Palermo tra mare e terra

Palermo una città di mare, che con il mare ha uno strano rapporto.

Già Leonardo Sciascia aveva fatto notare che la Città ha sempre voltato le spalle al mare. Il mare si sente e si presuppone, ma non si vede quasi da nessuna parte, né si vuole vederlo. Proseguendo dopo la Cala c'è una serie di palazzi.. i balconi della facciata principale di questi edifici: sono rivolti verso terra.

Il mare era, invece, estremamente importante per i conquistatori greci che chiamarono la città Panormus, tutto porto.

La Cala

La Cala Palermo

La Cala è il porto turistico di Palermo.

La cala è il vecchio porto di Palermo, costruito dove sfociavano Kemonia e Papireto, i due fiumi paralleli ormai scomparsi che attraversavano il centro storico.

Dalla Cala proseguendo a piedi verso il lungomare si raggiunge l’Istituto Nautico Gioielli-Trabia che ha dedicato una parte dell’edificio al murales di Falcone e Borsellino nel venticinquesimo anniversario della strage di Via D’Amelio, rappresentando la loro foto più nota.

murales di Falcone e Borsellino Palermo

Porta Felice

Porta Felice Palermo

Porta Felice risale al 1582, con lo scopo di aprire il Cassaro, dall’arabo Qasr, fortezza, l’attuale via Vittorio Emanuele al mare, di dare un accesso trionfale alla città.

Palazzo Butera e la passeggiata delle Cattive

Palazzo Butera e la passeggiata delle Cattive Palermo

Da Porta Felice si accede alla Passeggiata delle Cattive, una passeggiata isolata, per le vedove delle città, risalente al XVII secolo. Deve il suo nome al latino captivae, cioè prigioniere, in questo caso le donne prigioniere del loro dolore.

Sullo sfondo Palazzo Butera per moltissimi anni abbandonato, ora polo museale.

Il Foro Italico

Il Foro Italico

Il Foro Italico è l’esempio di come dal male possa scaturire il bene: nasce dalla macerie del bombardamento degli alleati durante la seconda guerra mondiale, che distruggono il quartiere della Kalsa, il quartiere che si trova immediatamente alla spalle del mare. Palermo prima di allora non aveva un lungomare.

A spazzare via il quartiere della Kalsa vennero gli aerei alleati il 9 maggio del '43. Vennero con i bombardieri per distruggere il vecchio porto e, già che c'erano, pure la zona retrostante... Ma oltre a danni e morti, moltissimi danni e moltissimi morti, il grande bombardamento si portò dietro un disastro ambientale, visto che le macerie del bombardamento non sapendo dove metterle, le gettarono sul lungomare del Foro Italico.

Orto Botanico di Palermo

Orto Botanico Palermo

Di sicuro si tratta di un unicum per la capacità di accogliere specie diversissime, provenienti da tutto il mondo, che qui trovano un clima ideale per convivere e prosperare.

Vialetti circondati da ogni genere di piante , splendide serre e un laghetto con ninfee.

Il parco ha esemplari di ficus magnolide, una piante originaria dell’Australia, introdotta dell’Ottocento, ha trovato qui il suo habitat ideale.

Le ramificazioni sviluppano radice aeree che, una volta raggiunto il suolo, si trasformano in pseudo tronchi di sostegno e nutrimento.

Orto Botanico Palermo

La Kalsa

La Kalsa Palermo

La Kalsa era in origine la cittadella fortificata dove gli emiri nel 937 fissarono la loro corte, sulle rive di un torrente che non esiste più e si chiamava Kemonia....E la Kalsa è un quartiere di quelli che eufemisticamente vengono definiti popolari. Oppure: difficili. Oppure disagiati... Per molti versi la Kalsa è una metafora della Città nel suo complesso. Qui si riconoscono tutte le sue contraddizioni. E' una zona ad altissima densità mafiosa, eppure in questo quartiere sono nati Falcone e Borsellino.

Santa Maria dello Spasimo

Santa Maria dello Spasimo

... di fronte al miracolo di una gigantesca chiesa a cielo aperto... la storia di una chiesa cinquecentesca non venne mai completata per il dilagare di un'epidemia di peste. Lo Spasimo è una chiesa che non è mai stata una chiesa. E' stato lazzaretto e discarica di rifiuti, ma mai una chiesa vera e propria.

I mercati di Palermo

Quello che in passato era il più celebre mercato della città , oggi ha perso molto sul suo fascino, la Vucciria, reso celebre dal quadro di Guttuso. Oggi la Vucciria non è più il mercato ricco di fascino descritto nel quadro.

Quando le balate della Vucciria si asciugano, si dice a Palermo per indicare qualcosa che non avviene molto di frequente... Le pietre- le balate, appunto- che pavimentano piazza Caracciolo fino a qualche decennio fa erano perennemente sommerse dall'acqua scolata dai banchi dei pescivendoli.

I mercati di Ballarò e del Capo sono più vitali e ricchi non solo di bancarelle alimentari, ma anche di friggitorie, gastronomie e del famoso cibo di strada palermitano. 

Il mercato di Ballarò

Il mercato di Ballarò

Questo è Ballarò, un posto unico, fermo nella sua realtà di sempre, genuino nel bene e nel male, libero eppure chiuso in se stesso, un cuore che pulsa a un ritmo diverso, mentre tutto lì attorno, scorre veloce e passa.

Il quartiere è multietnico, così come il mercato dove tra le bancarelle di vario genere non mancano mai frutta e verdura provenienti dalla campagne circostanti.

Le vie nel quartiere di Ballarò sono indicate in tre lingue italiano, ebraico, arabo .

Ballarò

Il mercato del Capo

Il mercato del Capo

.. c'è il Capo, importante punto di smercio agroalimentare al dettaglio, caratteristico e animatissimo ancora oggi per i colori e le abbanniate (le grida dei venditori che richiamano l'attenzione sulla loro mercanzie.

Consigli di lettura

Palermo è una cipolla. Remix di Roberto Alajmo un libro su Palermo profondamente ironico e divertente che non nomina mai Palermo, è solo la Città. L’autore parla in prima persona al lettore- viaggiatore appena arrivato; gli consiglia di rimare al sicuro nella sua stanza d’albergo.

Vicoli vicoli. Palermo di Alli Traina una serie di passeggiate per Palermo divise nei quartieri principali. Vucciria, Olivella, Ballarò, il centro storico.

Siamo Palermo di Simonetta Agnello Horby e Mimmo Cuticchio questo libro su Palermo nasce dall’amicizia dei due autori la nota scrittrice Simonetta Agnello Horby e Mimmo Cuticchio erede ed interprete della tradizione dell’opera dei Pupi.

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