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Tel Aviv e la nascita di Israele un percorso comune da scoprire attraverso una passeggiata tra le vie della più effervescente città dello stato ebraico.
La nascita di Tel Aviv
Una città tutta da costruire per esserne costruiti.
Questo è il manifesto di fondazione della città. Tel Aviv, il cui nome viene dalla Bibbia, significa la collina di primavera.
Luogo in cui l’epopea sionista si realizza concretamente nella parola e nella costruzione.
Nel 1906 arrivarono a Giaffa sessanta famiglie ebree dall’Ucraina, guidate da Meir Dizengoff, sionista e futuro primo sindaco della città. Il loro sogno era costruire una città interamente ebraica.
Acquistarono dodici ettari di dune del deserto e l’11 aprile 1909 furono sorteggiati, con una lotteria, i terreni destinati alla costruzione della città.
Il luogo della lotteria, immortalato in una foto d’epoca, è il Rothschild Boulevard.
Il Sionismo
Il sionismo è il movimento nazionale per il ritorno del popolo ebraico nella terra d’origine e la riaffermazione della sovranità ebraica sulla terra d’Israele.
Lo scopo principale del movimento era l’autodeterminazione nazionale del popolo ebraico, ovvero un luogo inteso come nazione per gli ebrei, un luogo dove trovare rifugio dall’antisemitismo e da ogni tipo di persecuzione.
La rinascita dell'ebraico
Uno dei meriti attribuiti ai sionisti è la stata la rinascita della lingua ebraica, con la diaspora gli ebrei si adattarono a nuove culture e nuove lingue, l’yiddish divenne la lingua più usata dagli ebrei in Europa.
Nella prima meta del XIX secolo i sionisti iniziarono a pubblicare testi in ebraico, ma fu grazie a Ben Yehuda, giunto in Palestina nel 1881, che l’ebraico tornò ad essere lingua parlata. Egli pubblicò il primo dizionario ebraico moderno, con l’intenzione di rendere l’ebraico moderno il principale strumento di comunicazione tra gli ebrei di tutto il mondo.
Nel giro di poco più di un secolo quella che era una lingua morta non solo risorse, ma divenne la lingua madre di grandi scrittori del calibro di Amos Oz e David Grossman.
Nel 1934 Tel Aviv contava ottantamila abitanti, superando Gerusalemme, era la città più grande della Palestina mandataria e assorbiva, ogni giorno, nuove ondante migratorie dall’Europa, prima dell’avvento del nazismo.
Ebrei profughi, sopravvissuti, approdati qui dei campi di sterminio. Ebrei idealisti e contadini e sognatori, che qui hanno costruito il loro sogno, e con il sudore della fronte la fatica delle mani. Ebrei giunti qui prima e dopo tutto questo, dei quattro angoli del mondo. Come tutto il resto del paese, ma forse di più perché Tel Aviv è nuova e si è forgiata con questi movimenti, non li ha semplicemente assorbiti in sé, se ne è costruita l'identità.
Tel Aviv è uno strabiliante melting pot, una pentola piena di lingue, colori, pensieri e sapori diversi.Elena Loewenthal, Tel Aviv
La Diaspora
Gli ebrei fecero la loro comparsa circa 3300 anni fa nella terra d’Israele, ma per la maggior parte del tempo la maggioranza di loro ha vissuto fuori da questi confini, sparpagliati per il mondo, formando nuove comunità. La prima fu quella di Babilonia nel 586 a.C.
Questa dispersione del popolo ebraico prende il nome di Diaspora.
Gli ebrei che si diressero verso la penisola iberica divennero sefarditi e quelli dell’Europa centrale ashkenaziti.
Entrambe le comunità furono perseguitate dall’antisemitismo. Espulsi i serfarditi dalla Spagna nel 1492, gli ashkenaziti uccisi dai pogrom zaristi prima e stalinisti dopo.
Con la Shoah si raggiunse il culmine dell’odio verso questo popolo.
Oggi le due comunità ebraiche più grandi si trovano in Israele e negli Stati Uniti.
Tel Aviv e la nascita di Israele
La storia di Tel Aviv è intimamente legata alla nascita di Israele, attraverso un percorso a piedi nel centro cittadino è infatti possibile attraversare la storia della nascita dello stato.
Partendo da Migdal Shalom, lungo il Rothschild Boulevard e oltre.
Torre Migdal Shalom

Migdal Shalom la "Torre della pace" un edificio un po' fané e ormai inghiottito da uno skyline assai più ambizioso. Questo parallelepipedo non mostra segni di particolare fantasia con la sua teoria di duemila finestre tutte uguali, né sembra avere nulla da raccontare. È alto circa 140 m e ha ben dieci ascensori che risalgono i 34 piani porta il nome di Shalom Meir il padre, colui che lo hai ideato e costruito... È stato a lungo l'edificio più alto di tutto il Medioriente.
... Qui, fino al 1960, c'era il liceo ginnasio Herzliya. Una scuola, ma anche qualcosa di più Herzliya divenne il primo edificio pubblico della nuova Tel Aviv. Non un ufficio, un ambulatorio, una sede di rappresentanza, bensì una scuola costituì il principio "identificatore" della città, il luogo in cui ci si riconosceva.Elena Loewenthal, Tel Aviv
Il mosaico di Nahum Gutman

La torre Migdal Shalom è al di fuori dei percorsi di turistici classici, ma consiglio vivamente la visita poiché questo edificio racconta la nascita di Tel Aviv.
All’interno, su più piani, vari percorsi tematici descrivono gli albori della città e la storia del liceo Herzliya, le fotografie ritraggono i giovani studenti del passato, sui loro volti, la speranza.
Inoltre, al pianoterra lo splendido mosaico di Nahum Gutman (illustratore e pittore tra i più importanti di Israele) colorato e vivace come la città: gialla è Tel Aviv edificata dalla sabbia, rossa durante il mandato britannico e azzurra intenso quando raggiunge l’indipendenza; verde, sullo sfondo, Giaffa con i suoi agrumeti.
Indepence Hall

Oggi la casa del primo sindaco di Tel Aviv è diventata il museo Independence Hall, qui è stata proclamata la nascita dello stato di Israele.
Al momento della mia mia visita, il museo era in ristrutturazione.
A casa del signor sindaco, Mier Diezengoff, al numero 16 di viale Rothschild che una volta era un canalone fra due dune di sabbia. Qui, il 14 maggio del 1948, era un venerdì, vigilia di sabato, nacque lo Stato ebraico chiamato "Israele", scandito dalla voce sicura e lenta, un po' malinconica e intrisa di accento ashkenazita. La voce è quella di Ben Gurion. Quel giorno, Ben Gurion tracciò con voce ferma la storia degli ebrei in quegli ultimi duemila anni. Ripeté il diritto naturale ad avere una terra. Spiegò il legame con questa, di terra. Raccontò l'epopea sionista: gli ideali, la fatica, il lavoro, la costruzione. Accennò alla Shoah. Invitò alla collaborazione i paesi circostanti e gli arabi presenti sul territorio dello Stato ebraico che stava venendo al mondo in quei momenti è un discorso lungo, il suo. Articolato e colmo di saggezza.
Elena Loewenthal, Tel Aviv
La legge del ritorno
Nel 1950 la Knesset (il parlamento israeliano) approva la Legge del Ritorno: garantisce la cittadinanza israeliana a qualsiasi ebreo che la richieda. Viene definito ebreo chiunque abbia almeno un nonno ebreo e/o convertito all’ebraismo.
Lo scopo è garantire un luogo sicuro contro le persecuzioni antisemite nel mondo.
Il Monumento ai fondatori

Il monumento dei fondatori è una lastra di pietra con inciso un versetto di Geremia "costruirai e sarai ricostruita, fanciulla di Israele". Ai piedi della stele, una vasca d'acqua. In questo slargo nei pressi della casa del sindaco c'era solo sabbia, una volta anzi neanche quella: dovrebbe corrispondere al punto esatto in cui avvenne il sorteggio dei lotti, immortalato dalle foto in bianco e nero. Qui è successo. Proprio qui.
Elena Loewenthal, Tel Aviv
Museo dell'Haganah

Il Museo dell’Haganah ripercorre la storia e le azioni dell’organizzazione paramilitare da cui nacquero le le IDF (Israel Defence Forces).
Il museo è stato costruito intorno alla casa di Eliyahu Golomb- il fondatore e de facto comandante dell’Haganah. Nel 1930-1945 qui si trovava il quartier generale segreto dell’Haganah. In questo sito, nell’Israele pre-statale, sono state prese molte importanti decisioni su questioni di difesa, sicurezza, insediamento e immigrazione illegale.
Nel 1954 la casa fu venduta ad un imprenditore che progettò di demolirla ed erigere al suo posto un nuovo edificio. Ma gli ex membri dell’Haganah, che avevano prestato servizio sotto Golomb, insistettero affinché la casa fosse trasformata in un museo per preservare la memoria dell’organizzazione.
La stanza residenziale e l’ufficio di Golomb al piano terra, così come l’esterno della casa, sono stati integralmente conservati. Intorno a loro sono stati costruiti tre piani di mostre che descrivono la storia dell’istituzione dello Yishuv ebraico durante il mandato britannico e la storia dell’Haganah.
Si ripercorrono i violenti disordini nati dall’occupazione inglese della Palestina nel 1920, la rivolta araba del 1936-39, il Libro Bianco, ovvero le limitazioni imposte dagli inglesi all’immigrazione ebraica nella Palestina mandataria.
Da qui l’immigrazione clandestina (Haapalah) organizzata da un ramo segreto dell’Haganah per cercare di salvare quanti più ebrei possibili dall’olocausto.
Per concludersi con gli eventi dalla guerra di indipendenza scoppiata in seguito al Piano di spartizione delle Nazioni Unite del 29 novembre 1947, fino alla proclamazione della costituzione dello Stato di Israele e all’ordine di fondazione dell’IDF.
Il 26 maggio 1948, David Ben Gurion, Primo Ministro e Ministro della Difesa israeliano, emise un ordine per la formazione dell’IDF. Il 1 giugno 1948, i soldati – membri dell’Haganah, Etzel e Lehi – prestarono giuramento e formarono le forze di difesa israeliane. L’Haganan ha fornito al nuovo esercito la maggior parte del suo esercito, armi, armamenti e valori marziali, completando così la transizione dall’Haganah all’IDF.
Dopo l'istituzione dello stato di Israele, l'Haganah si trasformò da un gruppo militante sotto copertura in un esercito regolare. Vasto è il debito che lo Yishuv ebraico e il popolo ebraico hanno nei confronti dell'Haganah.
David Ben Gurion
Casa di Ben Gurion

La Casa di Ben Gurion, il primo premier israeliano, è una semplice abitazione in un quartiere operaio della città. Costruita negli anni Trenta del Novecento, è oggi un museo. Cristallizzata nel tempo la casa conserva la stessa atmosfera di quando era abitata dal primo Ministro.
Gli arredi sono semplici, senza nessuno sfarzo. Stupefacente invece è la biblioteca al piano superiore: migliaia di libri, testi classici greci e latini, filosofia occidentale, psicologia, tradizione ebraica. Tutta la conoscenza umana è accolta in questo luogo commuovente e straordinario.

I tunnel di Sarona
Sarona segna un altra tappa importante nella costruzione di Israele. Questo piccolo quartiere al margini della Tel Aviv di allora, abitato dai tedeschi dal 1871, a partire dagli anni Trenta si ritrova inglobato nella città in una convivenza pacifica con gli ebrei.
Ad un certo punto i tedeschi cominciarono ad esporre le bandiere naziste, ad affiggere svastiche su loro mezzi per evitare di cadere nelle imboscate arabe.
Nel 1942, per ordine del governo mandatario inglese, i templari tedeschi vennero cacciati dalla Palestina in Australia, dove rimasero fino al 1947.
Sarona fu evacuata e gli inglesi la trasformarono in campo militare.
Ma è nel 1948, quando gli inglesi lasciarono la Palestina, che Sarona divenne un luogo significativo per Israele, grazie agli uomini dell’Haganah.
Il villaggio abbandonato, con le sue casette era provvidenziale da un punto di vista strategico. Perché sotto le casette di pietra, sotto le viuzze si nasconde un segreto. Un reticolo di cantine collegate da un ampio corridoio... In un punto preciso si apre una grande sale sotterranea di forma circolare... Le cantine sotto le casette di Sarona e il tunnel che le collega erano originariamente concepiti per l'invecchiamento delle botti e per la distilleria. Nei mesi che precedettero la nascita ufficiale di Israele tra il dicembre del 1947 e il maggio del 1948, quelle cantine divennero il centro nevralgico della nazione ancora in nuce. Il luogo cambiò nome, e divenne temporaneamente "campo Yehoshua"....quei nascondigli erano formidabili rifugi che garantivano la sicurezza fisica degli uomini che componevano e guidavano l'esercito. Qui si tennero riunioni tanto segrete quanto decisive. In questi tunnel furono montati pezzo per pezzo i primi aerei da guerra che l'Haganah sottrasse all'esercito inglese. In altre parole, in queste cantine nacque l'aviazione israeliana.
Fu così che Sarona divenne ha-Kiriya "la cittadella" del neonato Stato ebraico. Qui si trovavano originariamente gli uffici del governo, e del presidente, il quartier generale della polizia, i servizi segreti e poco dopo anche il complesso degli alti comandi.
Qui, dentro le casette dei templari tedeschi: un bello schiaffo in faccia la storia! Lo Stato ebraico concentra originariamente il proprio apparato sui resti di un insediamento rurale tedesco, fondato sulla fede in Gesù Cristo oltre che sulla fedeltà Hitler.Elena Loewenthal, Tel Aviv

Ancora, l’antenna Tachal, utilizza per le comunicazioni dal Mossad, installata su albero alto diciotto metri è ancora visibile, sebbene non più utilizzata, come tributo al servizio segreto israeliano.
da sapere
Le vie di Tel Aviv
Passeggiare per le vie di Tel Aviv significa incontrare i grandi nomi che hanno reso possibile la nascita e la crescita di Israele. Ogni via è dedicata ad una personalità che ha reso possibile il sogno della città ebraica.

Tel Aviv, città che possiede i nomi per le sue strade, inaugura così una nuova storia. Si dedica al passato con precisione (quasi) geometrica, quando assegna volti e storia alle proprie strade. Infondo questo è il suo modo di ricordare, il suo fardello di memoria che deposita così al suolo, invece di portarselo addosso. Le vie raccontano dunque delle storie anche attraverso i nomi che portano. A volte, queste storie sono molto belle. A volte tristissime. Ogni tanto, anche divertenti.
Elena Loewenthal, Tel Aviv
Il porto di Tel Aviv
Oggi il porto di Tel Aviv, completamente ristrutturato nel 2001, è una zona vitale con una lunga passeggiata in legno. I docks sono stati riconvertiti in negozi e locali di tendenza, ma la sua storia racconta qualcosa di ben diverso. Qualcosa che vale la pena ricordare mentre si passeggia serenamente. I luoghi evolvono e mutano non conservando la memoria del passato, è compito di ognuno di noi ricordare quando si visita un posto che ha visto così tanto dolore.

C'era una volta il porto di Giaffa. Luogo di transito importante, soprattutto per i primi sionisti. Qui arrivavano le navi passeggeri, sostavano le barche dei pescatori… Ma già nel 1912 la nuova Tel Aviv covava la speranza di avere un porto tutto suo, a dimostrazione della propria indipendenza.
In realtà, è solo nel 1936 che gli inglesi concedono ai sionisti la costruzione di un molo a nord della città data la temporanea chiusura del porto di Giaffa... Dal 1938 divenne anche uno scalo passeggeri, e negli anni che seguirono tutti sappiamo che cosa portavano con sé, quei passeggeri. Una gamma di paure speranze e sofferenze solitudini che a pesarli, tutti quei sentimenti, il molo di Tel Aviv non avrebbe retto lo sbarco nemmeno di uno di loro, se non fosse che i passeggeri erano così pesanti dentro ma tanto leggeri fuori -non portavano quasi nulla con sé.Elena Loewenthal, Tel Aviv
Consigli di lettura
Tel Aviv di Elena Loewenthal Il viaggio (personale e mai definitivo, come lo sono tutti i viaggi) dell’autrice a Tel Aviv. Città, sorta nel 1909, la prima città completamente ebraica dopo duemila anni.
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