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Un viaggio a Marrakech, una città rosa, è rosa al tramonto quando il sole scende sul minareto della Koutobia, ma è rossa durante il giorno. Le case e le mura, che la cingono, costruite con argilla rossa dissecata, le donano una sfumatura unica che acquista di intensità quando il sole feroce allo zenit la colpisce con tutta la sua forza.

Come guida di viaggio a Marrakech ho scelto come primo libro Le voci di Marrakech. Note di un viaggio di Elias Canetti, l’autore visita la città nel 1954, ma nel suo scritto si ritrovano descrizioni perfettamente attuali di una Marrakech che, in apparenza, mantiene vivi i suoi rituali.
Alcuni giorni più tardi passammo davanti a un altro settore delle mura. Era sera, il bagliore rosso sul muro si stava spegnendo. Finché mi fu possibile non staccai gli occhi dal muro e ero felice per il suo lento mutare di colore.
Elias Canetti, Le voci di Marrakech
Anche La terrazza proibita. Vita nell’harem di Fatema Mernissi racconta della favolosa Marrakech
Marrakech nota anche come Al-Hamrà, o città dalle mura rosse.. Le mura di Marrakech erano di un rosso fiammeggiante, e così la terra su cui si camminava. A Marrakech faceva un caldo rovente, eppure c'era sempre della neve che splendeva dalle vette dei monti dell'Atlante. Nella città di Marrakech si incontravano miti e leggende dei neri e dei bianchi, le lingue si mescolavano,e le religioni si scontravano... I viaggiatori riferivano che, quando la diversità delle lingue non permetteva la comunicazione, a Marrakech, la gente danzava.
Fatemi Mernissi, La terrazza proibita
Jemaa el Fna

Il giorno seguente era sabato e mi recai di buon ora alla Jemaa: era uno dei suoi giorni più animati. Spettatori, attori, ceste e bancarelle si addensavano nella piazza, ed era difficile aprirsi un varco tra folla.
Elias Canetti, Le voci di Marrakech
Questa descrizione è perfetta anche per i nostri giorni, nulla è cambiato nella piazza più famosa di Marrakech, non serve nemmeno chiamarla per nome, basta dire la piazza e tutti capiranno. Una piazza immensa, dai molti volti: tranquilla, si fa per dire, la mattina con i venditori di succhi di frutta e poco altro.
Le bancarelle di cibo
Offre il suo spettacolo migliore al tramonto quando si popola all’inverosimile di bancarelle che offrono cibo economico. Una descrizione altrettanto perfetta della piazza e dei suoi riti viene dal romanzo Marrakech di Esther Freud
La piazza era illuminata dalle luci di centinaia di bancarelle che vendevano cibo. Comparivano al tramonto ed erano divise in file tra cui si poteva camminare e scegliere dove cenare. C'erano banchi decorati con teste di capra dove i kebab arrostivano allo spiedo e altri che offrivano lumache che dovevi tirare fuori dal guscio con un pezzo di filo metallico. C'eran calderoni di harira- una zuppa in vendita sola la sera- banchi interamente dedicati al pesce fritto, e altri con spinaci sminuzzati, immersi nell'olio e ricoperti di olive come una torta salata. Ognuno aveva una o due lampade a petrolio che alimentavano senza sosta, e sui tre lati panche di metallo dove ci si poteva sedere a mangiare.
Esther Freud, Marrakech

Gli spettacoli
Ogni sera Jemaa el Fna si anima di artisti di strada, incantatori di serpenti, giocolieri, spettacoli e musica senza sosta che intrattengono il pubblico per tutta la serata.
Un rullio di tamburi aleggiava sulla piazza principale.. gruppi di persone si spostavano di continuo da uno spettacolo all'altro, formando capannelli per guardare i ballerini e i suonatori di tamburello, l'africano vestito come una donna con i cembali ai polsi e un intero servizio da tè sulla testa, gli acrobati e gli incantatori di serpenti, le cui melodie si diffondevano sulla piazza mescolandosi a un lamento simile al suono di una cornamusa...un venditore d'acqua girava sbattendo le ciotole di bronzo e invitando chi aveva sete a comprare acqua calda e rugginosa.
Esther Freud, Marrakech
I cantastorie di Elias Canetti hanno lasciato il posto alla modernità
Il seguito più vasto ce l'hanno i cantastorie: intorno ad essi si formano i gruppi più densi e più assidui. Le loro esibizioni durano a lungo, gli spettatori stanno accovacciati per terra... A volte due uomini recitano a turno. Le loro parole vengono da lontano e restano sospese nell'aria più a lungo di quelle dei comuni mortali.. I cantastorie erano vestiti in modo appariscente.. raramente rivolgevano lo sguardo agli uomini dai cui erano circondati.
Elias Canetti, Le voci di Marrakech
Purtroppo i cantastorie di Canetti, oggi non ci sono più a Jemaa el Fna, sostituiti dalla modernità e da un presente troppo veloce per questa piazza vecchia di secoli, al loro posto personaggi di dubbia provenienza che tentano di irretire, con banali giochetti, il passante.
I cantastorie erano presenti a Jemaa el Fna fin dal XI secolo, la piazza, per questa particolarità, è stata inserita dall’Unesco tra i capolavori del Patrimonio orale e immateriale dell’umanità. Per evitare di perdere una tradizione così antica ed importante un’associazione sta tentando di formare nuovi cantastorie con giovani apprendisti marocchini.
Gli scrivani
A pochi passi dai cantastorie avevano il loro posto gli scrivani. Era un luogo di grande pace, l'angolo più tranquillo della Jemaa el Fna. Gli scrivani non vantano le loro competenze. Stavano seduti in silenzio, uomini piccoli e fragili con l'occorrente per scrivere davanti a sé che mai davano la sensazione di aspettare clienti.
Elias Canetti, Le voci di Marrakech

La Piazza Jemaa el Fna è stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio culturale immateriale.
La piazza Jemaa el-Fna è uno dei principali spazi culturali di Marrakech ed è diventata uno dei simboli della città sin dalla sua fondazione nell'XI secolo. Rappresenta una concentrazione unica di tradizioni culturali popolari marocchine eseguite attraverso espressioni musicali, religiose e artistiche. Situata all'ingresso della Medina, questa piazza triangolare, circondata da ristoranti, bancarelle ed edifici pubblici, offre attività commerciali quotidiane e varie forme di intrattenimento. È un punto di incontro sia per la popolazione locale che per le persone provenienti da altrove. Per tutto il giorno, e fino a notte inoltrata, viene offerta una varietà di servizi, come cure dentistiche, medicina tradizionale, predizione del futuro, predicazione e tatuaggi all'henné; si possono acquistare acqua, frutta e cibo tradizionale. Inoltre, si possono assistere a numerose esibizioni di cantastorie, poeti, incantatori di serpenti, musicisti berberi , ballerini di Gnaoua e suonatori di senthir. Le espressioni orali sarebbero state continuamente rinnovate dai bardi , che viaggiavano attraverso i territori berberi. Continuano a combinare parole e gesti per insegnare, intrattenere e incantare il pubblico.
Unesco
Moschea della Koutoubia

Il minareto della moschea è il simbolo della città, insieme alla piazza Jemaa el Fna, si staglia con i suoi settanta metri e si vede da ogni punto della Medina.
Il simbolo della città la Koutoubia, da koutoub, che vuol dire libro in arabo, è legato proprio alle bancarelle dei venditori di libri di manoscritti che secoli fa erano concentrate intorno alla storica moschea.
Jamila Hassoune, La libraia di Marrakech

Il muezzin alla Koutoubia
Quando il cielo si tinse di rosso dietro alla Koutoubia, una sirena risuonò e i minareti di tutte le moschee si illuminarono: un muezzin celebrò la fine del giorno dalla torre più alta, la sua voce intensa andava e veniva, portata a tratti dalla brezza, e quando la preghiera si spense la pace si posò sulla città.
Esther Freud, Marrakech

Accesso vietato alle moschee per i non musulmani, una decisione francese
Le moschee in Marocco negano l’accesso ai non musulmani, risultato del protettorato francese durante il colonialismo. Il generale Lyautey ratificò questo provvedimento intorno agli anni Venti del Novecento, con l’obiettivo di evitare scontri di culture e permettere al Marocco di conservare il suo status di paese musulmano.
Il Souq

Si accede al souq direttamente da piazza Jemaa el Fna, inevitabilmente ci si perde, nel senso letterale del termine: la via principale si ramifica molto rapidamente un una serie di piccoli vicoli, in cui mantenere l’orientamento è difficile.
C'e aroma nei suq, e freschezza, e varietà di colori. L'odore, che è sempre piacevole cambia a poco a poco secondo la natura delle merci. Non esistono nomi, né insegne, e neppure vetrine. Tutto ciò che si vende è in esposizione. Non si sa mai quanto costeranno gli oggetti, né essi hanno infilzati i cartellini dei prezzi, né i prezzi sono fissi. Qui c'è un bazar per le spezie e là uno per gli articoli in pelle. I cordai hanno il loro posto e cosi pure i cestai... Si trova di tutto, ma sempre in un gran numero di esemplari.
Elias Canetti, Le voci di Marrakech
Spezie, intere e macinate, olive, pigmenti naturali per colorare le stoffe, ceramiche, colorate babbucce, oggetti di artigianato e lane tinte al momento.
E' sorprendente la dignità che acquistano in tal modo questi oggetti fabbricati dall'uomo. Non tutti sono belli, sempre più s'intrufola tra loro robaccia di dubbia provenienza... Ma il modo in cui sono presentati è ancora quello di una volta.
Elias Canetti, Le voci di Marrakech
E' una pubblica attività, è un fare che esibisce se stesso insieme all'oggetto finito. In una società che tiene nascosto così tanto di sé, che agli stranieri cela gelosamente l'interno delle sue case, la figura e il volto delle sue donne e perfino i suoi templi, questa intensa ostentazione del produrre e del vendere è doppiamente affascinante.
Elias Canetti, Le voci di Marrakech
Tra i vicoli del souq si nascondono tante piccole meraviglie una di queste è sicuramente lo spazio dedicato alla tintura della lana. Una volta colorata viene appesa ad asciugare, creando un effetto scenografico per i vicoli.
Oggi avrei voglia di lane colorate e già queste, dall'alto pendono giù da tutte le parti in diversi colori, rosso porpora, blu scuro, giallo oro e nero.
Elias Canetti, Le voci di Marrakech
La contrattazione
Il passante che cammina all'esterno non trova niente che lo separi dalla merce, né porte né vetrine... Il mercante seduto in mezzo alla sua merce.. non lo disturba e non lo angustia il fatto di conoscere con esattezza il loro valore. Perché egli lo tiene segreto e nessuno lo saprà mai. Questo conferisce alla contrattazione una nota appassionata e misteriosa. Solo lui può sapere quanto ci siamo avvicinati al suo segreto... Per il compratore è una questione d'onore non lasciarsi imbrogliare, anche se l'impresa non è facile, perché egli brancola sempre nel buio.... Ci sono prezzi per stranieri... ci sono prezzi per i poveri e prezzi per i ricchi... Ma questo è soltanto l'inizio di una faccenda complicata, del cui esito finale nessuno sa nulla.
Elias Canetti, Le voci di Marrakech
La Place des Epices

Poco lontano dal souq si trova la piazza delle spezie, anche se oggi i venditori principali sono quelli delle ceste di vimini.
Le Jardin secret

Marrakech può essere estenuante, le Jardin secret, offre un riposo per il corpo e per la mente, un’oasi di tranquillità e pace nel quartiere Mouassine.
Un antico riad trasformato in lussureggiante giardino, con un complesso sistema di irrigazione con canali sotterranei.
Musèe de Mouassine

Un gioiello di architettura saadita nascosto in un vicolo e rimasto segreto per anni, deve la sua scoperta a Patrick Menac’h, alla ricerca di una casa nella Medina trovò una douiria, un appartamento per gli ospiti, riccamente decorato e nascosto da strati di intonaco. Oggi è stato riportato al suo antico splendore.
La fontana di Mouassine

L’acqua in un paese desertico come il Marocco gioca un ruolo importante nella vita della città. Le fontane pubbliche rifornivano di acqua tutta la Medina. Fino al secolo scorso erano circa ottanta, oggi il sistema di approvvigionamento dell’acqua è cambiato, ma la fontana di Mouassine, tutt’ora funzionante è un magnifico esempio di utilità pubblica e splendide decorazioni.
Musèe de Marrakech

Ai primi del Novecento era la residenza privata del ministro della difesa, divenuto poi scuola ed oggi, ampiamente restaurato, offre al pubblico l’arte del decoro marocchina. Il cortile interno è la parte più affascinante dell’intero museo.
Maison de la Photographie

l nostro Patrick Menac’h, gia scopritore della douiria del Musèe de Mouassine, ha fatto molto per Marrakech. Collezionava da tempo fotografie antiche della città e del Marocco, cosi ha deciso di conservarle in questo museo. Si inizia con favolose fotografie degli anni Venti, ritratti, ma anche paesaggi e stili di vita, ormai scomparsi.
Dalla terrazza della Maison la vista su Marrakech.

Palais de la Bahia

Uno dei palazzi più belli di Marrakech dove le zellis, i mosaici in piastrelle e ceramica e le zouak. i soffitti in legno dipinto e decorato, sono in ogni stanza e dona un’atmosfera magica.
Costruito alla fine del XIX secolo, completato dopo più di dieci anni, passò nelle mani di un uno schiavo divenuto visir, che negli otto ettari che occupa il palazzo costruì giardini, cortili e appartamenti per un totale di centocinquanta stanze. Un capolavoro assoluto di architettura marocchina. Vale il viaggio a Marrakech.
La leggenda del Palazzo
Leggenda narra che questo palazzo fu costruito su volontà del Visir, per amore di una donna tuareg e a lei è dedicato. Bahia significa bella. Metaforicamente un’unione tra il Marocco istituzionale rappresentato dal Visir e il Marocco nomade rappresentato dalla giovane donna tuareg.
Tombe dei Saaditi

Riscoperte nel 1917, perché precedentemente murate da un sultano, queste tombe costruite nel 1603 sono un capolavoro di architettura marocchina.
La splendida sala delle dodici colonne, costruita dal sultano Al- Mansour.
Nel giardino trovano posto le tombe delle mogli del sultano, di cancellieri e servitori di corte.

Consigli di lettura
Le voci di Marrakech. Note di un viaggio di Elias Canetti Un classico della letteratura di viaggio: Canetti giunge a Marrakech nel 1954 e vagando per la città, non solo la esplora, ma ne coglie l’anima immortale.
Marrakech di Esther Freud un cognome importante per l’autrice, che è la pronipote di Sigmund Freud.
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