
Asia, Birmania, Destinazioni / by PaolaVignati / Lascia un commento
La Birmania raccontata da George Orwell nel suo libro Giorni in Birmania.
Il testo è il punto di partenza per un un viaggio insolito: geografico e letterario, attraverso le parole di scrittori famosi. Partendo da Orwell per arrivare autori contemporanei.
La Birmania, oggi Myanmar, è uno dei Paesi più affascinanti del sudest asiatico infatti la regina delle guide Lonely Planet l’ha inserita nel suo Best in travel 2017. https://www.lonelyplanetitalia.it/articoli/consigli-di-viaggio/best-in-travel-2017-top-10-paesi
Ma non è sempre stato così, infatti ha subito una delle più terribili e longeve dittature del Novecento, iniziata con il colpo di Stato del 1962 e conclusasi con le prime parziali elezioni libere nel 2012, in cui la leader della Lega Nazionale per la Democrazia Aung San Suu Kyi ha trionfato.
Ma nel febbraio 2020 l’ennesimo colpo di stato da parte dei militari ha riportato il paese nel suo incubo peggiore, i vertici della Lega Nazionale per la Democrazia e, in primis, Aung San Suu Kyi sono stati nuovamente arrestati.
Le pacifiche proteste della popolazione represse nel sangue, tutto questo nell’agghiacciante silenzio della comunità internazionale.
I testi di Orwell sembrano essere predittivi sul futuro del paese. Partendo da questa idea nasce il reportage Sulle tracce di George Orwell in Birmania di Emma Larkin.
L’autrice si mette alla ricerca, viaggiando per il Myanmar, durante il regime della giunta militare, dei luoghi descritti da Orwell. Seppur con molte difficoltà, come essere costantemente seguita da una spia o convocata in stazioni di polizia per essere interrogata sulle sue intenzioni nel Paese, la Larkin riesce a vistare i luoghi descritti da Orwell. Da Rangoon a Mandalay, fino al Delta. Paesaggi che si sono congelati nel tempo per l’immobilismo del regime. Incontrerà molti intellettuali birmani, ridotti al silenzio che, sebbene consapevoli di essere seguiti e spiati, avranno il coraggio di descrivere la vita quotidiana in Myanmar. Insieme alla paura e alla tristezza per la situazione del Paese, non mancheranno mai la speranza e l’ironia e nemmeno le battute di spirito. Come la storia del birmano che si reca in paese confinate per andare dal dentista e una volta giunto lì il medico gli chiede se in Birmania non esistono i dentisti e l’uomo risponde che, certo esistono, ma in Birmania è vietato aprire bocca .
Nel 1989 il regime ribattezzò strade, paesi e città di tutta la Birmania. I vecchi toponimi erano per lo più versioni anglicizzate dei nomi birmani, coniate dal governo britannico, e il regime sosteneva che i cambiamenti fossero una mossa necessaria, rimandata fin troppo a lungo, per sradicare gli ultimi strascichi del colonialismo. Ma alla base di quella scelta c’era un motivo più profondo: i generali volevano riscrivere la storia. Quando si ribattezza un posto, infatti, il vecchio nome sparisce dalle cartine e, prima o poi, anche dalla memoria. Di lì alla rimozione degli eventi storici, il passo è breve. Inoltre, battezzando città, paesi e strade, il regime si impadroniva dello spazio in cui vivevano i cittadini; indirizzi di case e attività si dovevano riscrivere e imparare da zero. E quando il regime cambiò anche il nome del Paese, bisognò correggere gli atlanti e le enciclopedie di tutto il mondo. La Birmania come tutti l’avevano chiamata fino ad allora, era stata cancellata, sostituita da una nuova creatura: il Myanmar.
Emma Larkin Sulle tracce di George Orwell in Birmania
Orwell ha vissuto negli anni Venti del ‘900, in Birmania, come membro della polizia imperiale britannica, da quell’esperienza nasce il romanzo Giorni in Birmania che è una dura critica al colonialismo inglese e ai suoi metodi spesso brutali.
Il protagonista John Flory, è descritto, nelle prime pagine del libro, come il classico dominatore inglese: bevitore incallito, ha un’amante birmana, come si confà alla sua posizione, frequenta il club britannico (il cui l’accesso è negato agli indigeni, cioè i birmani), intrattiene rapporti amichevoli con i suoi connazionali, ma dall’altra parte è anche un bordeline, che non sembra integrarsi a pieno titolo, soffrendo così di una profonda solitudine. Ma sarà proprio questa solitudine a permettergli di osservare con sguardo critico il colonialismo. Tuttavia, pur essendo consapevole dei mali del dominio britannico, non riesce ad agire concretamente, resta sospeso tra i due mondi, tra la Birmania e l’Inghilterra, senza saper prendere una posizione.
Il testo è del 1934, eppure ancora estremamente attuale: offre uno spaccato sul colonialismo, su come un popolo possa deliberatamente e, senza nessun titolo, dominare un altro giudicandolo inferiore.
Inoltre il romanzo ha avuto molto successo in Birmania che, negli anni successivi alla fine della seconda guerra mondiale, ottiene l’indipendenza dall’Inghilterra. Anche la giunta militare ha apprezzato lo scritto, inteso non solo come dichiarazione di indipendenza del Paese dal giogo coloniale inglese, ma soprattutto come critica a qualsiasi ingerenza esterna.
Non hanno avuto però, presso la giunta militare, la stessa fortunata sorte gli altri due romanzi di Orwell: tanto è vero che in Myanmar, scherzosamente, si dice che:
Orwell non ha scritto un solo romanzo sul Paese, bensì tre: una trilogia composta da Giorni in Birmania, La fattoria degli animali e 1984.
Emma Larkin, Sulle tracce di George Orwell in Birmania
Il terribile regime militare per oltre quarant’anni ha negato libertà civili e diritti umani, reprimendo nel sangue qualsiasi forma di opposizione, uccidendo o incarcerando i dissidenti: giornalisti, studenti, monaci, persone comuni.
La fattoria degli animali è un romanzo contro ogni forma di negazione della libertà, può essere letto come una parodia, ma il suo messaggio non cambia, una dura critica al socialismo.
Gli animali della fattoria vivono in condizioni terribili soggiogati dal Signor Jones che li sfrutta e li domina. Gli animali si ribellano, guidati dal maiale Palla di Neve, ottenendo così la libertà e creando La fattoria degli Animali, guidati da poche e semplici leggi descritte nei Sette Comandamenti che regolano la loro nascente democrazia. Il settimo comandamento è il più importante recita cosi:
Tutti gli animali sono uguali.
George Orwell, La fattoria degli animali
Come non provare immedesimazione con gli animali della fattoria? Hanno creduto nella democrazia, lottato duramente per ottenerla e ora si preoccupano di darsi delle leggi al fine di garantire la loro libertà. Tuttavia le situazione finisce per prendere una piega diversa e si arriva ad un nuovo comandamento:
Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri.
George Orwell, La fattoria degli animali
Non è quindi difficile capire perché la giunta militare, il cui scopo principale era aprire una via birmana al socialismo abbia messo al bando questo libro.
La fattoria degli animali non ebbe particolare fortuna in Birmania. Molti degli intellettuali di spicco dell’epoca, perlopiù di sinistra, interpretarono l’opera come una critica al socialismo… La società che aveva finanziato la traduzione dovette disfarsi delle copie giacenti. Ma anni dopo quando la ripresero in mano, i lettori birmani si accorsero delle somiglianze di quella vicenda con la loro storia. Una docente universitaria mi disse di aver provato a inserire La fattoria degli animali nel programma per gli studenti di letteratura inglese, ma le autorità l’avevano redarguita: il testo ricordava troppo da vicino quello che accadeva in Birmania.
Emma Larkin Sulle tracce di George Orwell in Birmania
1984 l’ultimo libro della trilogia, il suo romanzo più famoso , pubblicato nel 1949, distopico, ma predittivo del futuro, capace di descrivere l’orrore della privazione della libertà, ma anche la negazione dell’uomo in vista di un solo obiettivo: il perpetrarsi del potere.
Winston Smith, il protagonista, vive in una Londra divenuta provincia di Oceania, in cui:
Il Grande Fratello vi guarda.
George Orwell, 1984
Il Ministero della Verità controlla la stampa e la scuola. Il Ministero della Pace si occupa della guerra. Il Ministero dell’Amore fa rispettare la legge. il Ministero dell’Abbondanza gestisce problemi economici. Tutti i cittadini sono tenuti a ricordare che:
Nessun tipo di pensiero è consentito altrimenti si incorre nello psicoreato.
La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza e due e due fanno cinque"
George Orwell 1984
Lo psicoreato non comporta la morte: lo psicoreato è morte.
George Orwell 1984
Il socing o socialismo inglese che governa tutta l’Oceania, nel 1984, è impegnato in un grande obiettivo la creazione della Neolingua.
Una nuova lingua creata mediante l’invenzione di parole nuove, ma sopratutto mediante la soppressione di parole indesiderabili … La parola libero poteva ancora esistere in neolingua, ma poteva essere usata solo in frasi come “questo cane è libero dalle pulci” ovvero “questo campo è libero dalle erbacce. Ma non poteva essere usata nell’antico significato di politicamente libero o intellettualmente libero dal momento che che la libertà politica e intellettuale non esistevano più, nemmeno come concetto. La neolingua era intesa non ad estendere, ma a diminuire la possibilità di pensiero..
George Orwell 1984
Myanmar al posto di Birmania, Yangon al posto di Rangoon e così via, la narrazione inizia a diventare reale.
Winston lavora al Ministero della Verità, si occupa cioè, di modificare le notizie del passato sulla base delle scelte governative presenti, perché:
Chi controlla il passato controlla il futuro chi controlla il presente controlla il passato.
George Orwell 1984
Il protagonista di 1984, seppur ridotto ad un automa, inizia ad avvertire un barlume di coscienza, qualcosa riaffiora alla sua memoria. Da qui partirà il suo viaggio alla ricerca della verità, tanto da renderlo l’ultimo uomo sulla terra.
Orwell non aveva mai vissuto in un regime oppressivo e allora come aveva fatto a scrivere un romanzo su quell’argomento? 1984 è universalmente riconosciuto come una descrizione accuratissima della vita in un regime totalitario. Il libro delinea una società spietata, retta dall’onnipotente partito, che tiene sotto controllo i cittadini con l’ignoranza ( la storia è stata cancellata, gli eventi contemporanei riscritti) e la paura (attraverso l’onnipresente teleschermo la minaccia della vaporizzazione) quindi come aveva fatto? In genere ricorrevo alle solite risposte spesso insoddisfacenti. Certi studiosi pensano che le camerate gelide e le frequenti punizioni corporali del collegio britannico possano aver dato all’Orwell bambino di otto anni uno spunto precoce per 1984. Altri credono che siano stati il periodo trascorso come combattente volontario in Spagna durante la guerra civile degli anni Trenta e l’inseguimento della polizia sovietica a Barcellona a renderlo tanto chiaroveggente sul tema. La mia personale teoria.. era che il lavoro come poliziotto imperiale avesse contribuito enormemente alla notevole capacità di descrivere l’oppressione. Quando esposi le mie teorie, un poeta birmano di mia conoscenza non rimase granché colpito. Mi raccontò di una poetessa inglese che aveva vinto un premio per una poesia sulla Russia: dopo l’assegnazione del premio venne fuori che l’autrice non era mai andata in Russia, cosa che le era costata critiche. ‘Per me è un ragionamento sbagliato’ disse il mio amico. ‘La poetessa aveva scritto seguendo la sua immaginazione, ed è questa la vera arte: riuscire a immaginare cose che non hai vissuto.
Emma Larkin Sulle tracce di George Orwell in Birmania
Ancora una volta la Larkin prova darci una risposta confrontandosi con gli intellettuali birmani:
...eppure la Birmania non aveva raggiunto il totalitarismo da incubo descritto in 1984… un lavaggio del cervello di quelle proporzioni non è più possibile… La varietà di opinioni è dilagante. Persino in Birmania riescono in qualche modo a filtrare altri punti di vista: non è possibile controllare completamente il cervello delle persone…. Be’ almeno finora.. è proprio per questo che il sistema scolastico peggiora di giorno in giorno: non voglio formare teste pensanti. Anzi vogliono impedirci di pensare.
Emma Larkin Sulle tracce di George Orwell in Birmania
Giorni in Birmania di George Orwell I mali del colonialismo inglese e il suo volto più naif mixati abilmente in una narrazione scorrevole, ma intensa, la solitudine del protagonista che comprende l’ingiustizia, ma non agisce, l’implacabile caldo birmano in attesa del monsone.
La fattoria degli animali di George Orwell spesso ingiustamente considerata una lettura semplice, ma come lo sono le favole che contengono non tanto una morale, quanto piuttosto un insegnamento per chi le legge, in questo caso un avvertimento. Utilizzare gli animali per parlare dei vizi umani, non è certo invenzione del nostro Orwell, ma lui lo fa con una notevole maestria.
1984 di George Orwell non ha di sicuro bisogno della mia prestazione. E’ il romanzo più famoso di Orwell, un vero capolavoro, unico nel suo genere. Capace di descrivere nei particolari una realtà terrificante. Fortunatamente non si è avverata secondo le sue descrizioni, ma possiamo davvero dire che non si sia del tutto realizzata?
Sulle tracce di George Orwell in Birmania di Emma Larkin Capacità di analisi, inchiesta giornalistica, racconto di viaggio e reportage sul Paese. Imperdibile.
Per tutti gli altri libri sulla Birmania
All’interno del post trovate i link Amazon per l’acquisto dei libri. Se cliccate sul link ed acquistate il libro, io ricevo una piccola percentuale sulla vendita, ma voi non avrete nessun costo aggiuntivo.
Acquistando da questi link contribuirete a supportare il mio blog, permettendomi di ampliare i contenuti di cui godete gratuitamente.
Grazie!
Ciao, sono Paola, lettrice da sempre e viaggiatrice da molto. Libri e viaggi, più che passioni per me sono due vere ossessioni.
I miei articoli pubblicati su riviste e online.
©PAOLAVIGNATI 2019 - 2023 E' VIETATA LA RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE DI IMMAGINI TESTI E CONTENUTI SENZA AUTORIZZAZIONE