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Il territorio denominato Provence-Alpes-Cote d’Azur è molto vasto e offre molte possibilità. Si spazia dalle selvagge gole del Verdon alla Provenza mediterranea con le spiagge dorate della costa di Saint Tropez, le isole del parco nazionale di Port Cros, su tutte Porquerolles, senza dimenticare Aix en Provence la “capitale della Provenza” e i deliziosi villaggi provenzali sparsi ovunque in cui il tempo sembra essersi fermato.
Le Gorges du Verdon

Tra le tante meraviglie di questa regione le Gorges du Verdon, in alta Provenza, sono il canyon più grande dell’Europa. Per tale motivo il “Gran Canyon d’Europa” dal 1990 è un sito naturale protetto.
Le gole sono state scavate, nel corso di milioni di anni, dal fiume Verdon che le attraversa. Con pareti rocciose spettacolari alte fino a settecento metri. Sono selvagge, e dall’alto il Verdon, nella stagione secca, è poco più di un rivolo.
Esistono due strade che attraversano la spettacolare valle: la rive droite e la rive gauche, oltre a queste la panoramica Routes des Crètes, una sorta di anello che parte e arriva a Palud sul Verdon; permette di vedere il canyon in tutta la sua bellezza, offrendo soste con molti balconi panoramici e ponti altissimi da attraversare.

Il percorso termina al Lac de Sainte-Croix, un bacino artificiale dalle acque verde brillante creato negli anni Settanta.

Aix en Provence

Aix en Provence è una piccola rive gauche parigina nel cuore della Provenza, molto più di un grazioso villaggio questa piacevole e raffinata cittadina è considerata la capitale della Provenza. Le sue fontane zampillanti e i palazzi signorili del XVII secolo sono parte integrante del fascino di Aix.
Il centro storico si sviluppa lungo il Corso Mirabeau che inizia con la splendida Fontaine le Rotonde. Costruita nel 1860 con tre grandi statue allegoriche orientate verso le città più importanti della Provenza: Cours, per la giustizia, Marsiglia per l’agricoltura e Avignone per le belle arti.

Cours Mirabeau
Il Cours Mirabeau, realizzato nel 1651, molto ampio per consentire il passaggio delle carrozze, è il viale che meglio riesce a trasmettere lo spirito della città con magnifici palazzi borghesi.
Lungo il corso la Fontaine d’Eau Chaude, la cui acqua sgorga da una sorgente termale a 34 gradi, detta “la muschiosa“.
Il cafe Le Deux Garçons fondato nel 1792 frequentato da Cézanne, Emile Zola, ha ospitato anche Pablo Picasso e il Primo Ministro inglese Winston Churchil. Da non perdere i calissons d’Aix, i biscottini a forma di losanga tipici della città, un impasto di pasta di mandorle ricoperta da una glassa bianca di zucchero.

Il corso fu edificato tra il 1649 e il 1651 là dove sorgevano i bastioni medievali della città, riflette l'ossessione del suo architetto per il numero quattro e i suoi multipli. La via infatti è lunga 440 metri e larga 42; 44 platani vi furono piantati a regolare intervallo di dieci metri; le fontane sono quattro.
Peter Mayle, Provenza dalla A alla Z
La città vecchia
La città vecchia, con le sue vie acciottolate, le piazzette, i vicoli e il cielo azzurro della Provenza offre scorci piacevolissimi.
In particolare il quartiere Mazarin, progettato dall’arcivescovo Micheal Mazarin con criteri moderni e razionali si concentra attorno alla Fontana dei Quattro Delfini.

Ancora Place de Richelme e Place del Prêcheurs ospitano colorati mercati cittadini.
Il passage Agard che collega lo splendido Palazzo di Giustizia al Cours Mirabeau e l’Hotel du Caumont.
La cattedrale di Saint Saveur e la chiesa di Saint-Jean de Malte.

Atelier Cézanne
Quando sei nato qui, non c'è nient'altro.
Paul Cézanne

Aix è la città natale del pittore post-impressionista Paul Cézanne e proprio sulle colline si trova il suo atelier o meglio l’ultimo laboratorio utilizzato dal celebre artista. Accuratamente conservato, sebbene non sia esposta nessuna delle sue opere.
Nato a Aix, nel 1839, Cézanne morì sempre a Aix nel 1906. Cézanne era affascinato soprattutto dal Monte Saint Victoire, una montagna alta circa mille metri a est di Aix, e lo ritrasse almeno sessanta volte.... Cézanne morì da vero pittore: durante un terribile temporale, mentre lavorava nei pressi del suo studio di Les Lauves, cadde a terra col pennello ancora in mano. Secondo la leggenda fu deposto su un carro pieno di tele dipinte, e trascorse i suoi ultimi istanti circondato dall'arte.
Peter Mayle, Provenza dalla A alla Z
un CAMPO di internamento in provenza
Camp du Milles

Camp du Milles oggi è un memoriale che racconta una drammatica pagina della storia del Novecento. Nel 2015 è stato scelto dall’Unesco come sede della Cattedra di Educazione alla cittadinanza, alle scienze umane e alle memorie condivise.
Questo stabilimento per la produzione di mattoni e piastrelle, nato nel 1882, a pochi chilometri da Aix, venne trasformato, il 31 agosto 1939, in campo di concentramento, attivo fino al 1942.
Vi sono state internate circa 10.000 persone provenienti da 38 paesi, tra loro molti dissidenti, intellettuali e artisti, tra cui il pittore surrealista Max Ernst.
Quello che inizialmente era un campo per gli stranieri nemici, divenne, sotto il regime di Vichy, un luogo di transito per l’emigrazione regolare e non.
Le condizioni di vita al Camp du Milles, erano proibitive: sovraffollamento, privazioni di ogni genere, promiscuità, malattie e mancanza cronica di cibo.
Infine nell’agosto-settembre 1942 divenne un campo di deportazione degli ebrei verso Auschwitz. Partirono cinque convogli. Duemila uomini, donne e bambini mandati a morire nel campo di sterminio polacco, collegato grazie alla vicina ferrovia del Camp Du Milles.
Vichy consegnò ai nazisti 10.000 ebrei della zona libera. Furono inclusi nelle deportazioni anche i ragazzi (più di 100) sotto i sedici anni. Il bambino più piccolo aveva un anno.
Dopo l’occupazione nazista della Provenza il campo rimase un centro di transito e i pochissimi rimasti riuscirono a fuggire.

Il memoriale del Camp du Milles racconta una storia drammatica per la Provenza.
Le didascalie all'interno del memoriale sono esclusivamente in francese. Dal mio punto di vista un grave errore per la divulgazione e la memoria dell'Olocausto. La Provenza accoglie ogni estate moltissimi turisti internazionali e il desiderio di conoscenza e approfondimento sono la base per la sviluppare una cultura della tolleranza che passa attraverso la comprensione.
Île de Porquerolles

Un luogo incontaminato, seppur con un notevole afflusso turistico nei mesi estivi, offre spiagge dorate e un mare cristallino. Le spiagge si raggiungono a piedi o in bicicletta attraverso i sentieri.

L‘isola di Porquerolles, parco nazionale è la più grande di un gruppo di tre isole. Le altre due Iles d’Hyres, sono l’Ile du Levant e l’Ile de Port-Cros.

Saint Tropez

Saint Tropez, all'entrata del magnifico golfo chiamato un tempo golfo di Grimaud, è la capitale di questo piccolo reame saraceno i cui villaggi costruiti in cima ai picchi per essere al sicuro dagli assalti.
Guy de Maupassant, Da Saint Tropez a Montecarlo
Molto tempo è passato dalla descrizione di Saint Tropez narrata in Sull’acqua. Da Saint-Tropez a Montecarlo di Guy de Maupassant, il racconto della navigazione sulle costa provenzale e Azzurra.
Oggi Saint Tropez è meta del jet set internazionale, di un turismo chic e costoso.
Brigitte Bardot
Oggi Saint Tropez è meta del jet set internazionale, di un turismo chic e costoso. Questo grazioso borgo deve la sua celebrità a Brigitte Bardot che, negli anni Sessanta, con il film ”E dio creò la donna” qui ambientato lo ha mitizzato: la bellezza della giovanissima Bardot e il fascino del paese di pescatori hanno suscitato un interesse globale.Tuttavia St. Tropez non è solo il suo porto con gli yacht e i negozi di grandi marche. Il suo fascino risiede nelle vie secondarie, nell’atmosfera rilassata e chic che si respira passeggiando per le sue vie.
La città cosi grata all’attrice le ha dedicato una statua.

Place des Lices
Il vero cuore di St. Tropez, la sua piazza più bella con i platani, simbolo della Provenza.
l platani lungo eleganti viali... dove formano un meraviglioso cerchio d'ombra macchiettato di sole. E infine sono potati in modo immaginoso, a seconda della funzione pratica o decorativa che devono assolvere.
Peter Mayle, Provenza dalla A alla Z
conoscere la tradizione
Pétanque uno sport provenzale
Camminare sotto i platani della Place des Lices, può non essere piacevole, il terreno è composto da una sabbia fine, ma granulosa, il motivo è la pètanque, il gioco delle bocce, che in Provenza sembra essere sport nazionale. In ogni piazza, di ogni villaggio provenzale, il campo per la pètanque e non manca mai e ad ogni ora del giorno, sotto l’ombra dei platani qualcuno sta giocando. Oltre ai periodici tornei.

La bellezza del gioco sta nel fatto che possono giocarlo quasi tutti, in qualsiasi posto ci sia un tratto di suolo più o meno pianeggiante, ma preferibilmente su quei terreni sabbiosi e ben battuti che si chiamano calpicette. A prima vista può sembrare un diversivo semplice e placido, ma le cose non stanno affatto così.. ed è allora che la passione tutta provenzale per le discussioni accalorate prende il sopravvento. Le voci si alzano, gli indici minacciano, accuse di cecità volano da entrambi le parti.. eppure dopo cinque minuti eccoli lì che ricominciano a giocare.
Peter Mayle, Provenza dalla A alla Z
La Poche

In Provenza l'ocra è presente nel paesaggio.. dominato da scogliere e aggrovigliate spirali color rosso ruggine. L'effetto osservato contro lo sfondo profondamente azzurro del cielo è quello di un quadro surrealista, vivace e dai profili taglienti.
Peter Mayle, Provenza dalla A alla Z
Eglise de Saint Tropez

Il suo campanile è uno dei simboli della città.
Il mercato provenzale e chic di Saint Tropez

Il tradizionale mercato settimanale, una sorta di emporio mobile che si estende su un certo numero di strade... nei giorni di mercato si crea un'atmosfera tutta speciale, piena di buonumore.. è raro vedere gente che ha fretta.
Peter Mayle, Provenza dalla A alla Z
Il mercato in città si svolge il martedì e il sabato in Place des Lices, dalle otto di mattina fino all’ora di pranzo. E’ il classico mercato provenzale in cui si trova di tutto dalla frutta e verdura direttamente dai produttori al cibo pronto per pranzo.
Ci sono i prodotti provenzali tipici, olive, spezie. Tuttavia non manca il tocco glamour tropezienne che lo contraddistingue dagli altri mercati provenzali.
Non mancano nemmeno le bancarelle di libri.
una pausa golosa
La Tarte Tropézienne

La Tarte Tropézienne è la torta più celebre di Saint Tropez, nata nel 1955, dall’idea del pasticcere polacco Alexandre Micka, che apre in città il suo negozio di pasticceria e panetteria. Una torta senza bordi di pan brioche ricoperta di zucchero e abbondantemente farcita con un mix di tre creme al profumo di fiori d’arancio. La ricetta originale è segreta. La sua fama si deve ancora una volta a Brigitte Bardot, che sul set di “e Dio creò la donna” la assaggia e consiglia al pasticcere di chiamarla Tarte Tropézienne, consiglio accettato da Micka che ne regista il nome. Ecco creato un altro mito a Saint Tropez.
I villaggi e le case provenzali

Sparsi un po’ ovunque i piccoli villaggi rappresentano al meglio questa parte così famosa della Francia meridionale. Le case hanno un fascino particolare, con le persiane colorate, i muri spessi e tanto verde in vaso, e altrettante facciate ricoperte di edera o buganvillee.

Le tradizionali case provenzali, con i muri spessi e le finestre piccole, sono state costruite per essere fresche d'estate e tenere fuori il maestrale d'inverno.
Peter Mayle, Provenza dalla A alla Z
La Bastide

La bastide è una fortezza, in Provenza invece è una casa. Le stanze sono ampie, i soffitti alti e le finestre grandi e numerose. La facciata è regolare, con aperture riposte simmetricamente sotto un tetto spiovente.
Peter Mayle, Provenza dalla A alla Z
una curiosità
La génoise

In Provenza può piovere molto e la soluzione a muri e finestre inzuppate, in tempi lontani, è venuta da manovali italiani in cerca di lavoro: le génoise.
Aggiungevano alcune tegole in più lungo il margine inferiore del tetto allargandone il bordo tutto attorno alla casa di una cinquantina di centimetri in modo da formare una sorta di cornicione. In questo modo l'acqua piovana viene deviata dalla sua traiettoria e va a cadere a un'adeguata distanza da muri, porte e finestre. Il numero di file di tegole rappresentava - e probabilmente rappresenta tutt'oggi- un valido indicatore di ricchezza e preminenza sociale: due file per una modesta bastide, tre per qualcosa di più elaborato, quattro in casi eccezionali di ricchezza.
Peter Mayle, Provenza dalla A alla Z
Le fontane provenzali

La fontana fino ad un certo punto del XX secolo, è stata una componente viva ed essenziale della vita di villaggio.. perché andare alla fontana era una mansione quotidiana: in giorni in cui lo stoccaggio e la distribuzione dell'acqua erano piuttosto primitivi e possedere una cisterna era un lusso. Era il posto dove incontrare i vicini di casa, aggiornasi sul prezzo della farina e dell'olio d'oliva... spettegolare, bighellonare, rinfrescarsi d'estate e più in generale passare un piacevole quarto d'ora mentre si svolgevano le mansioni quotidiane.
Peter Mayle, Provenza dalla A alla Z
Libri sulla Provenza
Provenza dalla A alla Z di Peter Mayle, un testo simpatico, organizzato come un dizionario in ordine alfabetico, che racconta da la Provenza da un punto di vista inusuale.
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