi reportage.
Erodoto vive a cavallo tra due epoche, quando ancora impera la tradizione della trasmissione orale, ma già si affaccia l'era della storia scritta. E' probabile che il ritmo di vita e di lavoro di Erodoto fosse più o meno il seguente: dopo un lungo viaggio, durante il quale raccoglieva materiale, tornava a casa e cominciava a girare per le città greche, organizzando, per così dire, della serate d'autore, nelle quali narrava le esperienze, le impressioni e le osservazioni ricavate dai suoi vagabondaggi.
Ryszard Kapuścinski
Imperium di Ryszard Kapuścinski è la narrazione di viaggio in un imperio del Novecento: l’ex Unione Sovietica, dal 1932 al 1992, dal Baltico al Pacifico. Impossibile non pensare a Buonanotte signor Lenin di Tiziano Terzani.
In principio non pensavo ad un grande viaggio. Volevo semplicemente recarmi nel Caucaso, dove ero già stato due decenni prima, alla fine degli anni Sessanta. Quel pezzetto di terra, conquistato dalla Russia e poi inglobato a forza nell'Urss, mi interessava in modo particolare, vista la mia passione per la decolonizzazione mentale e politica del mondo; e lì, oltre il Caucaso, si stava appunto svolgendo un processo del genere. Il XX secolo non è stato solo il secolo dei totalitarismi e delle guerre mondiali, ma anche la più grande era di decolonizzazione della storia: sulla carta del mondo compaiono più di cento nuovi stati; interi continenti conquistano, almeno formalmente, l'indipendenza.
Ryszard Kapuścinski
Nel turbine della storia di Ryszard Kapuścinski le interviste di Kapuścinski su Africa, Russia, Europa e globalizzazione: i fatti del Novecento interpretati e connessi tra di loro. Da questo scaturisce una riflessione più profonda sul nostro mondo e le tragiche derive della società occidentale.
Oggi veniamo aggrediti da una tale massa di informazioni, che l'attingere a ciò che è stato ieri o indagare su ciò che sarà domani è una capacità riservata soltanto a persone fuori dal comune. Una mente normale è troppo stanca per riuscire a digerire tutto, per cui si contenta di prendere solo quello che le arriva in via diretta. Limitato all'oggi.
Ryszard Kapuścinski
Per tale motivo il lavoro di giornalista è fondamentale:
Il giornalista è sempre uno storico. Il suo lavoro consiste nel ricercare, esplorare, descrivere la storia nel suo farsi. Le conoscenze e l'intuito dello storico sono le qualità fondamentali di ogni giornalista. E' facile riconoscere il buon giornalismo da quello cattivo: nel buon giornalismo, oltre alla descrizione di un evento viene data anche la spiegazione del motivo per cui è accaduto; quello cattivo si limita semplicemente alla descrizione dei fatti, senza collegarli al contesto storico. C'è il resoconto del fatto in sé, senza che ne possiamo capire le cause e i precedenti.
Ryszard Kapuścinski
In Patagonia di Bruce Chatwin il libro simbolo di tutta la letteratura di viaggio. Il diario del viaggio del 1977 di Chatwin nella Patagonia cilena e argentina alla ricerca di un suo antenato: il capitano Charles Mildward. Il testo è stato premiato con l’Hawthornden Prize.
Il viaggio per eccellenza quello spirituale alla ricerca delle origini della propria famiglia e quello fisico alla scoperta di nuove terre. Un reportage di viaggio che si avvicina molto al romanzo.
La Patagonia! E' un'amante difficile. Lancia il suo incantesimo. Un'ammaliatrice! Ti stringe nelle sue braccia e non ti lascia più.
Bruce Chatwin
I paesaggi fanno da sfondo agli incontri umani, dove la Patagonia diviene ultimo rifugio per un’umanita variegata composta da un’umanità in cui si mischiano varie etnie.
Chi percorre il deserto scopre in sé una calma primitiva (nota anche la più ingenuo dei selvaggi), che forse è la stessa cosa della Pace di Dio.
Bruce Chatwin
Nelle terre estreme di Jon Krakauer la storia vera di Christopher McCandeless detto Alex Supertramp; dopo la laurea, nel 1990, abbandona la vita civile e consumistica americana, tagliando i ponti con la sua famiglia, gli amici e ogni tipo di bene materiale. Per due anni vive di piccoli lavori al margine della società e lontano dalle grandi città, preparandosi a quella che, nel 1992, diventerà la sua più grande impresa: vivere immerso nella natura in Alaska, con l’unica compagnia dei suoi libri preferiti quelli che gli erano stati di ispirazione durante gli anni di formazione.
Ciao ragazzi! Questa è l'ultima comunicazione che riceverete da me. Sto per addentrarmi nella natura selvaggia. Riguardatevi, è stato bello conoscervi.
Alexander
Quello che accadrà a Chris è storia nota, le prime settimane in Alaska sono per lui incredibilmente vitali, il sogno a lungo atteso divenuto realtà. Si accampa in un vecchio bus abbandonato che soprannomina Magic bus.
La sua giovane età (24 anni) e la totale mancanza di preparazione ad una terra così estrema lo trovano impreparato all’arrivo dell’inverno.
Scivolò in uno stato d'incoscienza. Probabilmente morì il 18 agosto, centododici giorni dopo essersi addentrato nella foresta, diciannove giorni prima che qualcuno capitasse nei paraggi e s'imbattesse nel corpo esanime. Una delle ultime cose che Chris McCandless fece in vita fu quella di scattarsi una foto accanto all'autobus sotto la volta celeste del cielo d'Alaska. Con una mano rivolge il biglietto all'obiettivo e con l'altra porge un saluto sereno e coraggioso al mondo. Se in quelle ultime, difficili ore il ragazzo si sia commiserato-perché era giovane, perché era solo, perché il corpo l'aveva tradito riducendolo in quello stato-non traspare dall'immagine. Chris sorride, e il suo sguardo è inequivocabile: McCandless era in pace, beato come un monaco che va dal Signore.
Jon Krakauer
Dal libro è stato tratto, nel 2007, il film Into the Wild di Sean Penn con Emile Hirsch, vincitore di un premio Oscar e un Golden Globe.
Il magic Bus è diventato oggetto di pellegrinaggio di moltissimi giovani ispirati da Chris, tanto che nel 2020 è stato rimosso perché teatro di altre morti di escursionisti improvvisati.
Wild di Cheryl Strayed La vicenda personale e dolorosa di Cheryl, che, a ventisei anni, si ritrova con un matrimonio fallito e la prematura scomparsa della madre alla quale è molto legata. Decide così, senza nessuna esperienza e nessuna preparazione, di intraprendere il Pacif Crest Trail un percorso di trekking lungo oltre quattromila chilometri il capolinea settentrionale è al confine tra Stati Uniti e Canada e il meridionale al confine tra USA e Messico, una linea attraverso le creste dei monti americani, in un paesaggio difficile, ma di straordinaria bellezza.
Durante il cammino Cheryl affronterà i suoi demoni, il suo dolore, le scelte sbagliate.
Non c'era modo di sapere che cosa faceva accadere una cosa piuttosto che un'altra. Che cosa portava a cosa. Che cosa distruggeva cosa. Che cosa faceva si che una cosa fiorisse o morisse o prendesse un'altra direzione.
Cheryl Strayed
Wild oltre ad essere uno straordinario esempio di letteratura di viaggio è un moderno romanzo di formazione, in cui si assiste pagina dopo pagina alla catarsi della protagonista.
Credere che non era più necessario, tentare di afferrarlo a mani nude. Sapere che vedere il pesce sotto il pelo dell'acqua era già abbastanza. Era tutto.
Cheryl Strayed
Dal libro è stato tratto, nel 2014 , il film Wild di Jean-Marc Vallée con Reese Witherspoon, candidato a Oscar e Golden Globe.
Orme di Robyn Davidson Nel 1977 l’autrice attraversa a piedi il deserto australiano partendo a Alice Springs fino all’Oceano indiano per oltre millesettecento miglia, in compagnia del suo adorato cane e di quattro cammelli. Un’epopea a volte dolorosa, altre drammatica e perfino divertente, documentata dal fotografo di National Geographic Rick Smolan che segue Robin per alcuni tratti dei suo viaggio.
Puoi essere forte e coraggiosa solo se ti permetti di esserlo, è che la parte sicuramente più difficile di ogni avventura è compiere il primo passo, prendere la prima decisione. Ma anche allora sapevo che me le sarei dimenticata queste cose tante volte, e che avrei dovuto tornare indietro e ripetermi quelle parole che avevano ormai perso significato, e che avrei dovuto cercare di ricordare la verità di tutto questo, che sarei caduta in uno stato di inutile nostalgia. I viaggi con i cammelli non cominciano e non finiscono. Cambiano solo forma.
Roby Davidson
Densi di significato sono i capitoli dedicati agli aborigeni, i veri australiani bistrattati, violati e ridotti a spettacolo, diventano per Robyn guide spirituali preziosissime nella durezza dell’outback.
Quello che è vero in un posto non è necessariamente vero in un altro.
Roby Davidson
Dal libro è stato tratto, nel 2013, il film Tracks di John Curran con Mia Wasikowska, in concorso alla mostra Internazionale del cinema di Venezia del 2015.
L’arte di viaggiare di Alain De Botton lo scrittore specializzato in testi di filosofia divulgativa affronta il tema del viaggio citando luoghi, letterati ed esploratori. Creando delle macro-aree su cui riflettere: i mezzi di trasporto e la loro evoluzione, le motivazioni, le aspettative, il senso dell’esotico, la curiosità, e l’arte come strumento di conoscenza del mondo:
E, nella misura in cui viaggiamo in cerca di bellezza, le opere d'arte possono in qualche modo contribuire a influenzare la scelta delle nostre mete.
Alain De Botton
Per arrivare alla conclusione che sottoscrivo in pieno e che ogni viaggiare ha provato almeno una volta nella vita:
L'idea di essere di nuovo a casa mi trasmetteva unicamente disperazione. Ero convinto che sulla terra esistessero pochi luoghi peggiori di quello in cui il fato mi aveva condannato a vivere.
Alain De Botton
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Ciao, sono Paola, lettrice da sempre e viaggiatrice da molto. Libri e viaggi, più che passioni per me sono due vere ossessioni.
I miei articoli pubblicati su riviste e online.
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