
Ciao, sono Paola, lettrice da sempre e viaggiatrice da molto. Libri e viaggi, più che passioni per me sono due vere ossessioni.
I miei articoli pubblicati su riviste e online.
Una selezione di libri su Berlino
C’era una volta la Ddr di Anna Funder una giornalista australiana specializzata in lingua tedesca dopo aver studiato all’università di Berlino, decide di approfondire il tema della Ddr, attraverso il racconto diretto di persone la cui vita è stata rovinata dalla Ddr e dalla Stasi.
Le persone comuni sono i veri protagonisti di questo libro che racconta il regime più paranoico di sempre.
La consegna della Stasi era di essere "scudo e spada" del partito comunista o SED. Ma il suo incarico più ampio era di proteggere il Partito dal popolo. Arrestava, imprigionava e interrogava chiunque a suo piacimento.
Esaminava tutta la corrispondenza in stanze segrete sopra gli uffici postali (copiando lettere e rubando qualsiasi cosa di valore), e intercettava tutti i giorni decine di migliaia di telefonate. Piazzava microspie nelle camere d'albergo spiava i diplomatici. Gestiva in proprio università, ospedali, centri sportivi d'élite e programmi di addestramento per terroristi libici e per tedeschi occidentali. Tempestò il paese di bunker segreti per i suoi membri nell'eventualità di una terza guerra mondiale. A differenza dei servizi segreti dei paesi democratici, la stasi era la colonna del potere statale. Senza di essa, e senza la minaccia dei carri sovietici il regime del Sed non ce l'avrebbe fatta restare in piedi.Anna Funder
Un libro coraggioso che ha avuto moltissimo successo nel mondo, un po’ meno in Germania dove è stato rifiutato da ben ventitré editori prima di essere pubblicato nel 2002. Alle presentazione la Funder racconta che nelle prime file erano presenti gli ex uomini Stasi ben riconoscibili.
La Germania Est, il più perfezionato stato di sorveglianza di tutti i tempi. Alla fine la stasi disponeva di novantasettemila dipendenti un numero più che sufficiente per tenere d'occhio un paese di diciassette milioni di abitanti. Ma aveva anche oltre centosettantamila informatori tra la popolazione.... Nella Ddr c'era un agente o informatore della stasi ogni sessantatré persone se si aggiungono gli informatori part-time alcune stime portano la percentuale a un informatore ogni 6,5 cittadini
Anna Funder
Il giorno in cui nostro padre ci rivelò di essere una spia della DDR di Thomas Raufeisen una storia vera, la vita di Thomas Raufeisen e della sua famiglia rovinata per sempre da una scelta del tutto irrazionale del padre.
La famiglia del protagonista vive ad Hannover in Germania Ovest, ma è originaria della DDR. improvvisamente la loro vita cambia quando il padre, senza nessuna spiegazione, li obbliga al trasferimento nella DDR. Una volta giunti destinazione la famiglia scopre che l’uomo è in realtà un agente della Stasi, obbligato a rientrare all’est perché la sua copertura è saltata.
Inizia l’incubo per l’intera famiglia: dal 1979 fino al 1984 sono obbligati a una vita fatta di terrore privazione della libertà e miseria.
Ogni aspetto della vita nella DDR stride con la loro vita precedente, soprattutto per Thomas, la voce narrante del testo, di appena sedici anni e del fratello diciottenne, l’impatto con la scuola in un paese comunista è sconvolgente:
Nelle ore di tedesco con il nostro responsabile leggevamo anche della letteratura, ma nella discussione seguente non venivano raccolte e commentate le diverse opinioni.... ogni "discussione" continuava finche qualcuno non sosteneva il punto di vista che il professore voleva sentire... quindi ben presto capii quale fosse la vera materia principale in quella scuola: l'ipocrisia.
Thomas Raufeisen
Ma finiscono anche con l’essere imprigionati nella tristemente famosa prigione della Stasi a Berlino Est.
....dalla noia sperai addirittura di essere portato ad un interrogatorio. E questo già il secondo giorno; provavo il desiderio di essere interrogato, di una persona che parlasse con me.
Thomas Raufeisen
Una storia drammatica toccante ed incredibile nei suoi retroscena. Oggi Thomas ha trovato la serenità seppur consapevole di aver rinunciato ai suoi sogni di ragazzo ed aver perso anni della sua vita, è diventato una guida:
Mi guadagno da vivere facendo la guida ai visitatori nella prigione cautelare della Stasi di Hohenschönhausen.... nella prigione dove sono stato interrogato per più di un anno.
Thomas Raufeisen
La Repubblica di Sabbiolino. DDR… ma non troppo! di Francesco P. Cristino Sabbiolino è un simbolo della Ddr.
Un pupazzo molto carino, dall'aspetto un po' attempato ma con l'anima e il cuore di un bimbo: la sua missione era quella di indurre al sonno i più piccoli, grazie ad una sabbia magica capace di fare socchiudere i loro occhietti.... Tutti sanno che è stato un compagno con il libretto rosso in tasca...
Francesco P. Cristino
Cristino racconta, attraverso Sabbolino e le sue fantastiche imprese la storia della Ddr e del crollo del muro, una storia che ha diviso l’Occidente per quarant’anni.
Sabbiolino diviene quindi il tramite per affrontare le tematiche di una storia così recente eppure cosi lontana.
Scene di vita quotidiana, viaggi in paesi lontani, favole o missioni nello spazio: a prescindere dal contesto Sandmann arrivava a bordo del suo veicolo accolto dall'entusiasmo dei bimbi.... ... Iper tecnologico e praticamente inesauribile il parco mezzi a disposizione di Sabbiolino, un privilegio che, per la gioia di tutti i bambini, gli permetteva di presentarsi puntuale ogni sera con una moto o uno spazzaneve, un aliscafo o un u-boot, un elicottero o una mongolfiera, un super aereo o addirittura l'ultimo ritrovato sovietico per l'esplorazione del cosmo.
Francesco P. Cristino
Sabbiolino inoltre sopravvive alla Ddr e finisce per diventare il “prodotto” più longevo della Republik oltre ad essere l’unico esportato all’Ovest.
Infatti dopo il crollo del muro la trasmissione di Sabbiolino continua ad andare nella Germania unificata.
Ho particolarmente apprezzato questo testo che riesce a coniugare la tenerezza di un pupazzo che, a sessant’anni dalla sua nascita continua ad incantare adulti e bambini e la durezza dal racconto della vita reale nella Repubblica Democratica Tedesca.
Il cielo diviso di Christa Wolf Christa Wolf è la scrittrice di lingua tedesca più famosa della Ddr. A distanza di quarant’anni dalla sua pubblicazione non smette di affascinare con questo romanzo divenuto un piccolo classico della letteratura tedesca.
La storia d’amore tra Rita e Manfred, all’ombra della Storia, una storia molto più grande di loro e dei loro ideali. Il cielo diviso è un romanzo d’amore con dentro il muro di Berlino.
.... Oggi giorno l'amore impossibile. Niente amicizie, niente speranze di realizzazione. Ridicolo volersi opporre alle forze che si frappongono tra noi e i nostri desideri. La loro onnipotenza noi non possiamo nemmeno immaginarla. Se riusciamo a realizzare l'amore malgrado tutto, tu e io, dobbiamo allora starcene quieti quieti pensando sempre a quel malgrado tutto.
Christa Wolf
Rita e Manfred sono due giovani innamorati nella Germania est. E’ proprio Rita, ricoverata in un sanatorio, per riprendersi da un incidente nella fabbrica dove lavora per integrare la sua formazione come futura insegnante, a ricostruire gli ultimi due anni della sua vita. I piani temporali del racconto seguono il tempo presente della convalescenza alternando i flashback del passato. Il racconto inizia nel 1959 e, attraverso la vicenda personale dei due giovani, ripercorre gli avvenimenti storici del periodo: dagli strascichi, ancora evidenti nella società, dopo la fine del nazismo all’avvento del comunismo.
Nel 1961 Manfred dopo una cocente delusione lavorativa decide di lasciare la Ddr per Berlino Ovest, senza informare nessuno Rita compresa, che lo scoprirà attraverso una lettera in cui il giovane la invita a raggiungerlo. Ma una volta a Berlino Ovest:
Ma in fondo tutto si riduce poi al mangiare e al vestire e dormire. Perché si mangiava? Mi chiedevo. Che cosa si faceva in quelle belle abitazioni di sogno? Dove ci si poteva recare, in quelle macchine ampie come strade? E a che cosa si pensava in quella città, prima di addormentarsi, la notte?..... Molte cose sono piacevoli, però non si prova alcuna gioia. Si ha perpetuamente la sensazione di nuocere a se stessi. E' peggio che stare all'estero, perché si ode la propria lingua. Ci si trova, in in un modo orribile, in un paese straniero.
Christa Wolf
Così ha fine la storia tra Manfred e Rita separati non solo dal muro, ma da visioni del mondo diametralmente opposte.
Un tempo, le coppie di amanti prima di separarsi cercavano una stella, su cui i loro sguardi la sera potessero incontrarsi. Che cosa dobbiamo cercare noi? - Il cielo almeno non possono dividerlo,- disse Manfred beffardo. Il cielo? Tutta questa cupola di speranza e di anelito, di amore e di tristezza? Sì invece,- disse lei piano. Il cielo è sempre il primo ad essere diviso.
Christa Wolf
The Prohibited District: The Stasi Restricted Area BerlinHohenschönhausen di Jaron Verlag questo testo, in inglese, racconta la macabra storia del distretto proibito, un luogo che nelle mappe della Ddr non compariva, la prigione della Stasi.
Dopo la chiusura dell’ottobre 1990, nel 1992, ad opera di ex detenuti, è stato trasformato in luogo di memoria Berlin Hohenschönhausen.
Il testo ripercorre gli anni dal 1945 al 1989 e racconta come la Stasi e la sua politica del terrore permanesse qualsiasi aspetto della vita dei cittadini della Ddr, il più paranoico tra gli stati comunisti.
La notte in cui cadde il muro di Renatus Deckert il 9 novembre 1989 raccontato in venticinque capitoli, raccolti da Renatus Decker, scritti dai venticinque più importanti scrittori tedeschi.
In ogni capitolo si narra un punto di vista personale sul muro ma si descrive anche cosa l’autore stesse facendo della sera storica.
Ne esce un mosaico variegato di Ost e West Berlin; un libro diventato di culto in Germania.
... non sparì solo la DDR, ma anche la vecchia Repubblica Federale. E per molti mutarono le coordinate della propria vita.....
Pochissimi compresero l'importanza storica di quegli avvenimenti nella notte in cui cadde il muro, tanto da diventarne testimoni. Troppo grande fu la sorpresa che li colse: la maggior parte di essi fu entusiasta per ciò che provò. Naturalmente, lo capirono bene coloro che si ricordavano il giorno in cui il muro venne eretto. In molti compresero la dimensione di quanto successo. La sua unicità, solo più tardi: "Non gli era mai successo e non gli sarebbe mai più successo di prendere parte a un evento storico".Renatus Deckert
A passeggio per Berlino di Joseph Roth l’autore si trasferisce a Berlino nel 1920 da capace osservatore della vita e della città scrive per vari giornali un reportage letterario su Berlino.
Lo fa con grande arguzia e capacità di analisi, infatti alcuni articoli sono estremamente attuali, come ad esempio il pezzo sull’inaugurazione dei grandi Magazzini di Berlino:
Se all'inizio il grande magazzino sembrava un'opera di superbia e una peccaminosa sfida umana, col tempo ci rendiamo conto che si tratta soltanto di un enorme contenitore delle piccolezze umane e dell'umiltà; un'immensa confessione del poco valore terreno.... Per questo il grande magazzino non è da considerarsi un'impresa peccaminosa, come ad esempio la torre di Babele. È, al contrario, una dimostrazione dell'incapacità della natura umana di oggi di essere così audace .E' in grado persino di costruire grattacieli: ma la conseguenza questa volta non è un diluvio universale, bensì soltanto un negozio…
Joseph Roth
Roth descrive una Berlino cosmopolita, che accoglie lo straniero, il diverso diventando un luogo di approdo per i perseguitati in Europa, soprattutto per gli ebrei.
Sono profughi. Si conoscono sotto il nome comune di pericolo dell'est. La paura dei pogrom li tiene insieme come una valanga di infelicità e fango che, crescendo pian piano, arriva rotolando dall'est attraverso la Germania.... ...Quattrocentomila sono morti in Ucraina. I sopravvissuti arrivano a Berlino.... In tutto sono cinquantamila le persone che dall'est sono venute in Germania dopo la guerra. Ma a dire il vero sembrano milioni, perché la miseria appare doppia, tripla, deduplicata, tanto è grande.
Joseph Roth
Un testo molto interessante che non dimostra i suoi anni, anzi, letto con la consapevolezza, della storia, diventa un utile strumento per comprendere la Berlino degli anni immediatamente precedenti alla tragica ascesa nel nazismo.
Addio a Berlino di Christopher Isherwood racconti autobiografici dalla Repubblica di Weimar, la Berlino degli anni Trenta descritta da un giovane scrittore inglese, che per vivere insegna inglese a facoltosi berlinesi. Christopher Isherwood vive in prima persona il tramonto di un’epoca e l’affacciassi del periodo più cupo della storia del Novecento.
Dai caffè berlinesi ai ritrovi notturni di ambigua natura, dalle dimore facoltose ai miseri appartamenti della classe operaia, un’umanità variegata cerca il suo posto in una città dove l’ombra del nazismo si sta palesando.
… Il sarto ebreo che vendeva abiti a rate. Era un uomo piccolo, gentile e molto persuasivo. Le sue richieste le sue richieste di soldi non erano mai troppo pressanti; preferiva sollecitare i debitori ad acquistare altra merce da lui e a imbarcarsi in una nuova serie di rate.… Chiunque nel quartiere gli doveva dei soldi e pure non era affatto impopolare: apparteneva la categoria di personaggi pubblici contro cui la gente impreca ma sempre senza vero astio... "Quando Hitler sarà il potere, ci penserà lui a dargli una lezione a questi ebreacci. Voglio vedere se saranno ancora così spudorati!" Ma quando facevo notare che Hitler se avesse potuto fare a modo suo, avrebbe tolto di mezzo anche il nostro piccolo sarto, Frau Novak cambiava subito tono: "Oh, no, Dio non voglia! In fin dei conti fa dei bei vestiti. E poi, se sei in difficoltà ti dà sempre un po' di tempo. Ma dove lo trovi un cristiano che ti fa credito come lui? Chieda alla gente qua attorno: chieda, chieda, qui nessuno vuole cacciare via gli ebrei.
Christopher Isherwood
Il rogo di Berlino di Helga Schneider Il progressivo annientamento di Berlino, durante la guerra, raccontato dai tedeschi, o meglio da una bambina costretta a vivere privazioni non solo materiali, ma emotive dopo che la madre abbandona lei e il fratello per diventare un SS guardiana nei campi di concentramento raccontate in Lasciami andare, madre di Helga Schneider
Helga viene affidata dal padre alla nuova moglie, una matrigna perfida che la detesta e cerca di liberarsi di lei prima affidandola ad un istituto per bambini con patologie mentali e poi ad un collegio.
La guerra si inasprisce Helga torna a casa e tutta la famiglia è costretta a vivere nelle cantine per ripararsi dai pensanti bombardamenti che stanno radendo al suolo la capitale tedesca.
La piccola Helga cresce in un ambiente vicino al nazismo, fortemente antisemita, saranno i mesi trascorsi al collegio, grazie al positivo influsso direttrice a farle comprendere la barbarie di Hitler e della Germania nazista.
Le frequentazioni naziste della matrigna di Helga le permettono di essere ospitata, per qualche giorno, nel bunker di Hitler, incontrandolo. La parole che la bambina usa per descriverlo diventano predittive.
Adolf Hitler mi tende la mano e mi fissa negli occhi. Ha uno sguardo penetrante che mi imbarazza. Nelle sue pupille c'è uno strano luccichio, come sia un folletto ci ballasse dentro. La stretta del Führer è molle e ne sono sconcertata. Sarebbe questa la mano dell'uomo che guida il destino della Germania? La mano e calda e sudaticcia come quella di un malato febbricitante. Ne ricevo un'impressione sgradevole e sono tentata di ritirare la mia, ma mi domino....
....un volto dal colorito grigiastro, che somiglia davvero poco a quello dei tanti ritratti appesi nel bunker. La faccia che ho davanti è sciupata. Intorno gli occhi si piega un fitto ventaglio di rughe e la pelle delle guance e floscia. Solo i baffetti ben tagliati mantengono un barlume di consistenza fra quei lineamenti sfatti.Helga Schneider
Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino di Christiane F. Il longseller più famoso sul mondo della droga. E’ un classico moderno seppur la sua estrema crudezza possa turbare.
Ambientato a Berlino negli anni Settanta è l’autobiografia della giovanissima Christiane, appena dodicenne e bucomane come allora si definivano i tossicodipendenti da eroina.
Il libro inizia con il racconto dell’infanzia di Christiane nel quartiere dormitorio di Gropiussatadt, il disagio sociale e familiare è sul punto di detonare nella vita di giovanissimi abbandonati a loro a stessi persino dai loro genitori.
Con il passare del tempo tutto divenne sempre più perfetto a Gropiussatadt. Quando noi arrivammo, il grandioso “insediamento modello“ non era ancora terminato… Il posto più bello era vicino al "muro" che non era molto distante da Gropiussatadt. Lì c'era una striscia di terra che non chiamavamo boschetto o la terra di nessuno. Non era più larga di ventri metri e lunga come minimo 1,5 km alberi, cespugli erba alta come noi, vecchi pezzi di legno pozze d'acqua.
Christiane F.
Christiane per colmare il dolore dell’assenza di figure di riferimento, di una solitudine costante di una società che sa solo vietare inizia a sperimentare vari tipi di droga per approdare all’eroina che la porta a vivere per strada prostituendosi al Bahnhof Zoo la stazione ferroviaria punto di incontro per spaccio e prostituzione.
Christiane, Detlef, Axel, Stella, Babsi, Azte sono diventati dagli anni Settanta nomi che abbiamo imparato a conoscere, quello che, a distanza di quarant’anni dalla pubblicazione del testo, rimane incomprensibile è come l’esplosione del consumo di eroina tra i giovanissimi di Berlino, ma del resto di ogni metropoli europea abbia distrutto un’intera generazione nell’indifferenza della società.
Lonely Planet Berlino La mia guida preferita, quella che dopo ogni viaggio non è in buone condizioni, ma racconta più di quello che si trova nelle sue pagine. La guida che, quando riposa nella libreria, evoca viaggi ed emozioni passate.
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