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Bangkok la città degli angeli, ma il vero nome di Bangkok rappresenta parte della sua stranezza, tanto da farla finire nel Guinness dei primati come toponimo più lungo.
Il nome è una mistura -pronunciata alla thai- fra il sanscrito e un'antica lingua indiana, il pali, e significa: "Città degli angeli, Grande Città, Eterno Diadema, Inespugnabile Città del dio Indra, Grande Capitale del Mondo Adorna di Nove Gemme preziose, Città Felice, Ornata da un Immenso Palazzo Reale Simile al Rifugio Celeste dove regna il Dio Incarnato, Città Donata da Indra e Costruita da Vishnu.
Lawrence Osborne, Bangkok
Bangkok una megalopoli

Bangkok è una città, o meglio una megalopoli complessa in cui convivono, non sempre pacificamente, varie anime.
Bangkok. Più che una città, una massa confusa gettata su una palude di mangrovie. Non avrebbe mai dovuto espandersi tanto lontano dal Chao Phraya e dalla rive dei suoi canali. Le case di legno su palafitte con i loro balconi un po' sbilenchi e le barche ormeggiate agli scalini, i vecchi templi e i palazzi cinti da mura, vicino all'acqua verde e marrone sono belli. Il resto è un mostro che allarga le sue dita scheletriche in ogni direzione. Il risultato di un inesorabile, in alcuni casi, sconsiderato sviluppo edilizio realizzato, in gran parte a basso costo, in nome della necessità e del progresso.
Tew Bunnag, Il viaggio del naga

Ho visitato Bangkok varie volte e sebbene i luoghi di maggior interesse turistico siano rimasti invariati, la città è cresciuta in modo esponenziale spinta da un modello di sviluppo occidentale e capitalista, che il buon Terzani aveva già descritto.
Bangkok era mutata tantissimo nel suo aspetto fisico e di conseguenza anche nell’anima. Il suo fascino era finito. Da una città assolata, percorsa da canali, era diventata un agglomerato di cemento, rabbuiato dalle tante strade sopraelevate costruite su quelle con cui erano state ricoperte le vie d’acqua. La modernità aveva eroso la tradizionale serenità della gente e accelerato i suoi, un tempo sonnolenti, ritmi di vita.
Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra

I centri commerciali
Era la rappresentazione di un mondo dove tutto è permesso, dove è disponibile ogni forma di piacere e di distrazione dove, in definitiva, non si trova né pace né appagamento. Bangkok, in quanto luogo dove i desideri non hanno limiti, diventa l’allegoria perfetta di una condizione universale.
Tew Bunnag, Il viaggio del naga

I centri commerciali di Bangkok sono la metafora perfetta di questa crescita a ritmi vertiginosi: Central Word, MBK, Central Embassy, Central Chidlom, Siam Paragon, solo per citare i più famosi, ricordano molto di più New York che una città asiatica. Esempio perfetto della capacità pervasiva della globalizzazione non solo economica, ma dei desideri e dei bisogni indotti.
In questi mega mall trovano posto solo prodotti occidentali: durante il periodo natalizio sono decorati con alberi di natale e simboli di una cultura che non appartiene al paese del sorriso. Quello che mi ha maggiormente colpito sono i thailandesi impegnati in svariati selfie con babbo natale e le renne. Forse per loro è questo l’esotismo, lo stesso esotismo che tanti europei cercano in Asia, o forse siamo tutti attratti da quello che non siamo o non possiamo avere.

per gli amanti delle libri
B2S Think Space

Nel deliro consumistico dei mega mall di Bangkok al Central Chidlom, il B2S Think Space è una libreria dal design originale e futuristico.
Il traffico di Bangkok

Per chi abbia voglia di vivere l’esperienza dei centri commerciali, c’è un aspetto da non trascurare, il traffico. I mall, specialmente nei weekend e la sera, affollati e congestionati, le strade invase dal traffico con intasamenti che possono durare ore; lo skytrain è una valida alternativa alle auto.
Il flusso veicolare e gli ingorghi di Bangkok sono leggendari e sembrano peggiorare di anno in anno, sebbene il governo sia intervenuto con nuove infrastrutture, autostrade e sopraelevate.
Segno che questa città di oltre dieci milioni di abitanti è anche la città più visitata al mondo con oltre ventidue milioni di turisti l’anno (dati pre pandemia, che nel periodo post pandemico, sono destinati a crescere).
Perché visitare la Bangkok moderna dopo queste premesse? Perché è bellissima, sarò di parte, ma amo anche le contraddizioni della città degli angeli.
Le scene di vita comune di Bangkok: le grandi strade affollate e i vicoli, la metropolitana e i bar, i canali putridi, i mercati e le sale massaggio, i condomini di lusso, la vita sul fiume e gli slum.
Tew Bunnag, Il viaggio del naga
In mezzo al cemento si può ancora trovare qualche scintilla del passato e sprazzi di cultura tradizionale thai, anche nei grattacieli che punteggiano il suo skyline come il Mahanakhon King Power e Sathorn Unique Tower con i suoi fantasmi.
Mahanakhon King Power

Il grattacielo più alto di Bangkok e dell’intera Thailandia, con i suoi 314 metri di altezza, è una vera e propria attrazione turistica.
Inaugurato nel dicembre 2016 è un ottimo esempio di architettura contemporanea thailandese; grazie al suo design pixelato, unico nel suo genere e allo sviluppo discontinuo delle facciate è una vera e propria icona della città.
Un nastro di pixel corre intorno all’edificio sfilando via la superficie per esporre uno strato più interno. Un capolavoro di design, ma anche un’ enorme sfida. Per garantire la stabilità necessaria per resistere alla spinte laterali di venti e terremoti il grattacielo è costruito intorno al muro centrale di calcestruzzo armato, dodici mega colonne lo circondano per tutta la sua altezza sostenendo carichi verticali sbilanciati creati dal disegno dei piani superiori. Questa soluzione ingegnosa rende possibile l’originale forma della struttura.
In meno di cinquanta secondi l’ascensore più veloce dell’intera Thailandia raggiunge il settantaquattresimo piano dell’edificio, qui, dallo Sky Deck, si gode di una straordinaria vista a 360 gradi sulla città degli angeli.

L’esperienza di maggior impatto è percorrere il Glass Tray al settantottesimo piano. Una terrazza con il pavimento in vetro a 310 metri di altezza.
Brividi e vertigini sono garantiti anche ai più coraggiosi.

Il ritmo a cui le cose invecchiano, da queste parti, mette i brividi. I thai credono che ogni edificio abitato da qualcun altro prima di loro sia potenzialmente infestato, e piuttosto che affrontare anche solo l'eventualità dei fantasmi preferiscono abbatterlo e costruirne al suo posto uno nuovo, disinfestato. Insomma la loro smania di rimodellare a getto continuo il passato edilizio del paese è figlia, oltre che del capitalismo, di una superstizione arcaica-che spiega anche come mai a Bangkok si costruisca più in fretta che in qualunque altro posto del pianeta. Lo skyline cambia di qualche centimetro a notte, e i fari dei cantieri aperti 24 ore su 24 rischiarano la città senza un minuto di pausa.
Lawrence Osborne, Bangkok
la ghost tower
Sathorn Unique Tower

Fantasma in thai si dice phi ce n'è un'infinità di tipi come i phi pop maligni.... I fantasmi di chi muore di morte violenta si chiamano phi tai hong. Dopo lo tsunami del 2004 vicino alle spiagge ne sono stati avvistati a centinaia. Molti thai di campagna pensano che basti andare in giro di notte per imbattersi in un fantasma. Ma non tutti i fantasmi fanno paura....
Quando gli spiriti si muovono, un soffio sovrannaturale agita un campanello, un ramo e per un secondo li senti… Per loro sarebbe anormale non sentire la presenza dei morti, non cercare un altro passato, molto distante da quello fisico.Lawrence Osborne, Bangkok
Per comprendere Bangkok e la Thailandia è utile sapere che molti thailandesi hanno un rapporto diretto con gli spiriti e i fantasmi, non solo credono alle manifestazioni ultraterrene, ma accettano di buon grado che l’universo dei fantasmi e dei morti conviva più o meno pacificamente con quello dei vivi.
La Sathorn Unique Tower è un perfetto esempio di commistione tra i due mondi.
Questo complesso residenziale, costruito negli anni Novanta, in pieno boom economico asiatico, fu vittima del crollo dei mercati finanziari nel 1997; vennero meno i fondi e la torre, completata al 75%, fu abbandonata.
Gli abitanti del quartiere sostengono che il terreno su cui sorge la Sathorn Unique Tower fosse un cimitero. Non sono mancate le apparizioni di fantasmi in particolare al quarantatreesimo piano dove, nel 2014, un giovane backpacker svedese si suicidò. Da qui il soprannome Ghost Tower .
La torre, con i suoi 49 piani per 185 metri di altezza, è inquietante e affascinante con tutta l’attrattiva dei luoghi perduti. Nei piani più alti si possono vedere ancora le gru abbandonate. Molti urbex si introducono, scalandola, ovviamente a piedi, scattando fotografie di grande impatto.
Questa pratica è vietata e pericolosa, gli ultimi piani dell’edificio, pur regalando una vista a 360 gradi sulla città, non sono protetti da parapetti.
I sky bar e gli hotel di lusso

Bangkok è conosciuta per gli alberghi lussuosi. Oggi sembra normale trovare questo tipo di hotel in tutto il mondo, ma a Bangkok il primo hotel di lusso è stato costruito nel 1868 per volontà del sovrano Chulalongkorn.
Il grande albergo era concepito come un mondo autosufficiente, all’interno del quale il viaggiatore poteva trovare, per la prima volta, tutto ciò di cui aveva bisogno: vitto, alloggio, lavanderia, cambio, centralini, impianti sportivi e luoghi d’incontro… In sostanza, l’opprimente lusso occidentale veniva calato nell’opprimente miseria orientale, senza neppure sforzarsi di occultare il contrasto- semmai accentuandolo.
Lawrence Osborne, Bangkok
Bangkok offre molte sistemazioni di fascia alta, infinity pool e rooftop sono un’esperienza imprescindibile nella città degli angeli.
Il Sirocco at Lebua Tower è diventato un’icona della città, al tramonto regala una vista sulla città e sul Chao Phraya river dal 63° piano della Lebua Tower, l’hotel di lusso che lo ospita.
Consigli di lettura
Bangkok di Lawrence Osborne Osborne, a mio parere, è lo scrittore che riesce a rendere meglio lo spirito di Bangkok. Nel suo libro non si racconta delle bellezze della città, nessuna indicazione turistica, ma si respira l’aria della Città degli Angeli.
Il viaggio del Naga di Tew Bunnag Il romanzo è ambientato a Bangkok. I destini di tre persone molto diverse da loro si incrociano.
Un altro giro di giostra di Tiziano Terzani come sempre è un racconto di un viaggio, ma un viaggio personale. Terzani scopre di avere un cancro. Un altro giro di giostra è il viaggio nel mondo della medicina da quella occidentale a quella asiatica, da New York, attraverso l’India, la Thailandia, Hong Kong, le Filippine per approdare alla sua casa sulla Himalaya.
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