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Marrakech capitale africana della cultura 2020 è la prima città africana a potersi vantare di questo prestigino titolo, le motivazioni sono descritte qui:
https://www.visitmorocco.com/it/blog/marrakech-nominata-capitale-africana-della-cultura-2020

Un riconoscimento importante che attira il grande pubblico, lasciando in sospeso molte domande sul senso di una visita, di un viaggio, le mie hanno trovato risposta attraverso le parole del libro Ultimo tè a Marrakesh e nuovi racconti di Toni Maraini
Non visitate il Marocco. Se potete, viaggiatevi. Non sarà facile raggiungerlo. Un archivio di immagini è stato costituito per costruire un paese virtuale nel quale ricevervi... Da decenni milioni di italiani effettuano spostamenti virtuali. Non sorprende che il più visitato paese a sud del Mediterraneo resti per loro tutti gli effetti terra incognita, la più ignorata delle storie e delle culture, la più caricaturale e dubbia delle terre da loro visitate (la lista è lunga). Ci sono paesi morti sotto questo peso di cartapesta. Il Marocco resiste; ma per quanto? Dipende da voi. Meno lo visitate, meglio sarà. Viaggiarvi è un'altra storia. Ma non si viaggia mai per caso.
Toni Maraini, Ultimo tè a Marrakesh
Marrakech, ha due anime la Medina, che la rappresenta in tutto il mondo, fatta di souq, della celeberrima piazza Jemaa el Fna, delle mura rosse che la cingono, delle moschee, del Minareto della Koutoubia, e l’anima più occidentale della Ville Nouvelle, costruita, fuori le mura, durante il colonialismo francese, moderna e con uno sguardo al vicino Occidente.
Questa non è l’unica spaccatura in città, ce ne sono molte altre, meno visibili.
Quello che non rende Marrakech capitale della cultura
E’ innegabile che sia una città piena di fascino, bellezza e luoghi favolosi da conoscere, la sua storia la precede e l’ha resa un luogo mitico, tuttavia già Elias Canetti, nel lontano, ma ancora attuale Le voci di Marrakech. Note di un viaggio di Elias Canetti ,mette in guardia il viaggiatore sugli imprevisti, spesso fastidiosi, che accadono a Marrakech, nel 1954, come oggi:
Sapevo che bastava affidarsi a una guida del posto per non vedere più nulla.
Elias Canetti, Le voci di Marrakech
Il problema delle guide false, fastidiose ed insistenti può rovinare la permanenza in una città che ha molto da offrire. Episodi come la richiesta di denaro in cambio di un informazione non sono rari, specialmente nel dedalo dei derb della Medina. Usare google map è impossibile, sembra funzionare, ma finisce sempre per perdersi e non solo nella Medina, ma in tutta la città.
Ancora è sempre Elias Canetti a raccontare delle condizioni degli animali:
Tutti i cammelli avevano un loro volto: erano simili eppure diversissimi... I cammelli saranno venduti qui come carne da macello.. Questo è un buon animale. Vale 70.000 franchi. Il proprietario lo cavalcava personalmente. Avrebbe potuto usarlo ancora per molti anni. Ma ha preferito venderlo. Con quel denaro può acquistare due animali giovani... Gli uomini facevano tutto il possibile per domarlo e, mentre erano ancora impegnati in questo, qualcuno si avvicinò a noi e disse: "Sente l'odore del macellaio. E' stato venduto per essere macellato. Ora lo portano al mattatoio. Il macellaio è lì, è quello che gli sta davanti. Il macellaio viene dal mattatoio e puzza di sangue di cammello. Questo al cammello non piace".... Per il resto del nostro soggiorno nella città rossa non parlammo mai più di cammelli.
Elias Canetti, Le voci di Marrakech
Non ho assistito a questo terribile spettacolo, ma posso affermare che gli animali a Marrakech sono trattati in modo orribile: le carrozze trainate dai cavalli vicino a Jemaa el Fna, formano una lunga carovana che sosta tutto il giorno sotto il sole impietoso del Marocco, in attesa di occidentali sprovveduti. I poveri cavalli rimangono lì anche la notte, sempre imbrigliati e attaccati alle carrozze.
Gli asini e i muli sono usati nella Medina per il trasporto di merci costretti a trainare pesi indicibili senza che nessuno se ne meravigli. Cani e gatti randagi non sono trattati meglio. Posso, quasi, capire i tentativi di raggiro dei viaggiatori, ma non posso accettare in nessun modo la violenza contro gli animali. Cultura è anche questo.
Quello che rende Marrakech capitale della cultura
Marrakech tuttavia non è solo questo, è il profumo inebriante del pane venduto per strada che ogni mattina avvolge la città.

Le cicogne che dimorano nella Kasbah e vegliano sulla città.

Marrakech è il tè alla menta che ti viene offerto con la vera e cordiale ospitalità marocchina.

Ha aperto la teiera: foglie di tè, pezzi di zucchero, acqua bollente, menta fresca, ancora acqua bollente. Ha rimestato; ha versato e riversato più volte il tè in un bicchiere e, poi, nella teiera. Infine ha riempito i bicchieri.
Toni Maraini, Ultimo tè a Marrakesh
Si serve in modo molto particolare:
Versò tè alla menta nei bicchieri. Lo versò da una grande altezza senza buttarne fuori neanche una goccia.
Esther Freud, Marrakech
Essendo bevanda nazionale la menta ha un suo posto nel souq .

I derb della Medina e della Kasbah

Il rosa e il rosso dei suoi derb, i vicoli della Medina e i qissariat, vicoletti spesso ciechi e senza nome..
La Medina è un miracolo d'ingegnosità urbanistica, di spazio suddiviso e conquistato metro per metro.
Toni Maraini, Ultimo tè a Marrakech
I portoni che celano meraviglie, ma sono essi stessi una meraviglia.

I riad che accolgono offrendo pace.

Le terrazze che donano la vista su tutta la Medina.

Un piccolo tesoro nascosto
Una libreria nella Medina

Come in ogni viaggio cerco sempre delle librerie, anche solo per il piacere di entrarvi, a Marrakech è stato difficile, a parte nella Ville Nouvelle, nella Medina non ho trovato nulla, se non questa piccola perla nascosta nel souq, dove un anziano e devoto libraio, vende libri in arabo. Ancora una volta penso a Marrakech capitale africana della cultura 2020 riflettendo sul significato simbolico e non solo commerciale delle librerie.
Tre libri per comprendere il Marocco attuale
Tre testi sono stati particolarmente utili per comprendere la città e il Marocco in generale. Anche per riflettere sulla scelta di Marrakech capitale africana della cultura 2020.
La libraia di Marrakech
La libraia di Marrakech di Jamila Hassoune l’autrice nata e cresciuta a Marrakech, non solo racconta la sua esperienza delle carovane per incentivare la lettura in giro per il Marocco, in particolare sui monti Atlas. Questa lodevole iniziativa le permette di riflettere sulla situazione culturale in Marocco.
L'analfabetismo resta drammaticamente alto in Marocco: ancora oggi sfiora il 50% del totale della popolazione, con percentuali fino all'80-90% nelle campagne... In tutto il paese il tasso di alfabetizzazione femminile arriva a malapena al 40%. Globalizzazione analfabetismo, crisi del mercato librario sono sfide intrecciate.
Jamila Hassoune, La libraia di Marrakech
Sono circa cinquecento i punti vendita del libro, di cui solo ottanta o novanta sono librerie vere, ovvero meno di una ogni trecentocinquantamila abitanti, tutte concentrate nelle grandi città.
Jamila Hassoune, La libraia di Marrakech
Ancora su internet come strumento di cultura
Ma in internet non c'è tutto, e c'è invece di tutto. Bisogna avere una formazione critica per utilizzarlo, saper distinguere, e questo lo si impara attraverso i tempi lenti della lettura.
Jamila Hassoune, La libraia di Marrakech
La condizione della donna attraverso la Moudawana, la riforma del codice di famiglia del 2004.
Una delle legislazioni più avanzate del mondo arabo... Oggi la donna ha il diritto di stabilire delle condizioni nello stesso contratto di matrimonio.. specificando il rifiuto della poligamia. E' inoltre diventato illegittimo il ripudio della moglie da parte del marito, oggi si può sciogliere un matrimonio solo attraverso il divorzio.. Un altro punto rilevante riguarda l'età minima del matrimonio che viene elevata ai diciotto anni anche per le donne.
Jamila Hassoune, La libraia di Marrakech
La terrazza proibita
La terrazza proibita. Vita nell’harem di Fatema Mernissi l’autrice, una delle esponenti di spicco della cultura marocchina, racconta la sua infanzia nell’harem, non come luogo mitico e favoloso, ma come strumento di segregazione e controllo delle donne. Che non hanno il diritto di uscire dal proprio harem domestico, una casa dove abitano più famiglie, che accoglie anche vedove e mogli ripudiate.
Correre per tutto il pianeta fa correre anche il cervello e mettere il cervello a riposo è l'idea che sta dietro alla pratica di mura e serrature.
Fatema Mernissi, La terrazza proibita
La madre, analfabeta dell’autrice, parla alla figlia consapevole della necessità di un cambiamento. Siamo negli anni Cinquanta del Novecento.
Gli abiti dicono molto sui progetti di una donna. Se vuoi essere moderna esprimilo attraverso gli abiti che porti, altrimenti ti metteranno dietro le sbarre: I caffetani possono essere di bellezza incomparabile, ma gli abiti occidentali parlano di lavoro salariato... Non azzardarti a copriti il capo... io mi sto battendo contro il velo.. Nascondersi non serve a risolvere i problemi di una donna, ma solo a farla identificare come una vittima impotente.
Fatema Mernissi, La terrazza proibita
Ultimo tè a Marrakech
Ultimo tè a Marrakesh e nuovi racconti di Toni Maraini profonda conoscitrice del Marocco, docente universitaria a Rabat, si interroga su come sia percepito il Marocco, sui cambiamenti della cultura araba, sulla globalizzazione, con una notevole capacità predittiva.
Sappiamo che un paese conosciuto vale mille visitati.
Toni Maraini, Ultimo tè a Marrakech
Il capitolo sul colonialismo francese, e in generale sui rapporti tra mondo arabo e occidente, apre scorci di riflessione sulla storia che, seppure passata, ha lasciato profondi strascichi su questo Paese. Solo questo capitolo vale l’intero libro.
Una delle tante tesi sostenute dall'ideologia coloniale per legittimare la sua politica in Marocco era stata quella di affermare che il Marocco non era mai stato una nazione, ma soltanto un conglomerato di razze e di tribù che l'Amministrazione straniera aveva pacificato e unificato.. L'Amministrazione francese incoraggerà soprattutto quelle forme della tradizione che potevano essere ridotte, o assimilate, a un cumulo di superstizioni da additare nel loro aspetto più decadente e degradante.
Toni Maraini, Ultimo tè a Marrakech
Concludo con una citazione che mi ha colpito e che condivo. Chi ha deciso che esista un unico modello di sviluppo? Chi ha stabilito che la democrazia, l’economia occidentale possono funzionare per tutto il mondo?
Una delle estreme presunzioni occidentali è quella di pensare che la modernità di donne e uomini di questo secolo sia, nei paesi non occidentali, soltanto il frutto dell'occidentalizzazione.
Toni Maraini, Ultimo tè a Marrakech
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Ciao, sono Paola, lettrice da sempre e viaggiatrice da molto. Libri e viaggi, più che passioni per me sono due vere ossessioni.
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