
Ciao, sono Paola, lettrice da sempre e viaggiatrice da molto. Libri e viaggi, più che passioni per me sono due vere ossessioni.
I miei articoli pubblicati su riviste e online.
Una selezione di libri su Napoli.
L’oro di Napoli di Giuseppe Marotta Un libro autobiografico, in cui l’autore racconta la sua infanzia e giovinezza a Napoli, quasi sempre con problemi nati dalle ristrettezze economiche. Il libro viene pubblicato nel 1947, in pieno neorealismo. In ogni racconto Marotta riesce a descrivere non solo le sue vicende personali, che sono spesso lo spunto per l’inizio della narrazione, che poi prende altre vie, descrivendo i napoletani. Marotta racconta la sua città, splendida e povera, una Napoli che non si arrende, che trae beneficio dal poco o niente, ma anche dell’inaspettato colpo di fortuna.
Attraverso i luoghi descritti, che fanno da sfondo a vicende semplici e quotidiane, emerge un amore per il proprio paese, per la madre, ormai defunta, e i sacrifici spesso vanificati di questa donna per il figlio. Non manca mai l’ironia che sottolinea la scaltrezza nei napoletani nel saper cogliere una situazione proficua, così come la capacità di divincolarsi con maestria quando messi alle strette, dinanzi alle proprie colpe. L’oro di Napoli è proprio questo, la sua gente, con la capacità di sollevarsi ogni volta dai duri colpi della vita, della guerra e delle calamità. De Sica affascinato dai racconti li trasformerà in un film.
I "Quartieri" a Napoli, sono tutti i vicoli che da Toledo si dirigono sgroppando verso la città alta. Vi formicolano i gatti e la gente; incalcolabile è il loro contenuto di festini nuziali, di malattie ereditarie, di ladri, di strozzini, di avvocati, di monache, di onesti artigiani, di case equivoche, di coltellate, di botteghini del lotto: Dio creò insomma i "Quartieri" per sentirsi lodato e offeso il maggiore numero di volte nel minore spazio possibile... Il sole stesso percorre i "Quartieri" come può, ignorando interi edifici e concentrandosi furiosamente su uno scalino.. Il sole dei "Quartieri" è al tempo stesso capriccioso e zelante, trasforma in fulgide mitre certe crepe di muro e lascia buie e fredde le finestre dei tisici.
Giuseppe Marotta
Napoli ’44 di Norman Lewis L’autore, ufficiale del British Army giunge in Italia, a Napoli, nel settembre 1943, nel pieno della seconda guerra mondiale. Napoli ’44 non è solo un reportage di viaggio e nemmeno un libro sulla guerra. Lewis riesce a descrivere una Napoli provata e privata di tutto in cui fame, miseria, prostituzione e truffe la fanno da padrone. Ma attraverso queste misere vicende l’autore indaga sull’animo umano con una curiosità verso il nuovo e lo sconosciuto, senza permettere che la sua cultura inglese, dunque profondamente lontana da quella napoletana, faccia da filtro. Tratta temi importanti cercando anche di definire la camorra, tentando di dare una spiegazione alla venerazione di santi e miracoli nuovi e vecchi ( da san Gennaro ad uno sconosciuto Padre Pio). Spiega le difficoltà che incontra quotidianamente, nel ruolo di ufficiale, che dovrebbe portare un po’ d’ordine, ma raramente riesce a perseguire il suo obiettivo. I suoi giudizi sono taglienti, ma ben mirati, spesso si arrende al corso della vita napoletana, sempre con la maggior consapevolezza, nata dal passare del tempo in città, che sia veramente difficile modificare uno stile di vita così radicato. In ogni racconto c’è un pezzetto di Napoli, nel bene e nel male, non tirata a lucido, ma nemmeno demonizzata.
Napoli è straordinaria sotto tutti i punti di vista. Alla fine del secolo scorso, Scarfoglio, il più illustre giornalista italiano del tempo, scrisse: "Questa è l'unica città dell'Oriente in cui non ci sia un quartiere residenziale per gli europei", la sua battuta regge ancora.
Norman Lewis
Il mare non bagna Napoli di AnnaMaria Ortense La Napoli del dopoguerra, descritta dall’autrice, è trista povera, senza nessuna speranza, definita una discesa agli inferi, dove gli ultimi sono ultimi e non fanno nulla per cambiare, ma anzi sembrano godere della loro miseria. Da qui il titolo: in certi vicoli, la povertà è cosi opprimente da far dimenticare che Napoli è bagnata dal mare. Il testo è stato aspramente criticato da molti scrittori:un libro troppo contro Napoli. La Ortense così si allontana definitivamente da Napoli per non tornare mai più. Nella Prefazione all’edizione del 1994, l’autrice cerca di spiegare la sua scelta narrativa, con una sorta di nevrosi, “detestavo con tutte le mie forze la realtà: il meccanismo delle cose che sorgono nel tempo e, dal tempo sono distrutte. Questa realtà era per me incomprensibile e allucinante.” Inoltre la guerra ha distrutto pesantemente la città: La Ortense non riesce a riconoscerla e vede solo macerie senza possibilità di ricostruzione. Finisce così per attribuire il suo spaesamento all’intera Napoli. Personalmente lo ritengo un libro interessante, seppur eccessivamente negativo, i cinque racconti sulla vita quotidiana, scremati da questo pessimismo offrono uno spaccato della vita nel dopoguerra.
Faceva contrasto a questa selvaggia durezza dei vicoli la soavità dei volti raffiguranti Madonne e Bambini, Vergini e Martiri, che apparivano in quasi tutti i negozi di San Biagio dei Librai… una miseria senza più forma, silenziosa come un ragno… Qui, il mare non bagnava Napoli.
Annamaria Ortense
La Pelle di Curzio Malaparte Nessuno come Malaparte ha raccontato la Napoli della liberazione; in quei giorni del 1944, seguiva gli americani come ufficiale di collegamento tra le forze di occupazione e l’esercito italiano. Il resoconto della sua esperienza è un libro duro, cruento, paradossale, grottesco, in cui il lettore continua a chiedersi se gli episodi descritti sono reali o si sconfina nel realismo magico.
Ma forse questa non è la domanda corretta di fronte agli episodi del pesce sirena, della Vergine di Napoli, delle Parrucche; forse la risposta viene dal titolo stesso del romanzo:
"Che cosa, dunque, vi ha ridotti così?” ….” La pelle, la nostra pelle, questa maledetta pelle. Voi non immaginate neppure di che cosa sia capace un uomo, di quali eroismi e di quale infamie sia capace, per salvare la pelle. Una volta si soffriva la fame, tortura, i patimenti più terribili, si uccideva e si moriva, si soffriva e si faceva soffrire, per salvare l'anima, per salvare la propria anima e quella degli altri… Oggi si soffre e si fa soffrire, si uccide si muore, si compiono cose meravigliose e cose orrende, non già per salvare la propria anima, ma per salvare la propria pelle.
Curzio Malaparte
Le reazioni a La pelle negli immediatamente successivi alla sua pubblicazione sono state di condanna, nel 1950 il Vaticano lo include nell’elenco dei libri proibiti e la città di Napoli vota all’unanimità “il bando morale di Curzio Malaparte dalla città”.
Ci vorranno anni per rivalutate la grandezza di questo straordinario scritto, che oggi è considerato un libro imprescindibile su Napoli e dei suoi abitanti.
Poiché Principi e Lazzaroni, signori e povera gente, si conoscono tutti, a Napoli, da secoli e secoli, di generazione in generazione, di padre in figlio. Si conoscono per nome, sono tutti i parenti fra loro, per quell'affettuosa parentela che da tempo immemorabile corre fra la plebe e l'antica nobiltà, fra i tuguri del Pallonetto e i palazzi del Monte di Dio.
Curzio Malaparte
Malacqua di Nicola Pugliese Un romanzo straordinario uscito nel 1977 e poi perso per oltre quarant’anni, ristampato per la prima volta nel 2013, ed ora da Bompiani è divenuto un vero oggetto di culto. Pugliese giornalista del Roma, quotidiano di Achille Lauro, negli anni Settanta, ha scritto solo questo romanzo e poi si è ritirato a vita privata lasciando Napoli.
Quattro giorni di pioggia a Napoli voragini si aprono in strada inghiottendo palazzi, auto e persone, la malacqua, appunto.
… Forse non era la pioggia degli altri anni, e degli altri mesi, forse questa di adesso veniva da molto lontano. San Gennaro stavolta da solo non ce l'avrebbe fatta… restava da chiedersi se davvero le pietre avrebbero resistito, con tutta quell'acqua che scendeva e scendeva in quel quarto giorno esattamente come era scesa nei tre giorni precedenti, e insomma non sembrava proprio che in qualche modo la città avesse intenzione di reagire, soltanto e semplicemente si limitava ad assorbire l'acqua fin quando avesse potuto, ma il problema in effetti era proprio questo: fino a che punto si può assorbire l'acqua, qual è in realtà il momento limite?
Nicola Pugliese
Nel frattempo accadono fatto insoliti, inspiegabili: al Maschio Angioino risuonano voci spaventose, le monete da 5 centesimi intonano canzoni che solo le bambine possono sentire. L’acqua non si arresta, bagna le vite delle persone, tratteggiando singole storie personali che finiscono per essere universali e descrivere Napoli tutta.
Il romanzo è impregnato di realismo magico, l’impossibile diventa fatto di cronaca.I napoletani, provati dalla malacqua attendono un evento straordinario:
Perché inutile girarci e rigirarci intorno, del tutto inutile: qui siamo tutti in attesa che succeda qualcosa. Non sappiamo, no non sappiamo nessuno: ma da qualche parte qualcuno sta preparando di certo. E accadrà inevitabilmente.
Nicola Pugliese
Storie e leggende napoletane di Benedetto Croce Pubblicato per la prima volta nel 1919, il libro inizia con la vista dalla finestra dello studio di Croce a Napoli, poi il respiro si fa più ampio e abbraccia l’intera città attraverso il racconto di leggende che sono ancora vive nella memoria dei napoletani, così come lo sono nei luoghi e nella città intera. Queste leggende aleggiano ancora sulla vita dei monumenti a cui fanno riferimenti e seppur alcune sono molto fantasiose, come in tutti i racconti c’è sempre un fondo di verità che Benedetto croce intreccia con i fatti storici per darne una spiegazione più razionale. Attraverso la storia della città si esprime l’amore dell’autore per Napoli.
E' il Principe di Sansevero o il "Principe" per antonomasia, che cosa è altro in Napoli, per il popolino delle strade che attorniano la Cappella dei Sangro, ricolma di barocche e stupefacenti opere d'arte, se non l'incarnazione napoletana del dottor Faust o del mago salernitano Pietro Barliardo che ha fatto il patto col diavolo, ed è divenuto quasi un diavolo esso stesso, per padroneggiare i più riposti segreti di natura o compiere cose che sforzano le leggi di natura?...... all'artista che scolpì per la sua cappella il Cristo morto, trasparente sotto un velo di marmo, e che vi lavorò la vita intera, fece cavare gli occhi affinché non eseguisse mai per altri così straordinaria scultura.
Benedetto Croce
Filomena Maturano di Eduardo De Filippo, una commedia di grande successo tanto da divenire un film Matrimonio all’italiana di Vittoria De Sica, nel 1962, La commedia narra del legame tra Domenico Soriano, ricco rampollo napoletano e Filumena Marturano, prostituta semianalfabeta. Un legame inverosimile, eppure in qualche modo, non sempre positivo per la donna finisce con il durare per molto tempo. Fino a quando una, non più giovane, Filumena prenderà una decisione dettata dall’amore, non per Domenico.
Lonely Planet Napoli, Pompei e la Costiera Amalfitana. Con carta estraibile La mia guida preferita, quella che dopo ogni viaggio non è in buone condizioni, ma racconta più di quello che si trova nelle sue pagine. La guida che, quando riposa nella libreria, evoca viaggi ed emozioni passate.
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