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Phnom Penh e la Cambogia. Un piccolo paese del sudest asiatico con una storia millenaria ricca di cultura e fascino, diventata drammatica negli anni Settanta del Novecento.

Phnom Penh
Phnom Penh la più bella delle tre capitali costruite dai francesi in Indocina.
Tiziano Terzani, Fantasmi
Palazzo Reale di Phnom Penh

Ho attraversato la porta di un cortile del palazzo, una corte grande e pavimentata di bianco. Nel mezzo una pagoda bianca e oro dalla struttura leggera, con il tetto adorno di punte d’oro e, isolate ai lati di questo edificio solitario, due alte guglie d’oro straordinariamente aguzze con decorazioni di orchidee e mille altre piante rare.
Pierre Loti, Un pellegrino ad Angkor
Il Palazzo Reale di Phnom Penh è decisamente più piccolo del famoso Palazzo reale di Bangkok, ma molto più tranquillo. Nei cortili di palazzo reale si trovano le splendide palme del viaggiatore.

La Pagoda d'argento

Il soffitto e i muri risplendono di un oro brillantissimo e i miei passi risuonano sulle lastre d'argento nuove che ricoprono per intero il pavimento.
Pierre Loti, Un pellegrino ad Angkor
Le lastre d’argento oggi sono coperte da tappeti per salvaguardarle dal continuo calpestio, ma in alcuni punti sono visibili in tutta la loro bellezza.
La pagoda d’argento è stata risparmiata dalla furia distruttiva dei Khmer rossi, che volevano dimostrare al mondo il loro intesse per le ricchezze culturali della Cambogia, salvando testimonianze dell’antica arte Khmer.
Wat Phnom

Phnom Penh è sempre stata , specie per i cambogiani, un posto stregato. Si dice da secoli, ad esempio, che nella misteriosa collina che sorge in mezzo alla città e sulla cui vetta c'è la Pagoda che dà a Phonm Penh il suo nome, appunto tempio sulla collina, si annidi il Naga, il mitico serpente a sette teste che il simbolo e il protettore vendicativo della Cambogia.
Tiziano Terzani, Fantasmi

Museo Nazionale

Il Museo Nazionale raccoglie le più belle statue di Angkor, la gente va a mettere una sciarpa color zafferano intorno all'immenso torace del Buddha o ad appoggiargli tra le mani un involtino di riso: nutre le statue del Buddha come nutre ogni mattina i trentamila bonzi che si dedicano a lui.
Tiziano Terzani, Fantasmi
Il Museo Nazionale, una splendida costruzione di colore rosso acceso, diviso in più piani è un museo archeologico che mostra e racconta la maestosità dei templi di Angkor, attraverso una ricchissima esposizione.

Mekong, Bassac e Tonle Sap, i fiumi di Phnom Penh

Phnom Penh si adagia in una vasta e acquitrinosa pianura alla confluenza di tre fiumi: il Mekong, immenso luminoso, che viene da lontano, sempre solcato piccoli traghetti che fanno la spola con la lontanissima sua altra sponda; il Bassac che qui mescola le sue acque melmose a quelle del Mekong con correnti dai magici colori; e il Tonle Sap dalle rive piene di mercati e di vita.
Tiziano Terzani, Fantasmi
Navigare sul Mekong

Una sera, al tramonto, sul Mekong. Questa navigazione fluviale, permette di cogliere la bellezza della capitale cambogiana. Dal fiume svettano le guglie aguzze di palazzo reale e delle pagode.

Inoltre è possibile vedere la vita sul fiume, molti cambogiani vivono a bordo di piccole imbarcazioni o case sull’acqua traendo sostentamento dal fiume.
A Phnom Penh il Mekong e il Tonle Sap si incontrano.
Il sole aveva cominciato a cambiar colore scendendo sul Tonle Sap e l'acqua era così piena di riflessi che le barche a coda lunga erano quasi invisibili.
Laurence Osborne, Cacciatori nel buio
Si torna a terra quando il cielo regala un vero tramonto cambogiano e tutto diviene indaco e rosso.

Tonlé Sap
Il Tonlé Sap è un sistema combinato tra lago e fiume di enorme importanza per la Cambogia, il più grande lago di acqua dolce del sud est asiatico Riserva della biosfera Unesco dal 1997.

Sul lago, sempre non in vista, si estendeva una frangia di villaggi galleggianti che si muovevano avanti e indietro sulla mappa seguendo l'espansione e la contrazione delle acque.
Norman Lewis, Un dragone apparente
La festa dell'acqua
Le acque si allargano sino a non vedere più le sponde: entriamo in un immenso lago formato ogni anno dopo la stagione delle piogge, dal fiume potente che inonda periodicamente le basse pianure cambogiane.... ad est uno spumeggiare verde e sempre uguale si estende senza fine: grandi alberi immersi fino ai rami, le cui cime soltanto emergono ancora.
Pierre Loti, Un pellegrino ad Angkor
La festa dell’acqua o bon om touk è una delle festività più importanti della Cambogia, le sue celebrazioni si svolgono ovunque nel paese da Phnom Penh ad Angkor, ma lungo il fiume Tonlé Sap la festività raggiunge il suo punto più alto.
La cerimonia cade a metà novembre celebra l’arrivo della stagione secca, la fine delle piogge che ingrossano i fiumi, in particolare il Mekong in cui il Tonlè Sap confluisce naturalmente. Durante la piena del Mekong, il Tonlé Sap esonda allagando le pianure circostanti, la festa dell’acqua celebra l’inversione delle acque, la fine dell’inondazione, che è al contempo un male, per gli enormi disagi causati, e un bene per le fertilità delle terre.
La festa dell’acqua dura tre giorni in cui si tengono banchetti e gare di barche, le tradizionali barche di legno cambogiano decorate a mano, che sono benedette dai monaci.
La festa risale al 1177 quando una flotta di invasori giunse ad Angkor navigando dal Tonlé Sap, ma fu sconfitta dai khmer. Il significa profondo della festa indica il rapporto della Cambogia con l’acqua : le acque ritirandosi hanno dato vita al paese e le stesse acque potrebbero sommergerla per sempre, motivo per cui nella mitologia khmer l’acqua ha un ruolo fondamentale.
Il Tonlé Sap, a poca distanza da Phnom Penh è stato l’unica delusione della Cambogia, non perché manchi di bellezza, anzi: un enorme lago che fornisce sostentamento a tante famiglie che vivono di pesca; quanto piuttosto per le modalità con cui vengono sfruttati animali selvatici tenuti in cattività e l’induzione all’accattonaggio continuo delle famiglie numerose e poverissime che abitano queste rive.
Mercati a Phnom Penh

I due luoghi più famosi dove fare acquisti a Phnom Penh sono il Mercato Russo, cosi chiamato perchè negli anni Ottanta i russi venivano qui a fare shopping e il mercato centrale ricoperta una cupola immensa da cui si diramano quattro braccia in cui si può trovare di tutto. Oltre a questi due mercati, ho particolarmente apprezzato quelli di strada, meno turistici, che vendono principalmente cibo, comprese le celeberrime tarantole fritte, eredità della fame causata da Khmer rossi.
Mangiare in ambienti strani costituisce metà del piacere di un viaggio in Asia.
Norman Lewis, Un dragone apparente
Venditori di libri
Oggi tanti bambini vendono libri per strada a Phnom Penh... Dietro a questi bambini che cercano di sbarcare il lunario vendendo libri come se lo avessero sempre fatto c'è in realtà una brutta storia che racconta di libri stracciati e distrutti. Di libri bruciati in grandi falò nelle piazze per ordine del Partito... Con Pol Pot la cultura e la memoria del popolo cambogiano vennero sistematicamente annichilite. La parola d'ordine fu distruggere quanto era scritto e poteva essere letto. Per questo comprare oggi un libro, di non importa quale formato e qualità, comprarlo dalle mani di un bambino, assume un valore simbolico enorme. Quasi fosse un gesto di riparazione... Dimenticavo: quasi sempre non si tratta di libri veri, ma di fotocopie diligentemente raccolte e rilegate. Lavoro e attenzione che, mi pare, rendono questi oggetti ancora più preziosi ed irrinunciabili. Pochissimi sono i libri dei cambogiani che raccontano la loro terra. Nulla o quasi nulla si trova di letteratura contemporanea. E questo non è un caso, ha un chiaro significato. In Cambogia chi un tempo sapeva leggere e scrivere oggi non può raccontare nessuna storia. Un'intera generazione di intellettuali, forse più di una generazione, è stata spazzata via. Prima che il suo regime cadesse Pol Pot era arrivato quasi a vedere il completamento della sua opera.
Tito Barbini, I giorni del riso e della pioggia
Consigli di lettura
Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia di Tiziano Terzani la raccolta degli articoli pubblicati da Terzani, sui giornali italiani e sul tedesco Der Siegel, durante gli anni in cui “copre” la Cambogia, come inviato, dal marzo 1973 al marzo 1993.
Un pellegrino ad Angkor di Pierre Loti Pierre Loti grande esploratore francese visita il sito di Angkor nel 1901, agli albori della sua scoperta, un vero viaggio avventuroso, partito da Saigon raggiunge via fiume le rovine. Qui tutto è ancora avvolto nella giungla. Egli visita Ankor Wat, Angkor Thom e il Bayon, molto resta da scoprire ancora nascosto nella fitta vegetazione.
Un dragone apparente. Viaggi in Cambogia, Laos e Vietnam di Norman Lewis Il racconto di viaggio nella vecchia Indocina, nel 1949. il Sud est asiatico, sta vivendo grandissimi cambiamenti: il colonialismo è prossimo alla fine, la seconda guerra mondiale ha declinato nuovi equilibri geopolitici, che finiranno per avere un enorme impatto su questa aerea .
Cacciatori nel buio di Laurence Osborne Osborne è l’0ccidentale che, a mio parere, racconta meglio l’ Asia sudorientale. Ci riesce molto bene non solamente perché vive a Bangkok, ma soprattutto perché coglie certe atmosfere, certe sensazioni che questa parte di mondo regala ai barang più esperti, non ai viaggiatori che si avvicinano per la prima volta al sudest asiatico. Chi in Asia c’è stato, attraverso i libri di Osborne la ritrova.
I giorni del riso e della pioggia dal delta del Mekong alle sorgenti del Tibet di Tito Barbini L’autore racconta un viaggio epico, spirituale, non solo fisico, lo si evince già dal titolo poetico, dal delta del Mekong alle sue sorgenti. Dal Vietnam all’Everest. Un percorso al contrario, dalla fine all’inizio. In questo viaggio, in solitaria, incontra luoghi, persone, ma è il fiume il filo conduttore di tutto il racconto.
Per approfondire il racconto sulla Cambogia attraverso i libri
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