Libri sulla Svizzera

Una selezione di libri sulla Svizzera.

libri sulla Svizzera

L'analfabeta di Agota Kristof

L’analfabeta di Agota Kristof una straordinaria scrittrice ungherese, naturalizzata svizzera. Conosciuta per la “Trilogia della città di K.” In questo testo, totalmente autobiografico, descrive attraverso raconto brevi, asciutti e di grande potenza la sua vita:dall’infanzia in Ungheria, con l’avvento del regime, alla fuga in Svizzera.

Ho lasciato in Ungheria il mio diario dalla scrittura segreta, e anche le mie prime poesie. Ho lasciato là i miei fratelli, i miei genitori, senza avvisarli, senza dir loro addio, o arrivederci. Ma soprattutto, quel giorno, di fine novembre 1956, ho perso definitivamente la mia appartenenza a un popolo.

Proprio la vita in Svizzera dà il titolo al libro 

Cinque anni dopo essere giunta in Svizzera parlo il francese, ma continuo a non saperlo leggere. Sono tornata analfabeta. Io che leggevo già a quattro anni.

Le difficoltà per l’integrazione  e i traguardi raggiunti.

Un pomeriggio, esasperata dalla promiscuità del nostro centro, decido di andare a passeggiare da sola per la città di Zurigo, e finisco per perdermi. Ho camminato troppo a lungo, non sono più in grado di trovare la strada giusta. Non ho soldi e so soltanto qualche parola di tedesco. Mi rivolgo a un poliziotto, riesco a fargli capire che sono ungherese, e smarrita. Lui mi affida un guidatore di tram, che a sua volta mi affida a un altro guidatore… Cala la sera. Sto attraversando tutta la città. Una città che brilla, che ricca, che lussuosa. Finalmente un tram mi deposita su una piazza che riconosco. Devo solo risalire una strada per ritrovare la mia bambina.
Qualche giorno fa, sono ritornata a Zurigo. Vi recitano una mia pièce teatrale. Continuo a non conoscere la città, né la lingua tedesca, ma non ho più paura di perdermi. Ho dei soldi, posso prendere un tassì, e conosco il nome del teatro. Quell'ungherese smarrita e senza soldi che ero, è diventata una scrittrice.

Il sospetto di Friedrich Dürrenmatt

Il sospetto di Friedrich Dürrenmatt lo scrittore drammaturgo e pittore svizzero, noto per la sua satira e la criticità nei confronti della società elvetica. I romanzi polizieschi di Dürrematt sono dei gialli sui generis, che piacciono a chi non ama questo genere di produzione letteraria. Non si cerca un assassino, ma il male che divora il mondo nell’indifferenza.

A leggere la rivista da lei pubblicata, quel misero foglio, si pensa immediatamente che l'intera Svizzera sia da sopprimere. Sul fatto che in questo paese molte cose-moltissime!- non vadano per il verso giusto, posso metterci anch'io la firma, e in definitiva è uno dei motivi per cui mi sono venuti i capelli bianchi; ma a fare subito, per questo, un gran falò di tutto come se fossimo a Sodoma e Gomorra, è profondamente sbagliato e anche non molto corretto. Lei si comporta quasi come se si vergognasse di amare ancora, comunque, questo paese. E' una cosa che non mi piace. Non bisogna vergognarsi del proprio amore, e dell'amor di patria è pur sempre un amore bello, solo che deve essere severo e critico, altrimenti diventa amore cieco.

Il sospetto racconta l’ultima indagine, non ufficiale, ma nata da un sospetto appunto, del commissario Bälach alle prese con un luminare, proprietario di una prestigiosa clinica privata di Zurigo, che assomiglia molto ad un medico nazista del lager di Stuffhof.

Il motivo che irresistibilmente lo spingeva a Zurigo, quel sospetto rafforzato con tenacia energia seppure concepito solo per caso, e come in sogno, nelle fiacche onde della malattia, gli pareva futile insulso; a che pro affannarsi ancora, a che scopo, perché?

Cacciateli! di Concetto Vecchio

Cacciateli! di Concetto Vecchio una storia da conoscere:l’emigrazione italiana in Svizzera.

Dal 1946 al 1968 espatriarono in Svizzera due milioni di italiani.

L’autore ha vissuto in prima persona l’emigrazione: Cacciateli! è anche la storia della sua famiglia. Tra il dolore di abbandonare la propria terra e le difficoltà di integrazione Concetto Vecchio scrive pagine intense e commuoventi, in cui traspare tutto il dolore dell’emigrazione.

La Simca carica di cuddure calde e barattoli di sugo nella piazzetta della stazione, la nonna soffoca papà di carezze: "Gesù, sei rimasto appena quattro giorni" gli dice, io penso : "Ma perché quattro giorni, se siamo rimasto una mese intero?" Mia madre alza gli occhi al cielo, infastiditi da quella cerimonia interminabile, "Melo, perché non partiamo?" mio padre mette in moto, inganna la prima la prima avanza di qualche metro, poi di scatto si arresta, scende risoluto... Mi giro e dal finestrino polveroso e ora posso osservarli: la nonna Nina e mio padre che in mezzo alla piazza assolata si fondono in un abbraccio.

La storia dell’emigrazione in Svizzera cambia con James Schwarzenbach, deputato di partito di estrema destra, che dà il via ad una compagnia d’odio contro gli immigrati. La xenofobia verso gli  stranieri sfocia nel referendum del 7 giugno 1970 in cui si chiede agli svizzeri di esprimersi sulla “Cacciata” dei migranti. 

Quanti stranieri verrebbero espulsi nel giro di quattro anni se vincesse il Sì? Trecentomila. In larga maggioranza italiani. È un referendum che non ha precedenti in nessuna democrazia: sbarazzarsi di 300mila persone, uomini, donne, bambini al solo fine di alleggerire il peso della statistica. Persone trattate come numeri. Una deportazione. Come sarà decisa la loro esclusione? Saranno tirati a sorte? Non viene precisato.

Cacciateli! è un testo avvincente, ricco di citazioni degli articoli dell’epoca, a cui si aggiunge una narrazione personale, ma è soprattutto un’occasione di riflessione, sui corsi e i ricorsi della storia. 

A Zurigo, sulla luna di Y. Bernasconi A. Fazioli

A Zurigo, sulla luna di Y. Bernasconi A. Fazioli i due autori decidono di raccontare una piazza di Zurigo in un modo singolare, incontrandosi tutti i mesi per un anno a Paradeplatz. 

.. Ci siamo fermati. Ci siamo seduti ogni volta per un paio d'ore in mezzo al viavai.. Non solo quello dei passanti, ma anche quello dei nostri pensieri, delle preoccupazioni, delle malinconie. Ci sono stati mesi in cui eravamo stanchi morti, altri in cui uno dei due era triste, altri ancora in cui il gesto assurdo di venire in Paradeplatz sembrava dare un senso a tutto il resto. Eravamo qui un giorno umido di gennaio, abbiamo visto i primi cenni della primavera, l'afa dei mesi estivi, abbiamo superato l'autunno per approdare a questo giorno di metà dicembre.

Ecco la piazza 

Paradeplatz a Zurigo. Forse la piazza più famosa della Svizzera, dove batte il cuore della Confederazione.
... Paradeplatz è un gioco di riflessi. Risplendono al sole le vetrate delle banche, la finestra ondulata della pensilina, gli schermi dei bancomat, il ghirigoro d'acqua della fontanella che si confonde con la collana di un'insegna pubblicitaria.
... Come facciamo a capire questo luogo? Gli unici che sembrano a loro agio qui sono i tram, che passano e ripassano davanti a noi, scampanellano, si lanciano lunghi fischi stridenti...
Arriva una guida turistica con il suo gruppo di seguaci. Mentre snocciola dettagli sulla piazza, si affretta a precisare: hier ist des Geld, è qui che stanno i soldi.

Da questa esperienza scaturiscono riflessioni di carattere più ampio:

Esserci o non esserci. Cosa diventa un luogo quando non ci siamo? Ma soprattutto esiste ancora?.. Dunque i luoghi, stando a quello che ci mostra la tecnologia, continuano ad esistere anche quando non ci siamo.
... E' difficile guardare gli altri. Ma non solo le persone ; perfino i luoghi tendono a nascondersi nel momento stesso in cui li visitiamo...

Lucerna di Luca Rota

Lucerna di Luca Rota un piccola perla, un cahier di viaggio che racconta l’amore per la città svizzera dell’autore con interessanti divagazioni sul concetto viaggio.

... qualcuno che giunga in città senza una reale consapevolezza della propria presenza in essa, del senso e della sostanza del luogo, che sia talmente insensibile nel cuore e nell'animo da vedere e sentire la città senza mai osservarla e ascoltarla realmente. Roba da restarne increduli, senza dubbio: ma la globalizzante superficialità del nostro mondo contemporaneo purtroppo sa annebbiare i sensi come forse mai prima è accaduto, se non nei periodi di più oscura barbarie culturale -ma erano altri tempi, appunto, altre condizioni di vita, altre civiltà: e per certi versi oggi va pure peggio che allora, considerando l'evoluzione teoricamente conseguita dall'uomo contemporaneo.

Ma per chi sa guardare oltre la meraviglia di Lucerna è palese:

Luzern, "Luce-rna", ovvero città della luce. Un nome più azzeccato non potrebbe essere... Lucerna edificata in una posizione sublime non solo paesaggisticamente ma pure commercialmente, lungo la via che dal sud Europa, attraverso il Gottardo -valico non a caso aperto quasi contemporaneamente al primo insediamento lucernese - portava verso nord.
...Lucerna, in buona sostanza città "alpina" dacché le cime innevate delle Alpi e della prealpina svizzera le fanno da quinta imminente per quasi mezzo giro d'orizzonte, è però anche - e per certi versi mi viene da dire soprattutto- una città d'acqua.

Lonely Planet Svizzera

Lonely Planet Svizzera La mia guida preferita, quella che dopo ogni viaggio non è in buone condizioni, ma racconta più di quello che si trova nelle sue pagine. La guida che, quando riposa nella libreria, evoca viaggi ed emozioni passate.

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Ciao, sono Paola, lettrice da sempre e viaggiatrice da molto. Libri e viaggi, più che passioni per me sono due vere ossessioni.

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