Bagan il cuore del Myanmar

Bagan

Quando si racconta di Bagan, è molto facile abusare di aggettivi superlativi. Bagan è una meraviglia dell’ingegno umano che ha resistito a terremoti, rivoluzioni e alla fine di un impero. Questa città, nel cuore del Myanmar centrale, nata dal volere del re Anawrahta e dal monaco Shin Arahan che modificano il credo birmano da hindu a buddhista Theravada, non smette di affascinare chi la visita. La costruzione di più di tremila tra stupe templi, tra l’XI e il XII secolo stupisce ancora oggi il viaggiatore smaliziato.

La mia guida a Bagan è stato il libro Passeggiate in terra buddhista. Birmania di Christine Jordis

Bagan

Su questa pianura vuota, quasi lunare, perfettamente piatta, si sono venute a posare migliaia di guglie e torri... Disseminato di stupa e templi che si ripetono all'infinito, coni di oscurità nella luce digradante, il paesaggio si estende a perdita d'occhio, arido e immutabile. Nessun argine lo limita, nessun confine lo contraddistingue. La foschia cancella i suoi contorni e il margine irreale..... ognuno di questi edifici è il monte Meru, la montagna cosmica le cui pendici salgono per gradi, rappresentano i vari stadi del progresso spirituale.

Bagan

Informazioni pratiche

Bagan

Come per Angkor, in Cambogia, è molto difficile ricordare e raccontare di ognuno di questi templi, ma non è questo il mio obiettivo, Bagan resta nella mente del viaggiatore per la sensazione di trovarsi davanti a qualcosa di unico al mondo. Bagan è diventata patrimonio Unesco nel 2019. Si paga un biglietto cumulativo per accedere al sito nel suo complesso e viene rilasciata una card, proprio come ad Angkor.

La piana di Bagan è molto grande e, al di fuori dei templi di principale interesse, capita sovente di essere gli unici visitatori di uno stupa.

Divieto di salire sulle pagode

Dal 2016, dopo il forte terremoto che ha colpito la zona, è vietato agli stranieri salire sulle pagode per ammirare alba e tramonto. Lo stesso vale per le scale interne alle pagode che conducono sulla sommità, tutte chiuse al pubblico. Ci sono, però, vari view point, delle colline artificiali, in cui è possibile assistere allo spettacolo che rende unica Bagan. Ovviamente sono molto affollati, soprattutto da cinesi, che hanno tristemente colonizzato, senza alcun rispetto, il Myanmar.

Bagan

I restauri degli anni Novanta

A partire dagli anni Novanta la scellerata giunta militare che governava il Paese ha pesantemente restaurato templi, stupe e monasteri, senza seguire nessun criterio storico architettonico di conservazione, oltre ad utilizzare materiali inappropriati.

restauri controversi a Bagan

Il terremoto del 1975 e del 2016

Il Myanmar centrale è una zona sismica, tutta la storia di Bagan è segnata dalle distruzioni causate dai terremoti. In epoca recente l’Unesco ha investito un milione di dollari per i restauri dei templi gravemente danneggiati dal terremoto del 1975.

Il 24 agosto 2016 un nuovo forte sisma ha colpito la regione. In questa occasione, grazie all’intervento della leader Aung San Suu Kyi, che ha raccomandato pazienza e nessuna ricostruzione senza una completa valutazione del danno da parte di esperti birmani e internazionali, si sono limitati i danni .

restauri a Bagan

I venditori ambulanti

Il Myanmar è un paese povero, il turismo offre una grande opportunità per tutti. Tutta la zona di Bagan è invasa dai venditori ambulanti di cartoline (soprattutto bambini, che lasciano la scuola per lavorare ), di souvenir e di quadretti dipinti a mano. Nei templi di maggiore interesse, all’ingresso si trovano dei veri e propri mercati. In quelli più piccoli si viene costantemente avvicinati dai venditori. Per queste persone la vendita di souvenir è l’unica fonte di reddito. Non è obbligatorio acquistare, ma non è necessario essere scortesi.

Alba a Bagan

Ci sono viste al mondo dinanzi alle quali uno si sente fiero di appartenere alla razza umana. Pagan all' alba è una di queste. Nell'immensa pianura, segnata solo dal baluginare argenteo del grande fiume Irrawadi, le sagome chiare di centinaia di pagode affiorano lentamente dal buio e dalla nebbia: eleganti, leggere; ognuna come un delicato inno a Buddha.

Bagan all'alba

Tramonto a Bagan

Sotto il sole della sera, l'ocra rossa assume il colore temporale del sogno.

Tramonto a Bagan

I templi di Bagan

Chiunque visiti Pagan non può fare a meno di notare... che la dottrina della rinuncia diede luogo a una furiosa attività.

Bagan

Qui la mia personale selezione dei templi di Bagan, per rendere più agevole la lettura sono divisi per zone.

Old Bagan

Tharabar Gate

Tharabar Gate

Il Tharabar Gate è l’antica porta che dava acceso al palazzo reale. E’ protetta da due nat Lady Golden Face e Lord Hadsome, sono fratelli entrambi uccisi barbaramente da un re. E’ buona prassi attraversare il gate lasciando un dono ai nat.

Nat Hlaung Kyaung

Nat Hlaung Kyaung

Nat Hlaung Kyaung è l’unico tempio hindu rimasto a Bagan, è dedicato a Vishnu.

Nat Hlaung Kyaung Bagan

Pitaka Taik

Pitaka Taik

Amo troppo i libri per non andare alla ricerca di una biblioteca del passato. Nel 1058 Pitaka Taik custodiva numerosi testi buddhisti. Buia e fresca è perfetta per conservare le foglie di palme su cui i testi erano scritti.

Bupaya

Bupaya
una foto di gruppo al Bupaya, gioia delle scolaresche birmane ed anche mia!

Lo stupa dorato che si affaccia sulle rive dell’ Ayeyarwady, è una ricostruzione dell’originale distrutto dal sisma del 1975. Molta bella la vista sul fiume.

Fiume Ayeyarwady

Mahabodhi Paya

Mahabodhi Paya

La Mahabodhi Paya è architettonicamente diverso dagli altri di Bagan, costruito sul modello indiano. Al suo interno, particolari le lampadine per le offerte, divise in giorni della settimana e richieste.

Gawdawpalin Patho

Gawdawpalin Patho

Uno dei templi bianchi Bagan, più bello fuori che dentro.

Piana settentrionale di Bagan

Ananda Patho

Ananda Patho il tempio, più bello, famoso e venerato di Bagan.

Ananda Patho

Ananda o l’equilibrio, la simmetria perfetta. Il primo dei grandi templi di Pagan e il più venerato… La progressione regolare delle sue terrazze verso la torre ad alveare che di innalza sopra lo stupa. Ad ogni angolo, altri stupa più piccoli, replica della forma centrale, scandiscono la progressione verso l’alto. Nonostante la dimensione del tempio, l’interno è buio. Due deambulatori fiocamente illuminati conducono al blocco centrale, dove sono scavate quattro nicchie contenenti ciascuna una gigantesca statua del Buddha in piedi.

Ananda Temple Bagan

Da lontano Il Buddha, alto più di dieci metri sorride, ma più ci si avvicina e più il sorriso si trasforma in una smorfia.

Un tempo, i monaci erano gli unici autorizzati ad arrivare ai piedi del Buddha. Dietro di loro la famiglia reale. Il popolo veniva tenuto a distanza.. Una tale disposizione non poteva essere priva di conseguenze. Ai monaci e al re, il Buddha riservava la sua severità.. al popolo la benevolenza del suo sorriso.

Ananda Patho

I libri all’Ananda Temple

Lungo il corridoio di accesso a questo maestoso tempio si trovano un paio di bancarelle che vendono testi sulla Birmania, guide di viaggio, il famoso Giorni in Birmania di George Orwell, i testi di Aung San Suu Kyi.

Tempio di Htlominlo

Tempio di Htlominlo

Il tempio di Htilominlo, rosa e perfetto eretto da un monarca rispettoso degli antenati, a imitazione del tempio di Sulamani.

Buledi

Buledi

Buledi è una sorta di piramide, aveva molto successo per il tramonto, oggi non essendo più scalabile è uno dei tanti templi deserti.

Piana centrale di Bagan

Tempio di Dhammayangyi

Il Tempio di Dhammayangyi, la cui forma colossale, più simile ad una piramide che un tempio birmano, domina incontrastata il cielo di Pagan. Questo tempio, mai terminato, resta un’enigma che grava ancora sulla storia della monarchia.

Tempio di Dhammayangyi

Secondo la leggenda ha un karma negativo. Costruito dal re Narathu per espiare il peccato di aver ucciso il padre e il fratello. Tuttavia durante la costruzione il folle re pretende che i mattoni, posati a secco, debbano essere cosi vicini tra loro da non fa passare nemmeno uno spillo, pena la morte degli operai. Dopo la morte del re i corridoi vengono murati, forse una vendetta postuma.

Tempio di Dhammayangyi

Sulamani Patho

Sulamanı Patho

Sulamani Patho è un tempio molto famoso, splendido. E’ stato fortemente danneggiato dal sisma del 2016, ma restaurato e di nuovo aperto al pubblico. Al suo interno molti affreschi.

Sulamani Patho

Shwesandaw Paya

Shwesandaw Paya

Secondo la leggenda lo stupa conserva un capello del Buddha. Vicino alla paya, un enorme Buddha conservato in uno spazio ristretto.

Shwesandaw Paya

Pyathatgyi Temple

Pyathatgyi Temple

Villaggio di Myinkaba

Tempio Manuha

Tempio Manuha Bagan

Il tempio di Manuha, non è particolarmente bello nella sua struttura architettonica, ma quello che lo rende degno di nota è il motivo della sua sua costruzione nel 1060. Il re Manuha, fatto prigioniero e condotto a Bagan dal re Anawrahta, è molto colto e superiore al suo carceriere che, per invidia, lo affama. Manuha fa costruire un tempio che rappresenti il suo stato di prostrazione.

Lo spazio della nicchia centrale è tutto occupato da un Buddha di taglia mostruosa che evidentemente ci sta stretto: ha il capo reclinato, gli arti sono compressi, i muri lo soffocano… nella stanza accanto una versione leggermente meno grande del stesso Buddha infelice. Analogo spettacolo nella terza sala… Così si lamentava il re sconfitto.. per questo affidò alle statue sacre il compito di proclamare in eterno il supplizio cui era stato sottoposto. Anche se si tratta di una leggenda, l’accusa quanto meno è rimasta.

Terzani visitando il tempio, durante la dittatura parlando con alcuni birmani riporta questa testimonianza  

Noi birmani siamo come lui. Abbiamo il petto gonfio di amarezza, pieno di cose che non possiamo dire”, mi bisbiglia l’uomo che mi sta accanto, inginocchiato in preghiera. Impaurito dal proprio ardire, si alza e scappa via. Così è la Birmania di oggi.

Tempio di Gubyaukgyi

Tempio di Gubyaukgyi Bagan

All’ interno del Tempio di Gubyaukgyi sono conservate alcune tra le pitture murarie più antiche di Bagan, è totalmente buio, per preservarle.

I dipinti di Gubyaukgyi, che risalivano alle origini del tempio, illustravano i testi sacri del canone buddhista decifrati.

Accanto al tempio si trova il Myazedi una colonna in cui è incisa in quattro lingue birmano antico, pali, mon, pyu, la consacrazione del tempio.

Myazedi

Dintorni di Bagan

Shwezigon Paya

Shwezigon Paya Bagan

La pagoda di Shwezigon è il più grande reliquiario di Pagan e meta di ogni pellegrinaggio nella città.

Shwezigon Paya Bagan

La Shwezigon Paya è tutt’ora attiva e aperta al culto, al suo interno sono rappresentate molte leggende incise sul legno, oppure dipinte; la più famosa è quella di Pynswehti. Un enorme uccello ogni giorno uccideva un uomo della città per cibarsene; Il re per evitare la morte di innocenti inizia a consegnare criminali, poi gli anziani ed infine le fanciulle, fino a quando il valoroso Pynswehti, uccide l’uccello e pone fine alle sofferenze del popolo.

Shwezigon Paya Bagan

Nann Mynt Tower

La Nann Mynt Tower, alta sessanta metri, sorta nel 2005 all’interno di un hotel è un orribile abuso edilizio della zona archeologica di Bagan. Tuttavia offre una buona vista sulla piana, soprattutto per il tramonto.

Panorama dalla Nann Mynt Tower

Lawkananda Paya

Lawkananda Paya
Ai piedi della stupa, i fedeli guidati dai monaci intonano costantemente dei canti buddhisti. Vale la pena fermasi ad ascoltarli.

La Lawkananda Paya con vista panoramica sull’Ayeryarwady.

Ayeryarwady

Degno di nota il piccolo mercato che vende cibi pronti ai piedi della scalinata che conduce alla pagoda.

Lawkananda Paya

Ho la sensazione che a Pagan riposi una parte di ciò che costituisce l’unicità del paese in cui vivo.

Bagan

Consigli di lettura

Passeggiate in terra buddhista. Birmania di Christine Jordis, un racconto di viaggio, spesso una guida. Ma anche riflessioni sul buddismo, su come è percepito in Occidente, su come l’occidente sia diventato il metro di misura per l’intero mondo. Un racconto di incontri con molti birmani. Sono proprio i birmani a rendere straordinario questo Paese.  Il libro più intenso, profondo, di analisi su questo straordinario Paese.

In Asia di Tiziano Terzani (1994) una raccolta degli scritti di Terzani inviati ai giornali italiani e al tedesco Der Spiegelnel corso della sua lunga carriera in Asia. Si tratta di argomenti politici e cronaca, con lo stile che lo ha reso famoso, non tanto un elenco di fatti quanto un punto di vista originale. Ogni racconto è impregnato dall’amore che l’autore ha per questa parte di mondo, un amore a volte ricambiato a volte deluso, soprattutto nelle sue speranze di cambiamento.

Una vita da dissidente di Win Tin e Sophie Malibeaux L’autore è stato il braccio destro di Aung San Suu Kyi e cofondatore della lega nazionale per la democrazia. Inizia la sua carriera come giornalista, ma ben presto visto il suo coraggio nel denunciare la verità viene preso di mira dal regime, che con un processo farsa lo condanna a più di venti anni di carcere a Insein, Rangoon.

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