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Alla scoperta dei quartieri di Istanbul meno noti; spesso visitando Istanbul, per la prima volta, si commette l’errore di privilegiare un solo quartiere: Sultanahmet proprio perché sembra che le maggiori attrazioni siano concentrate in quella zona, ma non è così. Istanbul è una vera e propria megalopoli, ma è ancora possibile trovare luoghi che raccontano il passato percorrendo vie meno battute. I quartieri di Istanbul che ho maggiormente apprezzato sono Ortakoy, Balat, Fener e Fatih.
I quartieri di Istanbul hanno tutti un nome, no? Ebbene, mi piacciono così tanto. Ce ne sono di bellissimi. Siano pure impropri, inesatti… Basta sentirli e scatta qualcosa nell'immaginazione. Dentro di noi convergono all'istante ricordi emersi da altre direzioni, da altre contrade della mente: un film comincia svolgersi e a girare nel buio dei pensieri.
Sait Fait Abasiyanil
Ortakoy

E’ un sobborgo famoso per un’immagine da cartolina della Ortakoy Camii, la moschea, in stile barocco, e sullo sfondo il moderno ponto sul Bosforo. Una perfetta metafora della città, dove il vecchio e il nuovo si fondono.
I quartieri di Balat Fener e Fatih

Balat Fener e Fatih, sono tre quartieri tra i più antichi di Istanbul, offrono esperienze uniche solo passeggiando per le loro vie. Tuttavia sono poco conosciuti, la maggior parte dei visitatori si ferma a Sultanahmet, rinunciando a conoscere una parte di città molto più autentica.
A Fatih, oltre all’immancabile moschea, è possibile trovare una ricchezza gastronomica unica, ristoranti venditori ambulanti, piccoli mercati e le splendide case in legno.
Fener è il quartiere greco. I greci discendenti dei bizantini, scampati alla conquista del 1453. Ancora una volta il tema del doppio, quartiere e città costantemente sospesi tra Oriente ed Occidente, Europa ed Asia.

Balat è il quartiere ebraico, anch’esso unico nel suo genere nel quale si incontra la splendida Chiesa di Chora, oggi Museo Karirye.
In questi tre quartieri, spesso caratterizzati da stradine molto piccole è facile perdersi, nel senso letterale del termine, non si corre nessun particolare pericolo e con un po’ di calma si ritrova la strada principale.
Museo Karirye Chiesa di Chora

La bellezza bizantina di questa chiesa, oggi trasformata in museo, è unica e meno nota. Difficile trovarla affollata come la più grande e molto più famosa Aya Sofya.
Qui affreschi del 1300 e mosaici regnano incontrastati.
Le case di legno oggi e gli incendi del passato

Le tradizionali case in legno, vecchie di circa duecento anni, risalgono all’impero ottomano. E’ possibile vederne ancora alcune, nei quartieri di Istanbul storici. Alcune fatiscenti ed altre ristrutturate e bellissime.
Sono progressivamente scomparse con la nascita della Repubblica, quasi sempre per gli incendi.
L'incendio era una parte così inseparabile della storia ottomana di Istanbul, ormai cinquecentenaria, che gli abitanti, soprattutto all'inizio del XIX secolo, si premunivano contro questo tipo di sciagure che colpivano profondamente la città. Nel XIX secolo, per coloro che risiedevano nelle case di legno, sulle vie strette, l'incendio, più che un disastro, era un evento quasi naturale, come un destino inesorabile. Se l'impero Ottomano non fosse crollato, Istanbul, all'inizio del XX secolo, avrebbe comunque perduto la sua memoria e gran parte dello splendore per gli incendi che si susseguirono e di colpo ingoiarono migliaia di case, decine di quartieri e ampie aree. Ma la gente che, come me, fu testimone degli incendi e dei crolli delle ultime ville, delle case signorili di legno e delle abitazioni semplici della città, negli anni Cinquanta e Sessanta, portava le impronte di un'angoscia diversa da quella dei pascià ottomani, tutti presi dall'osservazione, dalla contemplazione di questi incendi: era l'ansia di desiderare fra sensi di colpa , mestizia e invidia la scomparsa anche delle ultime impronte di una cultura e una civiltà straordinaria, di cui non eravamo riusciti a essere i degni eredi, nella nostra imitazione scarna, anonima e avventata della civiltà occidentale a Istanbul. Durante la mia infanzia e giovinezza, quando una delle ville di legno iniziava a bruciare , in tutte e due le spine del Bosforo si radunava una folla curiosa di vedere questo spettacolo.
Orhan Pamuk Istanbul
In battello sul Bosforo

Lo spirito e la forza di Istanbul vengono dal Bosforo.. La vita non può essere cosi brutta, -penso a volte.- Comunque, uno alla fine può sempre farsi una passeggiata sul Bosforo.
Orhan Pamuk Istanbul
Non si può andare a Istanbul e non prendere un traghetto che naviga sul Bosforo, le yali, splendide ville ottomane in legno, le fortezze e i piccoli paesi su entrambe le sponde (asiatica ed europea) si mostrano in tutta la loro bellezza soltanto navigando nelle acque di questo stretto.

Gezi Park

Gli eventi del 2013 a Gezi Park vicino a Piazza Taksim, iniziati con una manifestazione pacifica per salvare un piccolo parco dalla distruzione hanno segnato la storia della città e della Turchia colpita da u’ondata di violenza senza precedenti, ad opera del governo e della polizia.
I pochi alberi di Gezi erano l'ultimo misero spazio verde in un'orgia di cemento che stava strangolando la città. Hotel, strade, tunnel, e palazzoni, alti, brutti, cemento sul cemento.... Il governo sentiva il bisogno di demolire l'ultimo angolo di verde rimasto. La distruzione di quel parco era il visibile segno della tracotanza del potere, della sicurezza da parte di Erdogan e soci che l'avrebbero fatta franca anche davanti a quell'ennesimo errore....
Barricate su Istiklal, posti di blocco ovunque intorno a Taksim, erano bastate poche ore a trasformare la città in un campo di battaglia.Marco Magini
Ma soprattutto hanno mostrato il vero volto dell’ex sindaco della città ora a capo del paese, Erdogan.
Erdogan sta risvegliando gli istinti peggiori di questa nazione. Provocano e poi aspettano di vedere la reazione del Paese. Appena si accorgeranno che abbiamo ancora una volta accettato quello che fino a poco tempo prima tutti i consideravano tabù, allora scaveranno ancora più in basso, sicuri che l'opinione pubblica sia ogni giorno più apatica, pronta a tollerare l'intollerabile...
La Turchia appariva al centro di un cambiamento epocale.Marco Magini
Hamam

Cosa sia un bagno turco è ben noto a chiunque, ma c’e una profonda differenza tra un bagno turco ed un hamam. Il primo, conosciuto in occidente è la versione edulcorata dell’Haman. Visitare Istanbul e non frequentare un haman significa perdersi una parte dell’essenza di questa città.
La storia degli hamam, si perde nella notte dei tempi, quando non tutte le case, o meglio, quasi nessuna aveva un bagno, quindi la necessità di lavarsi veniva soddisfatta in questi luoghi. Di solito uno per quartiere. Ma oltre al rituale del bagno si creava un vero e proprio rituale sociale, con abitudine incontri e relazioni. Un’ interessante e dettagliata descrizione di una giornata trascorsa all’hamam, si trova nel libro Una famiglia turca di Iran Orga
Ogni tanto, più o meno una volta alla settimana, alla nonna veniva in mente di socializzare e quando le capitavano questi umori, invariabilmente andava all'haman. I bagni turchi erano un luogo deputato al pettegolezzo e allo scambio di maledicenze.. e la scusa per ogni donna del quartiere di passare una giornata fuori casa. Nessuno si sognava neppure di impiegare meno di sette o otto ore per prendersi un bagno.
Irfan Orga, Una famiglia turca
Il rituale dell'hamam
In ogni Haman si trova una camekan, la sala d’ingresso, di solito interamente rivestita in legno scricchiolante, qui ci sono varie cabine dove spogliarsi per indossare il pestemal, il tipico telo da hamam e i takunya, una specie di zoccoli di legno.
All'hamam prenotava sempre stanze private, una per spogliarsi e un'altra per lavarsi.
Irfan Orga, Una famiglia turca
Quindi si entra nel bagno di vapore vero e proprio, una stanza enorme, ricoperta di marmo, con una piattaforma riscaldata al centro sulla quale distendersi. Tutto attorno piccole fontane con acqua fredda. Assolutamente necessarie perché la temperatura è veramente elevata. Alla fine di questi passaggi caldo/freddo, si viene massaggiati, molto vigorosamente, e lavati da un addetto al bagno. Questi addetti sono solo uomini.
Ricordo bene il marasma che causava alla vita domestica il giorno, quando veniva, in cui annunciava che all'indomani sarebbe andata a prendere un bagno. Praticamente si paralizzava, per così dire, la gestione familiare, perché non si poteva certo dedicare cosi alla leggera di andare all'hamam con un intervallo di tempo inferiore alle ventiquattro ore. Ci voleva una preparazione. Bisognava comperare, cucinare e confezionare del cibo speciale. Bisognava prenotare le stanze private... Si preparavano dolmas con foglie di vite riempite di riso insaporito, uva passa, noci e olio d'oliva.... e candir-gobegi, ciambelle pesanti e sciroppose, che, se preparate in modo corretto, sono leggere come l'aria e paradisiache a gustarsi....
Irfan Orga, Una famiglia turca
Gli hamam misti
Gli hamam di Istanbul, visto la loro antica tradizione e la regione islamica hanno accessi con sale e/o orari diversi per uomini e donne. Per ovviare a questo inconveniente si possono scegliere gli hamam delle grandi catene alberghiere, in cui l’accesso misto è consentivo, ma si pongono due problemi i costi molto elevati e la perdita del fascino di un bagno turco tradizionale. Sembra di essere più in una SPA occidentale che in un vero hamam turco.L’unico hamam misto tradizionale è il Suleymaniye Hamami.
Da provare
Il Cay ovvero il te turco

E’ la bevanda più diffusa in Turchia, si trova in tutti i quartieri di Istanbul. Dopo la caduta dell’impero ottomano il caffè diventa molto costoso e sotto la spinta di Ataturk, il te, più economico, diviene bevanda nazionale. Si beve in piccoli bicchieri a forma di tulipano, presi per il bordo vista l’altissima temperatura a cui viene servita la bevanda.
Libri consigliati
Un uomo inutile di Sait Faik Abasiyanik l’autore è stato definito dalla critica il Checov turco. Il libro raccoglie molti dei suoi racconti pubblicati tra il 1936 e i 1954, questo periodo copre la sua intera carriera letteraria.
Istanbul di Orhan Pamuk Il libro da cui partire alla scoperta di questa città, un libro di memorie personali e collettive su Istanbul
Il museo dell’innocenza di Orhan Pamuk non si può visitare il Museo dell’Innocenza senza conosce la storia che ha dato vita a questo luogo buio ed affascinante. Seguire Kemal mentre ogni giorno con piccoli stratagemmi arricchisce la sua collezione, è davvero emozionante.
Una famiglia turca di Iran Orga Uno dei più bei romanzi turchi, la storia di una famiglia, che si intreccia, inevitabilmente con la storia di una nazione. I grandi cambiamenti, il dolore le gioie e i lutti. Insomma la vita. Il romanzo racconta il periodo che va dal 1913 al 1940 ed è totalmente autobiografico.
Gli ospiti di Marco Magini gli eventi del 2013 a Gezi Park raccontati da un giovane italiano a Istanbul per amore. Un libro che racconta attraverso gli occhi di un ragazzo e della sua fidanzata turca la Turchia di Erdogan e la deriva violenta del paese.
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