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Le risaie di Bali, patrimonio Unesco, la lavorazione del sale marino, le abitazioni tradizionali e i villaggi che seguono antichi rituali induisti. Sebbene la globalizzazione non abbia risparmiato l’isola , è ancora possibile entrare in contatto con le antiche tradizioni.
Le risaie di Bali

Il riso è il protagonista principe della società baliense. Ogni famiglia coltiva lo stretto necessario per la sopravvivenza, ossia il fabbisogno personale, le offerte dei templi e una parte da vendere al mercato per il sostentamento.
Le risaie a terrazze di Bali sono tra le più scenografiche al mondo: il verde intenso del riso si staglia su un paesaggio collinare di straordinaria bellezza.
Il Subak

La coltivazione è comunitaria, così come il lavoro di creazione dei canali, delle condutture in bambù e delle dighe, questo complesso lavoro di architettura agricola per la gestione democratica dell’acqua, al fine che tutti ne possano usufruire è il subak. La storia del subak è antica e risale al IX secolo. Oggi a Bali ci sono circa 1200 subak, ogni agricoltore ne fa parte e il subak è l’elemento portante dei banjar i quartieri di ogni singolo villaggio. Molti templi con laghetti e cisterne d’acqua fanno parte del meccanismo di irrigazione, ad esempio, il Pura Taman Ayun. Questo, ancora una volta, dimostra la stretta correlazione tra la vita quotidiana e la spiritualità, che sull’isola degli dei sono un tutt’uno.
Questo sistema democratico e unico al mondo di gestione delle acque nel 2012 è stato inserito dall’UNESCO tra i patrimoni dell’Umanità.
Le risaie di Jatiluwih

A Bali le risaie si incontrano ovunque, perfino fuori dai grandi centri abitati, la campagna è tutta una risaia. Il clima tropicale favorisce la crescita, i raccolti sono abbondanti. Tuttavia quelle che preferisco sono le risaie di Jatiluwih, Jatiluwih significa davvero meraviglioso, mai termine fu più corretto. Le colline interamente terrazzate costituiscono un panorama spettacolare, oltre ad essere Patrimonio dell’umanità UNESCO.
Si raggiungono attraverso una lunga strada a tornanti serpeggiante tra le colline. Purtroppo negli ultimi anni il turismo di massa ha raggiunto, con i suoi orribili pullman, anche questa località. Fortunatamente l’intervento Unesco, con la minaccia di escludere il sito, ha portato le autorità indonesiane a limitare l’accesso alle grandi comitive.
Camminare tra le risaie è un’esperienza intensa: si possono vedere i vari gradi di maturazione del riso con colori differenti.

Inoltre non mancano i tempietti che rendono onore alle risaie allagate. Più imponenti sono i pura subak i templi dell’associazione dei coltivatori di riso.

Il sale di Bali

Oltre al riso, Bali è famosa per il fior di sale, ricavato con metodi antichi lontano dalla produzione industriale. Vicino le spiagge vulcaniche, con la sabbia nera, vivono persone che svolgono questa attività. L’acqua del mare viene fatta evaporare al sole sulla spiaggia, poi l’estrazione continua in vasche artigianali.
Il sale di Bali viene venduto in quasi tutti i negozi dell’isola, io ho preferito ricercare le persone che lo producono, ed è stato un momento speciale. Mi hanno accolta nella loro casa tra la spiaggia e la giungla e, con grande disponibilità, hanno mostrato ad una perfetta estranea il processo di produzione.

Le case tradizionali di Bali

Le case tradizionali di Bali sono costruite seguendo le norme dell’induismo. Ogni villaggio, ogni banjar (quartiere) rispetta il concetto di ordine cosmico. L’ordine cosmico è composto da tre mondi: swah il mondo degli dei, bhwah il mondo degli umani, e bhur il mondo dei demoni. L’ undagi, l’architetto-sacerdote, realizza il progetto della casa sulle dimensione anatomiche del capofamiglia per mantenere l’armonia della costruzione. Tradizione molto più antica del più famoso modulor di Le Corbusier.
Nel libro Una casa a Bali di Colin McPhee una descrizione della casa tradizionale balinese.
La casa fu costruita secondo stile locale: diversi vani a sé stanti, uno per dormire, una sala principale, il bagno, la rimessa. Avrei avuto anche il tempietto, costruito da un gruppo di altarini.. Queste costruzioni avrebbero avuto il tetto di paglia.
Colin McPhee, Una casa a Bali

Il recinto familiare
Le abitazioni balinesi sono rivolte verso l’interno, dall’esterno si vede solo un alto muro: il recinto.
Come il rettangolo magico disegnato per terra da un mago, i muri che circondano una casa balinese proteggono coloro che vi abitano dalla forze maligne, sempre in agguato, fuori, per portare disgrazia. L'unico punto vulnerabile della barriera magica era l'entrata, e la porta veniva rinforzata da una striscia di muro che impediva di vedere dentro e deviava l'assalto dei demoni .
Colin McPhee, Una casa a Bali

Il Bale
Il bale è il padiglione rettangolare aperto su tutti lati, grazie al clima mite, con il tetto in fibra vegetale. Esso è l’elemento base dell’architettura balinese: dalle case ai templi, perfino le lobby dei moderni resort sono costruiti seguendo questo modello. Nel bale le famiglie mangiano si riposano, vivono.

Il villaggio di Penglipuran

Sebbene col passare del tempo sia diventato un’attrazione turistica, il villaggio di Penglipuran è un buon esempio del villaggio tradizionale balinese.
Siamo di fronte ad una lunga e quasi monotona via centrale... si affacciano su di essa l'una dopo l'altra tutte le case del paese e i vari edifici pubblici.... La particolare atmosfera del villaggio che sembrerebbe quasi sospeso in un tempo indefinito e nel quale la scenografia del lungo viale centrale permette di osservare facilmente tante attività umane, tutte intrise di un velato ma evidente legame con un antico passato.
Giuliano Gherpelli, Il segreto di Bali

La svastica a Bali

Quello che per noi occidentali è un simbolo nefasto del Terzo Reich, a Bali ha il significato opposto. L’antica svastica hindu compare quasi ovunque sull’isola come simbolo di armonia con l’universo.
Kertha Gosa

Il Kertha Gosa, o più precisamente il parco archeologico... che include quanto rimasto del palazzo reale dell'antico regno di Klungkung.. Pur essendo andato distrutto l'antico palazzo , sopravvivono ancora il grande portale di entrata, il cosiddetto "padiglione galleggiante" che era il luogo dove il Raja si fermava in riflessione ed il Kertha Cosa vero e proprio in cui egli amministrava concretamente la giustizia.
Giuliano Gherpelli, Il segreto di Bali

I due padiglioni, veri e proprio capolavori dell'antica arte edificatoria dell'isola, oltre che accuratamente scolpiti sono entrambi dipinti in ogni parte nelle porzioni del tetto che guardano l'interno e questa in effetti è la particolarità che li rende del tutto unici e che attrae molti visitatori; essi contengono i più antichi esempi di pittura tradizionale wayang oggi visibili a Bali.
Giuliano Gherpelli, Il segreto di Bali
Consigli di lettura
Una casa a Bali di Colin McPhee l’autore è compositore e pianista raggiunge Bali per studiare la musica tradizionale, tra gli anni Venti e trenta del secolo scorso. L’idea di un viaggio di pochi mesi si trasforma un trasferimento a lungo termine. McPhee costruisce una casa e vive sull’isola per più di dieci anni.
Il segreto di Bali di Giuliano Gherpelli un viaggio a Bali, o meglio tre, che l’autore compie, nel corso degli anni, con la sua famiglia. Un viaggio di scoperta che, attraverso i luoghi e le cerimonie, diventa un viaggio spirituale.
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