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La posizione di Istanbul sospesa tra oriente e Occidente, tra Europa ed Asia ha forgiato la città. I primi insediamenti risalgono al neolitico. Edificata sui sette colli, proprio come Roma, su ogni colle della città vecchia si trova una moschea.
Greci, romani, bizantini, ottomani hanno creato e sviluppato un insediamento unico al mondo, affacciato sul Bosforo lo stretto, di circa trenta chilometri, che unisce il Mar Nero al Mare di Marmara e al Mediterraneo. Segna il confine tra Europa ed Asia, la città ha così un lato europeo ed uno asiatico.

Prendendo in considerazione i nomi di alcuni avvenimenti, possiamo capire il posto in cui ci troviamo nel mondo, se siamo in Oriente o in Occidente. Quello che successe nel maggio del 1453, per gli occidentali, era la caduta di Costantinopoli, per gli orientali invece la conquista di Istanbul.... Gli abitanti di Istanbul hanno imparato a festeggiare l'evento come "conquista", all'inizio del XX secolo, grazie al movimento di occidentalizzazione e al nazionalismo turco. Nel secolo scorso la metà della popolazione di Istanbul non era musulmana, e la maggior parte degli abitanti non musulmani era formata dai greci, che erano la continuazione dei bizantini.... Però i turchi che davano importanza all'occidentalizzazione, non amavano sottolineare la conquista.. Nel 1955 i negozi dei greci e delle altre minoranze furono saccheggiati dalla masse provocate, di nascosto, dal governo turco, che poi non riuscì più a controllare la situazione.. il numero dei greci che abbandonarono Istanbul negli ultimi cinquant'anni è più alto rispetto a quello dei greci che lasciarono la città nei cinquant'anni che seguirono il 1453.
Orhan Pamuk, Istanbul
Una storia lunga di secoli e complessa, ai nostri tempi la situazione è migliorata? Dopo i primi anni della deriva nazionalista e musulmana di Erdogan, il flusso turistico verso Istanbul, almeno dall’Italia è diminuito.
Del resto la forza di Istanbul, della sua silhouette, e anche del suo panorama, dipende dalla bellezza e dalla radiosità, ancora intonse, di molte opere antiche e imponenti, quali Santa Sofia, la moschea di Suleymaniye e altre moschee che hanno nomi di sultani e si trovano nel cuore della città.
Orhan Pamuk, Istanbul
Bosforo

Il Bosforo è lo stretto, di circa trenta chilometri, che unisce il Mar Nero al Mare di Marmara e al Mediterraneo. Segna il confine tra Europa ed Asia. Istanbul ha un lato europeo ed uno asiatico.
Il Corno d'Oro

La diffusione delle navi a vapore e il loro utilizzo nel Mediterraneo, dopo la seconda metà del XIX secolo, oltre a cambiare il panorama della città, accorció la distanza tra Istanbul e i centri europei, determinando l'arrivo di molti viaggiatori occidentali... Dopo la fondazione delle Linee marittime e la costruzione di moli in tutti i piccoli villaggi della zona, e con il passaggio delle navi a vapore su e giù per lo stretto, in realtà non cambiò solo il panorama del Bosforo, ma anche quello di tutta Istanbul.
Orhan Pamuk, Istanbul
Istanbul nasce sul Corno d’oro un’insenatura che separa la città vecchia da quella nuova.La sponda europea è la prima zona dove si è sviluppata la città. Una baia lunga sette chilometri che regala un panorama splendido dal ponte di Galata, al Palazzo Topkapi e i tanti minareti delle moschee. La parte della città nuova si chiama Pera, letteralmente l’altra parte. In epica bizantina non esistevano ponti di collegamento.
Santa Sofia

Aya Sofia è stata per novecento anni una chiesa, per cinquecento una moschea. Nel 1935 Ataturk, il padre della Turchia moderna e laica, la trasforma in un museo. E’ stata l’edificio più grande del mondo per oltre mille anni.
La chiesa di Santa Sofia, costruita nel 537 dall’imperatore Giustiano, è la cattedrale più grande del mondo cristiano. Nel VI secolo d.c. la sua cupola è la più alta del mondo, con i suoi cinquantacinque metri di altezza, e domina il panorama della Costantinopoli di allora. Distrutta dal fuoco due volte. La prima dopo appena ventisei anni della costruzione, Giustiniano fa ricostruire la cupola come segno della perseveranza romana.
Le due semicupole ai lati, create con lo scopo di accrescere la maestosità della struttura sono sostenute da molti contrafforti esterni aggiunti nel corso degli anni.
Quando Costantinopoli diventa Istanbul nel 1435, con la conquista della città da parte degli ottomani di Memet, Santa Sofia rinasce come moschea. Vengono aggiunti i quatti minareti.
I pannelli in pelle di cammello vengono applicati per lodare il nome di Allah e Maometto Le croci cristiane vengono coperte o inserite in mosaici con simboli musulmani.
La maestosa cupola di Santa Sofia
Ad occhio nudo non è possibile vedere i “bozzi” che la cupola presenta, segni di usura e soprattutto dei terremoti.
Gli abili costruttori del tempo, con una serie di accorgimenti riuscirono a rendere eterna questa imponente struttura. I pennacchi, le strutture triangolari, erano stati aggiunti successivamente con lo scopo di scaricare il peso ricevuto dalla base circolare in quattro punti; così la struttura da sferica diventa quadrata e il peso arriva al terreno grazie alle colonne. I pennacchi sono decorati con angeli che, non solo metaforicamente, sorreggono la cupola.

Il Mihrab, è decentrato rispetto all’abside, perché deve indicare in modo preciso La Mecca, il punto a cui rivolgere le preghiere.
Difficile descrivere la straordinaria bellezza e la ricchezza di stile che la contraddistinguono. La commistione tra simboli cristiani e musulmani la rende un luogo unico.
Santa Sofia il 10 luglio 2020, con decreto presidenziale, è stata nuovamente aperta al culto musulmano.
conoscere le tradizioni
I gatti a Santa Sofia e nelle moschee di Istanbul
Visitando Istanbul si comprende che i gatti sono parte integrante della città, hanno libero accesso anche nelle moschee.
Questa concessione si deve al profeta Maometto: un giorno mentre stava pregando una gatta si era addormentata sulla manica del suo prezioso caftano, il profeta per non disturbarla aveva tagliato la manica del caftano. Da quel momento i gatti occupano un posto d’onore in città.
Basilica Cisterna

Basilica Cisterna di origine romana, costruita nel 532 da Giustiniano, lo stesso imperatore che edificò la chiesa di Santa Sofia. E’ la cisterna più grande di Istanbul di epoca romana. Riforniva di acqua il Gran Palazzo di Bisanzio.
Famosa per le sue colonne classiche e la testa di Medusa.
Il gran Bazar
Il Gran Bazar una vera e propria città nella città. Con vie, piazze e ristoranti. Un centro commerciale del XV secolo. Rimasto pressoché identico: i clienti cercano ancora le stesse merci di allora, tè, spezie, tessuti, sete, tappeti.

E’ possibile trovare di tutto, da orribili souvenir di fabbricazione dubbia ad autentico artigianato turco, gioielli in oro e argento, stoffe di ogni genere, pestemal, antiquariato, ceramiche.
Bazar delle spezie

Il bazar delle spezie si trova all’interno di un bel palazzo che si affaccia sul ponte di Galata, evitando i negozi di souvenir, si possono trovare piramidi di spezie dai mille profumi e tutto l’occorrente per un vero te turco, spesso offerto dai proprietari molto disponibili ed amichevoli dei negozi.

Moschea Blu
Ogni moschea è un complesso di più edifici: un cortile che funziona come luogo di raccolta, di solito circondato da colonnati. Al centro del cortile le fontane per le abluzioni prima della preghiera. Le grandi cupole, un’eredità bizantina, che gli ottomani hanno saputo sfruttare, comprendendo il significato universale della cupola sia per la fede cristiana che per la musulmana, ma soprattutto per l’uomo: sentirsi all’interno di uno spazio enorme dove tutti sono uguali.

Questa moschea prende il nome dalla maioliche blu di Iznik che decorano tutto l’interno. Architettura spettacolare sia all’esterno che all’interno.

Palazzo Topkapi
Questo leggendario palazzo è stato, dalla metà del XV secolo al 1856, residenza principale e sede amministrativa dei sultani ottomani. Oggi è uno dei musei più visitati di Istanbul. All’interno di un grande parco, affacciato sul mar di Marmara, cortili cinti da mura, passaggi e maestosi palazzi creano il mito di questo luogo leggendario.

Molto prima della nascita delle corti europee, il Topkapi è stato l’apoteosi dell’opulenza, del lusso e della ricchezza come simbolo di potere.
La biblioteca, l’harem, le enormi cucine, i giardini rigogliosi. Tutto nascosto da possenti mura, che nascondo la vista dall’esterno, hanno contribuito alla nascita di molte leggende su questo luogo.
Il padiglione di Bagdad

Rappresenta il Topkapi al suo meglio, è il più sfarzoso dei palazzi: pavimento, pareti e soffitti interamente decorati, senza nemmeno un centimetro libero: maioliche islamiche blu, smalti, vetrate a mosaico e intarsi in legno e madreperla.

Suleymaniye Camii Moschea di Solimano

Nel quartiere dei Bazar, la moschea costruita su un colle domina Istanbul e offre dei panorami unici.
La moschea di Suleymanniye, la raffinata eleganza dei suoi volumi, l'apertura delle piccole cupole laterali, la proporzione dei suoi muri e due suoi spazi vuoti.. dei suoi minareti e dei suoi piccoli archi, la sua collocazione sulla collina, il suo candore e la lucentezza del piombo delle cupole.
Orhan Pamuk, Istanbul
Costruita nel 1557 per volere del sultano Solimano il Magnifico con l’obiettivo di oscurare la bellezza di Santa Sofia, ancora oggi non è solamente una moschea, ma un luogo di incontro e di svago per le famiglie musulmane.
La moschea è immensa, una volta all’interno, grazie ad un sapiente uso della luce si è avvolti dalla grandiosità. I lampadari sono posizionati molto in basso rispetto al soffitto; questa è una scelta volontaria per tagliare l’altezza e far sentire a proprio agio l’ospite. Inoltre nei lampadari si trovano dei gusci d’ostrica con lo scopo di tenere lontani gli insetti e i ragni.
Gli abili architetti di Solimano
Oggi la moschea è illuminata con l’elettricità, ma in passato la moschea era colma di candele e lampade ad olio, che creavano moltissima fuliggine, tuttavia i soffitti erano bianchissimi. Gli ottomani si rivelarono costruttori abili quanto i romani, creando un sistema di ventilazione nascosto nelle pareti: la fuliggine veniva aspirata attraverso camini nascosti e raccolta in una stanza dove si attaccava alle pareti per essere trasformata in inchiostro per i manoscritti sacri.

Un altro piccolo segreto della moschea di Solimano si nasconde sotto il pavimento, percorso da lunghi canali di ventilazione che la proteggono dall’umidità e che, al tempo della costruzione, servivano da condutture per l’acqua potabile.
Solimano creò inoltre, un enorme complesso attorno alla moschea che ospitava un ospedale, sei scuole, un bagno turco, una locanda, un forno e una scuola di medicina. Tutto questo per rendere il luogo di culto centrale nella vita di Istanbul.
L’imaret, la cucina pubblica, anch’essa in epoca ottomana, annessa al luogo di culto, sfamava ogni giorno circa mille poveri di ogni credo religioso: musulmani, cristiani ebrei. Gli indigenti ricevevano il loro pasto attraverso una feritoia nel muro, così chi serviva non vedeva chi avrebbe ricevuto il piatto, per evitare favoritismi. D’altro canto chi veniva servito non sapeva chi lo stesse aiutando, evitando ogni imbarazzo. Una relazione di completa uguaglianza. Oggi l’imaret è un ristorante in cui tutti possono mangiare.
Tutto attorno alla moschea c’è una zona chiamata il mercato dei drogati, perché in passato le sale da te vendevano oppio. Ora, ovviamente, non ci sono più, al loro posto invece molti locali sui tetti che offrono, oltre al delizioso te turco, una vista da mille e una notte sul Corno d’oro.
Istiklal Caddesi

Quella che in passato era Gran Rue de Pera, è diventata nei primi anni della Repubblica Istiklal Caddesi, ossia Via dell’Indipendenza. Rappresenta alla perfezione la fusione tra Oriente e Occidente che si avverte a Istanbul. Una elegante via pedonale piena di negozi alla moda occidentali, attraversata dagli storici tram rossi della linea Taksim- Tunel.
Da qui si prosegue e si arriva nella ben nota Piazza Taksim. Nel 2013 il vicino Parco Gezi, divenne il centro delle proteste contro il governo di Erdogan. Tutto iniziò con l’abbattimento degli alberi del parco per far posto ad un centro commerciale. Le proteste dei cittadini, seppur pacifiche furono sedate con una violenza inaudita: uso di spray al peperoncino, lacrimogeni e idranti sulla folla inerme. con un bilancio di nove morti e oltre ottomila feriti. Oltre a numerosi arresti.
Torre di Galata

Costruita dai genovesi, nel 1348, come torre di guardia è stata a lungo uno degli edifici più alti della città. Dalla sua sommità si gode una vista mozzafiato sul Corno d’Oro.

Ponte di Galata

.... Andare sul Ponte di Galata, che il vero cuore di Istanbul.
Orhan Pamuk
Un simbolo della città, alla pari delle più importanti moschee, questo ponte ha una lunga storia, che inizia con l’impero bizantino ed arriva ai giorni nostri con il suo quinto rifacimento.
Aperto al traffico veicolare, pedonale e dei tram è famoso per i tanti pescatori, per i venditori ambulanti, i negozi e ristoranti al di sotto.
Palazzo Dolmabahce

Il Dolmabahce è stato il primo palazzo in stile europeo costruito a Istanbul nella seconda metà dell’Ottocento, per volere del Sultano Abdulmecid I, che aveva abbandonato il Palazzo Topkapi.
Dopo la nascita della Repubblica, il suo padre fondatore Kemal Ataturk aveva trasformato il palazzo in residenza presidenziale.
Famosissima è la stanza dove Ataturk morì il 13 novembre 1938.
La sua facciata è lunga oltre seicento metri lineari e si affaccia sul Bosforo.

All’interno del palazzo è proibito scattare fotografie, è meglio evitare di farlo, perché ci sono molti addetti alla sorveglianza.
Consigli di lettura
Istanbul di Orhan Pamuk un testo straordinario del premio Nobel per la letteratura. Pamuk racconta la sua città attraverso un libro di memorie personali, in cui Istanbul è la protagonista con la sua storia lunga secoli di domini conquiste sfarzo e distruzione. Istanbul, luogo del cuore per l’autore diviene luogo dell’anima per il lettore. Splendide le foto d’epoca che impreziosiscono il testo.
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