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Nel sud della Thailandia ci sono alcune delle più incantevoli isole del Mar delle Andamane.

I parchi marini delle isole della Thailandia
Le isole più belle della Thailandia fanno parte di parchi marini tutelati dal governo con limitazioni di accesso e tutela del patrimonio. Negli ultimi anni la Thailandia per tentare di preservare questi paradisi dall’invasione del turismo di massa ha messo in atto rigide e corrette restrizioni. L’esempio più eclatante è la chiusura la famosissima Maya Bay.
Phi Phi Island e Maya Bay

Negli ultimi anni, complice il banale film The beach, Phi Phi Island con la spiaggia di Maya Beach è stata presa d’assalto. Ogni giorno, orde di turisti a bordo di speedy boat, i classici motoscafi thai, con potenti motori fuoribordo, raggiungevano questa meravigliosa spiaggia, alla ricerca del paradiso incontaminato raccontato nel film. Quello che li attendeva era però altro: vista del mare oscurata dalla lunga fila di barche ormeggiate, persistente odore di nafta, la sabbia bianca sporcata dai rifiuti abbandonati e masse di turisti, circa cinquemila persone al giorno.

Dal 2018 il governo thailandese ha deciso per una chiusura totale della spiaggia fino al 2021. Questa importante decisione di tutela del parco marino nazionale ha ottenuto due effetti positivi: la barriera corallina, già gravemente danneggiata dal tsunami del 2004, e messa a dura prova dalle vibrazioni prodotte dai motoscafi si sta lentamente riformando. Ancora la fauna marina ha ripopolato la baia.
Oggi è possibile vedere la spiaggia solo da lontano, le imbarcazioni non possono entrare nella baia.
Monkey Beach

Monkey Beach spiaggia popolata dalla scimmie è un’altra discutibile attrazione turistica. Le scimmie sono animali scaltri e furbi, si sono abituate alla presenza dell’uomo in quanto dispensatore di cibo. Se idealmente può sembrare divertente nutrire questi primati, nella realtà va ricordato che sono animali selvatici, che allungare una mano per accarezzare una scimmia può costare un morso.
Inoltre l’impatto ambientale sul loro ecosistema è tutt’altro che salutare, ogni giorno decine di turisti sbarcano sull’isoletta, dispensando cibo e immondizia.
Tutto questo è etico?
Oltre a Maya Bay ci sono molti altri paradisi naturali, isole della Thailandia meno note al grande pubblico, a chi visita la terra del sorriso per la prima volta.
Similan Island

Uno dei parchi marini nazionali più importanti della Thailandia, creato nel 1982. Il nome Similan significa nove isole. Aperte al turismo solo in alta stagione e chiuse durante la stagione dei monsoni, da maggio ad ottobre, queste isole oltre alla bellezza delle spiagge e del mare sono un luogo incontaminato dove la flora e la fauna vengono preservate. Per tale motivo, molte zone sono precluse.
Per tutte le informazioni https://similan-islands.com

Purtroppo anche in questo caso l’impatto del turismo di massa non ha tardato a mostrare i suoi effetti. E’ stato così deciso di limitare gli ingressi giornalieri: è necessario prenotare con anticipo la visita alle Similan, mostrando il proprio passaporto e pagando anticipatamente un ticket di ingresso.

Tachai Island

Tachai è un’isola meravigliosa inserita nel parco marino delle Similan. Tachai significa zio Chai, è stata cosi ribattezza dopo lo tsunami, dal nome di uno dei primi pescatori ad essere tornato sull’isola dopo la tragedia. Prima del 2004, il suo nome era Koh (isola in lingua thailandese) Bua per via del fiore di loto che vi cresceva e che lo tsunami ha distrutto.
Oggi, questa isola della Thailandia non è più visitabile, la chiusura imposta dal 2016 è definitiva. Mi ritengo molto fortuna perché ho visitato Tachai molti anni fa, prima che diventasse una meta gettonata per le escursioni in giornata con partenza da Phuket.

Sabbia talmente bianca da accecare, in una spiaggia che si estende per oltre ottocento metri bagnata da un mare cristallino.

Tachai non ha risentito del grave problema dello sbiancamento dei coralli, dovuto all’innalzamento della temperatura dell’oceano, quindi è una meta imprescindibile per i subacquei.
Completamente disabitata, lasciandosi alle spalle la spiaggia, si scopre una giungla dalla natura incontaminata e, con una passeggiata, si può raggiungere una collina che offre scorci panoramici con un netto cambio di scenario, caratterizzato da pareti rocciose.
Koh Rok

Koh Rok Noi e Ko Rok Yai, fanno parte del parco marino di Mu Koh Lanta, sono due perle del Mar delle Andamane. Completamente vergini, senza nessun insediamento umano.

Un reef relativamente sano e la limpidezza delle acque garantiscono visibilità fino a 25 metri di profondità.

Per tutte le informazioni https://www.thainationalparks.com/mu-ko-lanta-national-park
Surin Island
Ko Surin Nuea e Ko Surin Tai isole del parco marino Mu Ko Surin National Park.

Ko Surin Nuea la trasparenza delle acque e il fondale roccioso rendono questo tratto di mare lo spot ideale per lo snokeling.

La baia di Jaak Bay è un luogo incontaminato.

Il Moken village
A Ko Surin Tai vive una piccola comunità Moken, originari del vicino arcipelago birmano, questa comunità è diventata stanziale nel corso degli anni, nel villaggio di Ao Bon Yai.

La vita della comunità è semplice: le case sono costruite con bambù e palme, i Moken vivono di pesca e di caccia nella foresta alle loro spalle. Sono pescatori straordinari, hanno la capacità di immergersi fino a trenta metri di profondità, restando in apnea fino a cinque minuti. La parola Moken significa appunto immerso nell’acqua.
Da sempre pescano con lance di loro fabbricazione. Tuttavia la pesca intensiva, ad opera delle flotte commerciali, ha notevolmente impoverito il mare e, anche per abilissimi pescatori come i moken è diventato più difficile procacciarsi il cibo.

A Ao Bon Yai c’è una piccola scuola, gli insegnati sono soprattutto volontari che vengono dalle isole maggiori. Quindi la frequenza non è garantita. Inoltre quando arrivano le barche cariche di turisti, i bambini interrompono l’attività scolastica per vendere agli stranieri souvenir confezionati sull’isola: braccialetti intrecciati a mano o realizzati con conchiglie. Quando i turisti lasciano l’isola i bambini tornano a scuola.
E’ molto meglio acquistare un braccialetto da questi giovanissimi e simpatici commercianti che ti scrutano con occhi speranzosi, piuttosto che allungare semplicemente una banconota. Così facendo si contribuisce al sostentamento di una famiglia, ma lo si fa attraverso l’acquisto di un bene da loro prodotto non facendo l’elemosina.

Due grosse rivoluzioni hanno cambiato la vita di questo popolo: l’elettricità e i turisti. Con l’elettricità è giunta la televisione le parabole e la fascinazione per l’occidente. Con i turisti il contatto con lo stile di vita moderno è diventato reale. Tutto questo ha inevitabilmente modificato una cultura ancestrale, animista, basata su uno stile di vita semplice, ma sereno.
Lo tsunami e l’incendio del 2019
I Monken, sono stati duramente colpiti dal tsunami del 2004, due interi villaggi sono stati distrutti dalla potenza dell’acqua, le persone si sono salvate scappando sulle colline retrostanti, perdendo tutti i loro averi; ancora metà dell’imbarcazioni sono andate perdute. Un bilancio tragico per una comunità che vive di pesca. L’odierno villaggio di Ao Bon Yai è nato dall’unione di precedenti insediamenti andati distrutti.
Tutti i moken si sono salvati dallo tsunami, questo si deve alla loro cultura ancestrale, una cultura orale tramandata di generazione in generazione sotto forma di racconto. Conoscendo il comportamento di pesci e uccelli i Moken hanno saputo prevedere la catastrofe imminente.
Nel febbraio 2019 un’altra sventura ha colpito il villaggio: un incendio ha distrutto tutte le 65 abitazioni. I Moken sono stati aiutati nella ricostruzione delle loro case, sia dal governo, ma anche soprattutto dalla solidarietà della popolazione thailandese.
Visitare il villaggio è un’opportunità per conoscere questa piccola comunità, occorre essere rispettosi: non si va a casa di qualcuno in costume da bagno, nemmeno si entra nelle case senza essere invitati, né tanto meno si scattano foto senza chiedere il permesso. Comportandosi correttamente si viene accolti con calore e magari si ha modo di conoscere qualcuno degli abitanti.

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