
Ciao, sono Paola, lettrice da sempre e viaggiatrice da molto. Libri e viaggi, più che passioni per me sono due vere ossessioni.
I miei articoli pubblicati su riviste e online.
Una selezione di libri su Parigi, che raccontano la città a partire dagli anni Venti del Novecento, fino alla nostra epoca.
L’epoca d’oro della letteratura americana a Parigi. Tutti i grandi scrittori americani si sono trasferiti in città per scrivere. Un momento felice e fecondo subito dopo la fine della prima guerra mondiale e prima della grande depressione del 1929. Parigi è un miraggio, una meta che attrae alla ricerca di ispirazione. Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald, James Jocye, Ezra Pound, solo per fare qualche nome. Proprio in questo ambiente nasce la definizione, ad opera di Getrude Stein, lost generation ossia la generazione perduta che ha partecipato alla prima guerra mondiale .
Ecco cosa siete, voialtri, tutti voi giovani che avete fatto la guerra. Siete una generazione perduta.. Non avete rispetto per niente e per nessuno. Vi rovinate la salute a furia di bere.
Ernest Hemingway
Festa mobile di Ernest Hemingway Il racconto degli anni vissuti a Parigi tra il 1921 il 1926.
Se hai avuto la fortuna di vivere a Parigi da giovane, dopo, ovunque tu passi il resto della tua vita, essa ti accompagna perché Parigi è una festa mobile.
Ernest Hemingway
Questa frase dà il titolo al libro, scritto molti anni dopo aver lasciato la città. Non è un testo classificabile come romanzo o semplice libro di memorie, ma quello che lo rende straordinario è il racconto di un’epoca unica per Parigi e gli scrittori americani. Festa mobile racconta gli slanci della giovinezza, i suoi eccessi e la nostalgia atroce di averla perduta.
Nel racconto di Hemingway, a mio parere, il più significativo sull’epoca, ci sono tutti i grandi personaggi che hanno reso straordinaria Parigi negli anni Venti. Gertrude Stein,anche lei scrittrice la sua casa diviene un porto sicuro per Hemingway Pound, Fitzgerald e la sua folle moglie Zelda, non ultimo Picasso che le ha dedicato il celebre Ritratto di Gertude Stein. Ancora James Joyce alla prese con la stesura de Ulisse; Sylvia Beach la proprietaria della libreria Shakespeare e Company.
Hemingway racconta la vita quotidiana con aneddoti personali, non tanto l’immensità degli scrittori quanto la loro normalità di esseri umani, con le difficoltà economiche, personali e lavorative; liti e abuso di alcol, tradimenti, gesti d’amicizia sincera, uno spaccato di vita.
Parigi ne valeva sempre la pena e qualsiasi dono tu le portassi ne ricevevi qualcosa in cambio. Ma questa era la Parigi dei bei tempi andati, quando eravamo molto poveri e molto felici.
Ernest Hemingway
L’ultima volta che vidi Parigi Di Francis Scott Fitzgerald composto da due racconti. Il titolo era inizialmente Babylon Revisited, che viene trasformato in quello attuale dopo che l’autore vende i diritti cinematografici, nel 1940. Scott Fitzgerald arriva a Parigi come autore conosciuto e portavoce dell’età del jazz, ossia il periodo dopo la prima guerra mondiale, a cui un’intera generazione ha partecipato, un clima di gioia e perenni eccessi con la precisa volontà si lasciarsi alle spalle l’orrore del conflitto. L’ordine cronologico dei racconti è volutamente invertito. In Babilonia rivisitata, il primo racconto, la festa è finita, il protagonista gira per una Parigi vuota e solitaria colpita duramente dalla crisi economica; lui stesso ha perso il suo ingente patrimonio, dilapidato durante gli anni del jazz in città. E’ il momento della consapevolezza i sogni di felicità sono bruscamente infranti. Gli amici di un tempo sono scomparsi, i bar in cui passare la notte sono vuoti. Il protagonista lotta per avere la custodia della figlia.
In una notte dell'anima veramente oscura sono sempre le tre del mattino, giorno dopo giorno.
Francis Scott Fitzgerald
Il secondo racconto L’ultima volta che vidi Parigi narra un frammento dell’età del jazz, la frivolezza, la leggerezza del periodo. Il testo pur non essendo autobiografico, fa in gran parte riferimento agli anni vissuti a Parigi da Fitzgerald con la moglie Zelda. Lo stesso autore finisce per subire il destino dei suoi personaggi: si trascina ubriaco da un bar all’altro senza riuscire a scrivere. O almeno così lo racconta Hemingway in un caposaldo della letteratura degli anni Venti Festa Mobile.
Shakespeare and Company di Sylvia Beach questa è la storia della libreria più bella di Parigi, narrata in prima persona dalla sua fondatrice Sylvia Beach. La meravigliosa avventura di una giovane americana che si trasferisce a Parigi con l’idea di aprire una libreria americana. Il 19 novembre 1919 apre i battenti Shakespeare and Company.
Come prevedevo, a Parigi era più facile prestare i libri che venderli.. perciò dedicai grandi cure alla mia biblioteca e presi a procurarmi tutte le opere che mi interessavano, per farne parte anche ad altri.
Sylvia Beach
I clienti si abbonano alla libreria e prendono in prestito i libri, non più di uno o due alla volta, tranne Hemingway e Joyce che fanno provviste ad ogni loro passaggio in libreria. Nel giro di pochissimo tempo, grazie agli scrittori americani Shakespeare and Company diviene un punto di riferimento importante tutti gli intellettuali americani e non solo. Sylvia Beach nutre profonda ammirazione per Jocye:
Non concederebbe a Shakespeare and Company l'onore di pubblicare il suo Ulysses?
Sylvia Beach
Lo scrittore accetta e Sylvia Beach da libraria diventa editrice di uno dei libri più importanti della letteratura del XX secolo, senza guadagnare nulla se non la fama. Molti belli i capitoli dedicati al rapporto con Joyce.
Shakespare and Company è la biografia di una libreria, ma anche l’autobiografia della sua fondatrice e, ancora, il racconto di un’epoca ricca di fermento culturale, umanità, popolata di personaggi straordinari alle prese con il quotidiano nel cuore del quartiere Latino.
E’ un libro imperdibile se si vuole conoscere il panorama letterario dell’epoca, ma anche per poter visitare la libreria, tutt’oggi, aperta a Parigi e coglierne il messaggio.
Qui la storia completa della libreria Shakespeare and Company
Parigi 1928 di Henri Miller A metà tra autobiografia e finzione. Il testo è la continuazione ideale di Nexus, che si chiude con l’arrivo della moglie di Miller a Parigi. In Parigi 1928 lui la raggiunge, arrivando per la prima volta in città. Il suo obiettivo, oltre allo scrivere, non è quello di incontrare i personaggi americani famosi appartenenti alla lost generation, quanto piuttosto conoscere i francesi che sono stati in grado di creare la meraviglia di Parigi.
E chi non è vissuto qui, prima o poi? dissi tra me.
Henri Miller
Miller racconta la città, i quartieri, l’atmosfera.
Mi piaceva molto di più gironzolare per le strade, studiare i titoli dei libri nelle vetrine, sbirciare nelle gallerie d'arte.
Henri Miller
Ancora i caffè come luogo di incontro.
Ogni artista ha il proprio caffè.. al caffè ci si vede con gli amici, non a casa.
Henri Miller
La mia Parigi, i miei ricordi di Edgar Morin, l’autore è un filosofo e sociologo francese, tra i più importanti del panorama attuale. Dedica la sua vita professionale alla riforma del pensiero, nel tentativo di coniugare due culture divise: umanistica e scientifica. Il libro è totalmente autobiografico racconta il periodo compreso dagli anni Venti fino al 2010. Con grande maestria, Morin descrive la città attraverso momenti importanti della sua vita come traslochi o pubblicazioni di libri, facendo coincidere la sua storia personale con gli eventi storici di Parigi, come ad esempio, il Maggio francese; ma anche i rapporti tra grandi personaggi della cultura francese Marguerite Duras e Simon de Beauvoir, oltre a temi più leggeri come l’elogio alla metropolitana.
Ho oggi la sensazione che i metrò del tempo della mia adolescenza fossero vivi e che, anche se non si parlavano le persone fossero presenti le une alle altre...il metrò parigino trasporta milioni di uomini, ciascuno con la sua differenza, la sua singolarità, ma anche umanità comune, e non accade niente.
Edgar Morin
Fecondo scrittore francese, qui due libri su Parigi
Conosci Parigi? di Raymond Queneau Il testo propone 456 domande (con riposta) su Parigi. Ci sono tante curiosità. Le domande venivano pubblicate quotidianamente, dal novembre 1936 all’ottobre 1938, con il titolo Conosci Parigi? sul giornale Intransigeant per un totale di 2102 domande. L’idea nasce a Queneau in un momento di difficoltà economica e la rubrica diventa una fonte di guadagno.
Questo libro può essere una guida inusuale di Parigi, infatti nel testo le informazioni pubblicate sono stare selezionate con il criterio della durevolezza.
Zazie nel metrò di Raymond Queneau Un libro surreale, scritto, quasi per intero, sotto forma di dialoghi, spesso assurdi, di sicuro pieni di ironia. La protagonista Zazie vive in provincia e sogna di vedere la metropolitana parigina, l’occasione si presenta quando la madre, per un impegno, la affida allo zio in città. Zazie ha sette anni, ma parla, pensa e si comporta con un’adulta disincanta e molto arrabbiata. Il suo linguaggio è volutamente scurrile e volgare per sconvolgere gli adulti che fanno solo da sfondo alla sua personale vicenda e sono più bambini di lei. Mostrandole Parigi capita, spesso, che facciano confusione con i monumenti, dimostrando a Zazie che non possono essere i suoi punti di riferimento solo perché adulti.
Zazie non vedrà la metropolitana di Parigi per colpa di uno sciopero. Bellissimo il finale:
Lo hai visto, il metrò?" "No." "Allora cosa hai fatto?" "Sono invecchiata".
Raymond Queneau
L’eleganza del riccio di Muriel Barbery La singolare storia di una portinaia colta, lettrice avidissima in un stabile parigino chic o per meglio bobo, acronimo di bourgeois bohemian, ricchi borghesi con idee di sinistra, ma al contempo una vita agiata.
Mi chiamo Renée. Ho cinquantaquattro anni. Da ventisette sono la portinaia al numero 7 di rue de Grenelle, un bel palazzo privato.. suddiviso in otto appartamenti di gran lusso, tutti abitati, tutti enormi. Sono vedova, bassa brutta, grassottella.. Non ho studiato, sono sempre stata povera discreta e insignificante.
Muriel Barbery
Attraverso i racconti di Renée si conoscono gli inquilini e come loro vedono lei, nessuno le attribuisce importanza, tutto cambia con l’arrivo di un nuovo inquilino giapponese, Kanzuro Ozu, che sa guardare oltre la maschera che la portinaia si è abilmente costruita negli anni.
Il romanzo è costruito su una doppia narrazione, quella di Renèe e il diario di Paloma, dodicenne acuta, figlia di un ministro della Repubblica. Proprio grazie a Kanzuro, le due donne si incontreranno e si riconosceranno come simili.
Shakespeare and Company, Paris: A History of the Rag & Bone Shop of the Heart ho acquistato questo testo, in inglese, a Parigi, ma una volta a casa ho scoperto che si può trovare anche su Amazon. Racconta la storia di Shakespeare and Company dalla sua nascita con la Beach alla sua rinascita con Whitman. Molto bella la parte fotografica.
Lonely Planet Parigi la mia guida preferita, quella che dopo ogni viaggio non è in buone condizioni, ma racconta più di quello che si trova nelle sue pagine. La guida che, quando riposa nella libreria, evoca viaggi ed emozioni passate.
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