
Ciao, sono Paola, lettrice da sempre e viaggiatrice da molto. Libri e viaggi, più che passioni per me sono due vere ossessioni.
I miei articoli pubblicati su riviste e online.
Una selezione di libri su Israele.
Gerusalemme una storia di Franco Cardini Un testo imperdibile per avvicinarsi all’universo Gerusalemme. L’autore, con grande maestria e molto amore, racconta la storia millenaria della Città Santa. Attraverso i secoli e le dominazioni Gerusalemme, sacra e profana, stratificata, contesa, in perenne guerra, sopravvive all’uomo e alla sua forza distruttiva.
… Questa non è una città: questa è la vita di ciascuno di noi, che a volte ci illude e a volte ci fa disperare, a volte ci sembra irreale, a volte inutile. La nostra avventura interiore, il nostro eterno viaggio, la nostra vera crociata, è la conquista di un senso da dare alla vita. Questa è la Gerusalemme della quale abbiamo bisogno, alla quale aspiriamo…. Gerusalemme dentro le mura, la vera, la santa, l'eterna; Gerusalemme fuori la profana, l’assediatrice, la corruttrice, la profanatrice…
Franco Cardini
Solo attraverso la conoscenza si può giungere magari non alla comprensione, ma alla consapevolezza di questa città unica al mondo.
Se non conosciamo qualcosa, se non abbiamo almeno un'idea di tutto questo, è inutile cercare di capire Gerusalemme sostando in meditazione per ore dinnanzi al suo panorama dal Monte degli Ulivi, o immergendoci nelle sue bellezze, o perlustrando con attenzione le sue strade i suoi vicoli. O cercando tra gli scavi archeologici e i trattati di storia di penetrare i suoi segreti. Gesù pianse su Gerusalemme, e pianse perché l'amava; in tanti hanno continuato a piangere su di essa, a piangere perché l'amano, e le loro lacrime non sono meno mare di quelle del Nazareno.
Franco Cardini
Le pietre di Gerusalemme di Fosco Maraini Un viaggio a Gerusalemme, attraverso la pietra e le sue infinite forme.
D'altra parte cos'è l'uomo rispetto alla pietra?… La pietra può veramente dire: io sono, io sto. Su di lei scorrono i millenni come rugiada di tempo. A Gerusalemme uomo e pietra si incontrano, convergono l'uno nell'altra. La pietra di Gerusalemme è intrisa d'uomo, e qui l'uomo si firma nella pietra.
Fosco Maraini
Gerusalemme dove l’uomo e la pietra si incontrano in forme di straordinaria bellezza e feroce violenza.
Ma Gerusalemme non è fatta solo di uomini e di pietre; c'è tutta una dimensione che sconfina nell'invisibile e che rende questa città unica tra le altre. Uomini, pietre, Dio; ecco i termini di un quadro complesso e drammatico.
Fosco Maraini
Con queste premesse Fosco Maraini si appresta a visitare raccontare la città sacra delle tre religioni monoteistiche camminando per le strade intrise di storia millenaria.
Gerusalemme è stata per secoli sacra a tre fedi, teoricamente parallele, ma in realtà spesso nemiche feroci l'una dell'altra; questo fatto rende la città incredibilmente complessa.
Fosco Maraini
Gerusalemme di Pierre Loti Pierre Loti giunge a Gerusalemme nel 1895, da non credente racconta il suo viaggio nella città delle tre regioni monoteiste. Un viaggio avventuroso, figlio dell’epoca, a dorso di mulo tra la Galilea, il Mar Morto, il deserto, fino alla Città Santa. La trova “desolata e triste”, ma il desiderio di ricerca interiore lo porta a cercare il Cristo dei Vangeli nei luoghi della cristianità.
Noi ce ne andiamo per le strade strette, sinistre malgrado il sole, fra vecchi muri senza finestre, fatti d’avanzi di tutte le epoche della storia, e in cui, qua e là, si incastrano una una pietra ebraica, un marmo romano.
Pierre Loti
L’abilità di Loti nelle descrizione e nelle riflessioni, quasi filosofiche, incanta ancora oggi il lettore, più di un secolo dopo la scrittura di queste pagine.
Ormai, da quasi duemila anni, è sempre così in questo luogo; sotto forme diverse, in basiliche differenti, con delle interruzioni per gli assedi, le battaglie e i massacri, ma con delle riprese in seguito più appassionate, universali, sempre risuona qui lo stesso concerto di preghiere, lo stesso grande coro di supplicazioni disperate o di azioni di grazie trionfanti…
Pierre Loti
Un itinerario di viaggio valido ancora oggi, ma ancora più validi gli spunti di riflessione.
Dietro a questo Cristo convenzionale, che si mostra qui a tutti, dietro questo Cristo troppo aureolato d'oro e di gemme, troppo rimpicciolito per esser passato durante i secoli attraverso tanti cervelli umani, la vera figura di Gesù si smarrisce ora più che mai davanti ai miei occhi; mi sembra che si dilegui maggiormente, e divenga più inesistente.
Pierre Loti
Tel Aviv di Elena Loewenthal Il viaggio (personale e mai definitivo, come lo sono tutti i viaggi) dell’autrice a Tel Aviv. Città, sorta nel 1909, la prima città completamente ebraica dopo duemila anni.
Tel Aviv nasce sopra due dune di sabbia e vuole essere subito urbana. Vera. Autonoma. Non è un quartiere e neppure un ripiego di abitato, ma una vera e propria città di tutti gli ebrei. La prima. Diventa così più di ogni altro luogo il simbolo, anzi la sostanza dell'epopea sionista nella sua vertiginosa metamorfosi da sogno a realtà….. È una città che non ha pari, perché è nata per capovolgere la storia. Anche per questo, forse guarda volentieri al futuro mentre paura di invecchiare: per non dover regredire, non sia mai, a quel punto morto in cui la storia potrebbe pure rinfacciarsi. Tel Aviv, insomma, deve continuare a dichiararsi la città ebraica che rinnega la Diaspora, che si lascia il ghetto definitivamente alle spalle.
Elena Loewenthal
E’ a Tel Aviv che viene dichiara la nascita di Israele nel 1948.
A casa del signor sindaco, Meir Diezengoff, al numero 16 di Viale Rothschild che una volta era un canalone fra due dune di sabbia. Qui, il 14 maggio del 1948, era un venerdì, vigilia di sabato, nacque lo Stato ebraico che venne chiamato "Israele", scandito dalla voce sicura e lenta, un po' malinconica e intrisa di accento askenazita… La voce, è quella di Ben Gurion.
Elena Loewenthal
Tel Aviv è sempre rivolta futuro.
… la Tel Aviv che non vuole invecchiare. Che guarda con un misto di orgoglio e circospezione al proprio piccolo passato. Che è piena di vita e vitalità, creativa.… Ma c’è anche un’ altra frase…campeggia sugli slogan dell'ufficio del turismo, è ribadita con compiacimento dei suoi abitanti: è la città "che non si ferma mai". Tel Aviv non dorme perché ad ogni ora del giorno della notte è possibile mangiare, ballare, ascoltare, vedere, girare.
Elena Loewenthal
Una storia d’amore e di tenebra di Amos Oz Un libro-mondo che attraversa centoventi anni di storia, sotto forma di autobiografia di Amos Oz, uno dei più importanti scrittori israeliani, e della sua famiglia.
Dalla Terra Promessa all’Europa, attraverso le vite degli ebrei in Lituania, Russia, Polonia, fino a Gerusalemme, luogo in cui si svolge la narrazione.
Oggi giorno l'Europa è completamente diversa, oggi è piena di europei, da un muro all'altro. Fra parentesi, anche le scritte, sui muri, sono cambiate completamente: quando mio papà era ragazzo a Vilna stava scritto su ogni muro d'Europa: "Giudei, andatevene a casa, in Palestina". Passarono cinquant'anni e mio padre tornò per un viaggio in Europa, dove i muri gli urlavano addosso: "Ebrei, uscite dalla Palestina”.
Amos Oz
Proprio nella Città Santa Amos Oz, figlio unico di questa famiglia allargata, nasce e cresce negli anni Quaranta del Novecento, quando navi cariche di ebrei in fuga dal nazismo cercavano rifugio a Gerusalemme.
… Una Gerusalemme etiope, araba, crociata, ottomana, missionaria, tedesca, greca, astuta, armena, americana, monastica, italiana, russa, folta di pini, minacciosa e accattivante con le sue campane e i suoi incanti alati a te proibiti per estraneità, una città velata custode di segreti scottanti, ridondante di croci minareti e misteri, altezzosa e silenziosa; nelle sue strade vagavano come ombre scure e sacerdoti di religioni straniere avvolti in tonache nere e neri paramenti, monaci e monache kadì e muezzin e notabili e pellegrini e veli di donne e cappucci di frati.
Amos Oz
La vicende familiari, spesso drammatiche, si mescolano con la storia, le gioia e le speranze per nascita di Israele nel 1948.
Ma d'ora in poi, dal momento in cui avremo uno Stato, d'ora in poi mai nessuno più ti molesterà soltanto perché sei ebreo e perché gli ebrei sono così e cosà. Questo no. Mai più. Da stanotte, è tutto finito. Finito per sempre.
Amos Oz
Una pace perfetta di Amos Oz ambientato in un kibbutz, ovvero le comunità agricole collettive nate in Palestina a partire dal 1910, ad opera del movimento sionista (il movimento volto alla creazione dello stato ebraico).
L’ideologia dei kibbutz è socialista, una comunità autonoma e autosufficiente che vive del proprio lavoro. La socialità è totalizzante, le decisioni sono collettive in funzione del bene comune.
Oz racconta l’epopea dei kibbutz in Israele, alla vigilia della Guerra dei Sei Giorni.
I protagonisti, i coniugi Yoni e Ramona, vivono nel Kibbutz Granot, tra sogni e speranze infrante.
Nell'inverno del Sessantacinque Yonatan Lifschitza decise di mollare sua moglie e il kibbutz in cui era nato e cresciuto. Si era messo in testa di cominciare una nuova vita. Durante l'infanzia, la giovinezza, il periodo del servizio militare, era stato costantemente assediato da una cerchia ristretta di uomini e donne che si immischiavano nella sua vita… Giunto ventisei anni, incominciò a desiderare di trovarsi finalmente solo, senza nessun altro intorno, per cercare di raccapezzarsi.
Amos Oz
Inizia così il viaggio interiore e di ricerca di sé del giovane Yoni, attraverso i sottili equilibri che regolano la sua vita e quella di tutta la piccola comunità. Ma la comparsa del giovane Azariah, in una notte di pioggia invernale, cambierà i progetti del protagonista.
L’amante di Abraham Yehoshua Dalla straordinaria penna di Yehoshua un romanzo che racconta l’incomunicabilità tra persone e il muro di silenzio che divide ebrei ed arabi in Israele.
Un racconto a più voci ambientato tra Haifa e Gerusalemme, L’amante narra le vicende di una famiglia ebraica benestante, durante la guerra del 1973.
Adam, il proprietario di un’affermata officina meccanica, la moglie Asya, insegnante, e la loro figlia adolescente Dafi. Nella loro famiglia regna il silenzio, il non detto, vivono insieme e nessuno conosce l’altro. Come si evince dalla narrazione degli stessi fatti dal punto di vista dei protagonisti.
L’impossibilità di comunicare si estende per osmosi all’intera Haifa: gli ebrei vivono nella città alta e gli arabi nella città bassa, condividono luoghi, abitudini, lavoro, ma tutto li separa: i pregiudizi, le paure, la cultura.
Un conflitto irrisolto governa le loro vite. La convivenza è resa possibile da un’accettazione passiva dell’altro. Da ambo le parti.
Che cosa ne sapete di loro, voialtri? Da me ne lavorano trenta, di arabi, e credetemi ogni giorno li capisco di meno. Non è che loro ci odiano-chi pensa che loro ci odiano, si sbaglia di grosso. Noi siamo all'infuori dell'odio, siamo come ombre per loro…. Quando cominciamo ad ammazzarli, allora si stancano, diventano lenti, non stanno attenti, sono capaci di pigliarsi un'arrabbiatura per nulla, prima del notiziario o dopo. Noi altri, il notiziario non lo stiamo tanto a sentire, è come un ronzio, nulla di preciso, sentiamo le parole, ma non le vogliamo capire.
Abraham Yehoshua
Nell’officina, lavorano moltissimi arabi e Na’Im, un giovane apprendista, attira l’attenzione di Adam. Attraverso il lavoro e la condivisione di alcuni momenti familiari, il muro di silenzio sembra cadere, è forse possibile vivere insieme e sorridere dei rispettivi pregiudizi?
E’ solo un’illusione. La profonda spaccatura che divide i protagonisti è la metafora perfetta di Israele. L’amante è un romanzo sulla perdita, sullo smarrimento. Un romanzo stupefacente, Yehoshua è capace, come nessun altro, di raccontare la dilaniante convivenza.
Quest’anno a Gerusalemme di Mordercai Richler Richler proviene da una famiglia ebrea osservante, per tutta la sua infanzia ha dovuto rispettare i precetti dell’ebraismo. Durante l’adolescenza abbandona la fede per una visione laica della vita e ripone le sue speranze nel sionismo e nel sogno di trasferirsi a Gerusalemme per essere tra i fondatori dello stato di Israele letteralmente “fare aliyah”.
Dopo tanti anni riesco ancora a ricordare l'emozione che provammo il 29 novembre 1947, quando l'assemblea Generale delle Nazioni Unite votò a favore della creazione di uno Stato ebraico.… A quell'epoca eravamo tutti intenzionati a fare Aliyah.
Mordercai Richler
Non raggiungerà mai la Terra Promessa, trascorrendo la sua vita in Canada, ma ci andrà in visita due volte, nel 1962 e nel 1992. Qui incontra turisti da ogni parte del mondo, ebrei, arabi, palestinesi. Il suo racconto è un reportage di viaggio, tra guerre, sogni giovanili infranti, speranze disattese di pace, narrate con lo sguardo disincanto del suo personaggio più celebre Barney Panofsky.
Una volta uno psicologo israeliano ha lamentato il fatto che alcuni visitatori di Gerusalemme cadono vittima di una particolare specie di follia e diventano pericolosi invasati di Dio.
Mordercai Richler
Lonely Planet Israele La mia guida preferita, quella che dopo ogni viaggio non è in buone condizioni, ma racconta più di quello che si trova nelle sue pagine. La guida che, quando riposa nella libreria, evoca viaggi ed emozioni passate.
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