Dopo anni di letture e di viaggi ho intuito che tra questi due piaceri della vita c’è una stretta correlazione.
Perché libri e viaggi? La risposta viene da una frase di Tiziano Terzani:
“Senza i libri molti viaggi non mi sarebbero nemmeno venuti in mente”.
Nel mio caso è proprio così, e ancora, senza certi libri non avrei capito fino in fondo un Paese, non avrei apprezzato l’essere in quel posto lì, non avrei saputo cosa in quel luogo è accaduto.
Grazie a romanzi, testimonianze e racconti, che permettono di unire al viaggiare le narrazioni su quel luogo. Per me, sono queste le vere guide di viaggio, libri che ti accompagnano in un posto, ma in quel posto riescono a farti vivere un’epoca, che non è solo il presente.
Il passato diventa più tangibile con l’esperienza diretta del luogo in cui si è svolto.
Tra i tanti ricordi che devo ai libri eccone alcuni:
Camminare al Shwedagon Paya a Yanong e pensare che il 26 agosto 1988 Aung San Suu Kyi ha tenuto il suo primo vero discorso davanti a cinquecentomila persone, per lottare contro la dittatura militare.
Vedere l’hotel Continental, nel cuore di Ho Chi Minh, in cui Terzani soggiornava all’epoca della guerra in Vietnam: luogo di incontro dei corrispondenti da tutto il mondo; pensare che Terzani in quelle stanze avesse scritto i suoi pezzi sulla guerra è stata un’emozione.
Visitare l’ S-21 la prigione dei Khmer rossi a Phnom Penh e sentire il dolore che permea quel luogo.
Ammirare il mare dalla terrazza del giardino dei limoni a Procida sapendo che Elsa Morante proprio lì ha scritto L’isola di Arturo.
Potrei continuare a lungo ed ogni viaggiatore ha un suo personale elenco di ricordi indelebili legati ai luoghi e alle esperienze vissute.
I libri, come i viaggi, ti vengono a cercare quando sei pronto, lasciandoti l’illusione di essere stato tu a sceglierli.
Quello che più mi interessa è un modo di viaggiare, diverso alternativo ed indipendente. Un viaggio attraverso i libri, un viaggio in cui decidere, in maniera autonoma, cosa è importante e cosa non lo è. Spesso mi è capitato di non essere d’accordo con le argomentazioni trattate in un libro, ma di sicuro, questo approccio mi ha obbligato a pensare diversamente.
Si può ancora viaggiare in un mondo globalizzato scoprendo qualcosa di nuovo?
Sì! ne sono certa. Un punto di vista alternativo permette di apprezzare molto di più un viaggio o una lettura. La scelta sta ad ognuno di noi.
Credo si possa scoprire il mondo, negli anni di un turismo di massa, sempre più invasivo, con occhi diversi e non semplicemente mettendo un puntino su una mappa. I puntini da mettere su una mappa, la mania del “io ci sono stato” sono diventati una malattia endemica, che colpisce la maggior parte dei turisti.
Vagare senza meta, in pochi casi, conduce a qualcosa di unico, senza la conoscenza difficilmente si comprende quello che si ha di fronte, anzi nemmeno lo si vede. Frasi come perdersi in una città, sono luoghi comuni talmente ripetuti da aver perso ogni significato, frasi fatte piene di nulla.
Viaggiare, per me, significa scoprire il mondo con occhi nuovi e, nel mentre, come effetto collaterale, conoscere un po’ di più se stessi.
Non scalare una classifica.
Scrivimi unavaligiapienadilibri@gmail.com
Qualcosa su di me…
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